Napoli, il Comune litiga troppo: 70mila cause e processi, «Danni per un miliardo»

Napoli, il Comune litiga troppo: 70mila cause e processi, «Danni per un miliardo»
di Luigi Roano
Giovedì 17 Marzo 2022, 23:54 - Ultimo agg. 18 Marzo, 17:39
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Una cifra che si avvicina al miliardo - ma forse anche di più - è la voragine nei conti del Comune alla voce “Contenzioso”. Nella sostanza 70mila azioni giudiziarie di cittadini - e non solo - che fanno causa a Palazzo San Giacomo per le strade rotte chiedendo danni, per il pessimo stato in cui verte il patrimonio immobiliare o perché ritengono sbagliate le cartelle esattoriali dell’Imu e della Tari.

Un fenomeno che negli ultimi 20 anni con le sindacature di Rosa Russo Iervolino a Luigi de Magistris è andato sedimentandosi provocando il dissesto di fatto dell’ente di piazza Municipio. Certo non è colpa dei due primi cittadini, che pure hanno ereditato bilanci ridotti all’osso, ma il tema è che nessuno ha provato a porci rimedio. Tanto che il sospetto che il contenzioso fosse usato - come le contravvenzioni per il Codice della strada - per mettere a bilancio cifre del tutto virtuali resta un fantasma difficile da cacciare via. Il contenzioso, fino a quando non c’è una sentenza, vale come «residuo attivo» cioè una voce con il segno in bilancio che aiuta a far quadrare i conti. L’ambizione dell’attuale sindaco Gaetano Manfredi - che ha ereditato questo fardello - è fare meglio, anzi il sogno è azzerarlo, impresa ai limiti dell’impossibile.

Di sicuro l’ex rettore vuole fermare questa sciagura per i conti di Palazzo San Giacomo. 

«Sulle strade di Napoli ci si potrebbe fare un campo da golf. Il tema è che le strade non vanno rattoppate, vanno rifatte e dobbiamo preoccuparci che chi ci lavora garantisca i tempi di chiusura dei cantieri». È una delle prime cose che disse appena insediatosi Manfredi riguardo al contenzioso, aveva iniziato a prendere visione del bilancio e si rese subito conto di quanto costasse al Comune e ai napoletani il dissesto stradale. Stesso discorso per le multe sempre contestate dagli automobilisti perché avevano e hanno qualche difetto di notifica o arrivano in ritardo. E il Comune su questi due temi è soccombente quando va davanti al giudice. Tanto che la stima che fanno a Palazzo San Giacomo è che il 60% delle azioni intentate contro il Municipio siano figlie di queste due voci. Fossero vere queste stime contravvenzioni al Codice della strada e buche costerebbero al Comune una cifra tra i 600 e i 700 milioni.

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Del resto il Fondo apposito messo in bilancio per parare i colpi delle sentenze è pesante: 400 milioni. Il fatto è che il Comune esce quasi sempre perdente se un utente della strada gli fa causa, in seguito a un incidente da buca: quei vergognosi crateri sono un’insidia stradale, un trabocchetto. Così la pensano quasi sempre i giudici: l’utente, pur guidando con la massima prudenza, non può evitare quelle buche improvvise, nascoste, che si aprono da un giorno all’altro. E il Comune paga. Con le polizze assicurative a carico dello stesso Municipio che salgono in proporzione. Un circolo vizioso senza fine, in una città che non conosce pace né tregua. Va detto che ci sono anche i furbetti che tentano di lucrarci sulle dissestate strade napoletane mettendo in scena autentiche truffe. I Revisori dei Conti del Comune - fino all’anno scorso - hanno affrontato in questo modo il tema contenzioso. «È accertato - scrissero - che una delle cause del rischio di squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario è rappresentato da sentenze che determinano per l’Ente l’insorgere di oneri di rilevante entità finanziaria, e che il bilancio non riesce ad affrontare con risorse disponibili nell’anno o nel triennio di riferimento. Si rileva che, allo stato, non risulta costituito il fondo rischi per contenzioso». Strumento che l’attuale giunta ha dotato subito di 400 milioni questa la cifra che l’assessore Pier Paolo Baretta è intenzionato a mettere nel bilancio della nuova era amministrativa. La media di ogni azione contro il Comune è di 5mila euro una cifra - in un bilancio da sei-sette miliardi - abbordabile. Eppure il contenzioso è cresciuto fino ai livelli di oggi. Il contenzioso ha un altro effetto negativo oltre a quello dell’esborso, vale a dire la mancata riscossione. La percentuale di riscossione delle multe non arriva al 20% significa che solo 2 napoletani su 10 le pagano e chi non paga la contesta e fa causa al Comune. 

Si arriva così al debito mostruoso del Comune che è più o meno di 5 miliardi. Come si compone? Tre sono di parte finanziaria. La restante quota è appunto mancata riscossione e contenzioso. Sulla parte finanziaria Palazzo San Giacomo ha 750 posizioni aperte, di cui 700 con Cassa depositi e prestiti che genera annualmente una rata peri soli interessi di 230 milioni. Il Comune è inoltre gravato da altri 175 milioni annui che coprono il resto del disavanzo. Dentro il debito finanziario c’è il debito storico frutto del commissariamento per il sisma del 1980, quello dei rifiuti che risale a 20 anni fa e per la bonifica di Bagnoli che vale complessivamente 300 milioni. Con CdP l’esposizione è di circa 2 miliardi di cui uno come anticipazione di liquidità. Soldi che il Comune - la passata gestione - ha chiesto per erogare i servizi e pagare i creditori attesa la scarsa capacità di riscossione, ma sempre di debito si tratta. E su questo miliardo si sta lavorando per cercare di abbassare i tassi di interesse. Per avere un’idea di cosa si sta parlando basta dare uno sguardo ai tassi di interesse. La compagine societaria di Cdp è composta dal Mef per l’84%. Vale a dire che il Comune è indebitato con il ministero delle Finanze.
 

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