Frattamaggiore: il Comitato Liberazione dalla camorra ricorda Federico Del Prete, sindacalista ucciso dai Casalesi

Frattamaggiore: il Comitato Liberazione dalla camorra ricorda Federico Del Prete, sindacalista ucciso dai Casalesi
di Marco Di Caterino
Venerdì 18 Febbraio 2022, 18:03 - Ultimo agg. 19:28
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Il dovere di conservare la memoria delle vittime della camorra, e l’impegno di tutti a contrastare e combattere ogni tipo di mafia, non da solo ma con le intere comunità.  E questa mattina, Sandro Ruotolo e don Maurizio Patriciello, fondatori del  Comitato di liberazione dalla camorra - area Nord di Napoli,  insieme al presidente della Commissione antimafia Nicola Morra,  al comandante della polizia locale con i familiari di Federico Del Prete,  ucciso dalla camorra a Casal di Principe, hanno ricordato il sacrificio di questo morto innocente, medaglia d’oro al valore civile,  nel cimitero di Frattamaggiore, davanti alla sua tomba, dove il fratello della vittima, Vincenzo Del Prete, ha  deposto una corona di fiori  con la scritta: «A Federico Del Prete. Sei morto per difendere i nostri diritti. Noi non ti dimentichiamo».  

 

Sandro Ruotolo, ha ricordato questo sindacalista che difendeva gli operatori dei mercati settimanali dal racket dei clan federati con i Casalesi, tanto da avere il coraggio di aprire una sede del sindacato proprio a Casal di Principe, fu ucciso il giorno prima di testimoniare contro il vigile urbano in servizio a Mondragone, colluso con il clan La Torre, che aveva imposto un pesante racket sulle buste di plastica.

Il senatore ha sottolineato la solitudine che circondava Federico Del Prete e anche l’indifferenza per la sua atroce morte da parte della cosiddetta società civile, alla quale Sandro Ruotolo ha fatto appello a stare tutti insieme, Comuni, associazioni, persone comuni, e correre a testimoniare solidarietà e vicinanza in tutti i luoghi della provincia di Napoli, quando la camorra sferra i suoi feroci attacchi. Ha aggiunto anche la richiesta di più divise delle forze dell’ordine. 

«Caro Federico, ti chiedo scusa a nome di tutti per averti lasciato da solo a combattere contro quel mostro che è la camorra, e questo non deve mai più accadere”.  Nicola Morra, oltre a rimarcare la lentezza con la quale lo Stato interviene per le emergenze criminali, ha anche puntato il dito contro la realizzazione di quei quartieri come quello 167 di Arzano, il Parco Verde e il Rione Salicelle, che abbandonati a se stessi per anni diventano incubatrici di generazioni e generazioni di criminali. Prima di andare via, il presidente della commissione parlamentare anti mafia, Sandro Ruotolo e don Maurizio, hanno reso omaggio alla tomba di Mario Paciolla, accanto alla quale c’erano, come ogni giorno, i suoi devastati genitori. La commemorazione del sindacalista ucciso, e poi proseguita in Piazza Umberto I,  con la colonna sonora dell’orchestra stabile degli alunni  dell’I.C.  Capasso – Mazzini,  nello spiazzo antistante il Comune dove era stata installata una gigantografia del sindacalista, accanto allo striscione “Giustizia per Mario Paciolla”.  Sandro Ruotolo con i rappresentati delle associazioni e dei cittadini ha distribuito presso i negozi l’adesivo del comitato  con la scritta “O si è contro la camorra o si è complice”, incollato anche alla porta di ingresso del Comune.  Prima di queste cerimonie, il Comitato con Nicola Morra, si è recato nel rione 167 di Arzano, in mano all’omonimo clan che ha minacciato di morte e intimidito Biagio Chiariello che per primo ha effettuato un censimento degli alloggi occupati abusivamente, con violenza e prepotenza da capi e affiliati alla cosca. I rione si è mostrato   completamente deserto e con finestre e balconi rigorosamente sbarrati, che nel linguaggio della camorra sta a “Qui non vi vogliamo, jatevenne!”.  Prima dell’escursione al rione 167, il Comitato si recato presso il Roxy Bar, teatro dell’agguato a Salvatore Petrillo, reggente del clan,  per far portare al titolare e alla moglie quel senso di vicinanza e mantenere la promessa di non lasciarlo da solo.   

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