«Il cibo e il mare»: la Regione Campania in campo per il rilancio del settore ittico

«Il cibo e il mare»: la Regione Campania in campo per il rilancio del settore ittico
di Paola Marano
Venerdì 31 Maggio 2019, 16:22 - Ultimo agg. 1 Giugno, 07:50
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Il mare della Campania come risorsa alimentare e strumento per rafforzare la sostenibilità ambientale della blueconomy. È il tema di cui si è discusso stamattina,nella sala Calipso della Stazione marittima di Napoli, nell’ambito del convegno «il Cibo e il Mare di Napoli», promosso dal Mattino. Ad apire i lavori è stato il direttore del quotidiano, Federico Monga, seguito dal giornalista Luciano Pignataro, che ha introdotto la sessione di approfondimento moderata da Antonino Pane.
 


«Durante l’organizzazione ci siamo resi conto che le ultime tendenze della gastronomia nella pesca vanno nella direzione della salvaguardia ambientale. Un esempio è l’aumento del consumo di pesci piccoli, meno avvelenati dalle plastiche - ha sottolineato Pignataro - abbiamo quindi pensato man mano di allargare il discorso alle istituzioni deputate alla tutela del mare». Un comparto, quello ittico, che interessa molto da vicino la Campania: con i suoi 500 chilometri di fascia costiera la regione si piazza infatti quarta in Italia per lunghezza chilometrica di costa.

Un’occasione di crescita per l’intero settore – pescatori, armatori e piccole e medie imprese impegnate nella commercializzazione del prodotto – su cui la Regione Campania ha deciso di investire oltre 73 milioni di euro per il 2014 – 2020, grazie al fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp).

«Una serie di misure a supporto del comparto che danno sostegno alla flotta peschereccia, all’ ammodernamento di impianti di acquacoltura, alla formazione professionale per gli addetti, e al ricambio generazionale – ha evidenziato Maria Passari, dirigente ufficio pesca e acquacultura della Regione – abbiamo inoltre emanato un avviso multimisura per un’attività di ricerca volta ad individuare un piano regolatore del mare, che vada ad indicare le zone da proteggere, e quelle in cui è possibile sviluppare invece impianti di pescicoltura. Stiamo lavorando anche insieme alla comunità scientifica per portare avanti questo lavoro».
 
Una filiera economica che potrebbe configurarsi agli occhi dei giovani, rappresentati in sala dagli alunni dell’istituto tecnico Enrico Caruso di Napoli, dell’Ipseoa L. Petronio di  Pozzuoli e dell'Istituto Elena di Savoia di Napoli, come una nuova opportunità professionale su cui puntura per il futuro. Ne è convinto anche l’armatore Salvatore Lauro, che ha invitato le istituzioni locali a fare di più. «La gastronomia, il viaggio, la nave, costituiscono un unicum che la Campania può dare e offrire – ha spiegato – si tratta di una grande possibilità per i giovani che per la prima volta si affacciano nel mondo del lavoro. La Regione e gli enti locali devono fare in modo che il mare diventi una risorsa».
 
Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, Pietro Spirito, presidente dell’Autorità Portuale del Mare Tirreno Centrale; Pietro Vella, direttore marittimo della Campania e comandante della Capitaneria di Napoli; Luigi Stefano Servino, commissario Arpac Campania; Vincenzo Saggiomo, direttore della Fondazione Dohrn; Lucio De Maio, dirigente Unità Operativa Mare dell’Arpac; Nino Di Costanzo, chef bistellato di Dani Maison; Giorgio Scarselli, patròn del Bikini di Vico Equense; Albert Sapere, direttore di Lsdm, Antonino Miccio, e direttore dell’area protetta di Punta Campanella.
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