Affittopoli a Napoli, ecco l'elenco di negozi e ristoranti a prezzi stracciati

Affittopoli a Napoli, ecco l'elenco di negozi e ristoranti a prezzi stracciati
di Paolo Barbuto
Sabato 20 Febbraio 2016, 13:42
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D'accordo, siamo stati ingenui, pensavamo che pagare 2.700 euro per prendere in fitto un ristorante a Marechiaro fosse «normale», invece chi s'intende di mercato immobiliare s'è fatto una risata bella grossa e ci ha spiegato che una attività di ristorazione in quella zona non l'avrebbe ceduta per un canone mensile triplicato, ecco perché abbiamo inserito nella lista dei fitti a basso costo pure questa struttura.Stiamo parlando, l'avrete capito, degli immobili di proprietà del Comune che vengono ceduti a canoni irrisori.

Ieri abbiamo provato a fare due conti e abbiamo scoperto che dalle casse del Comune mancano almeno 14 milioni all'anno. È stato proprio Palazzo San Giacomo a consentirci di ricostruire il valore del mancato introito: a Piazza Municipio, infatti, esiste un faldone che contiene tanti dati messi in fila compreso il reddito atteso per ogni singolo locale. Però, di fianco al reddito atteso c'è la colonna del canone realmente percepito, ed ecco che si può scoprire facilmente quel che accade. Nello specifico accade che, a fronte di introiti previsti che superano il milione e mezzo di euro, ne entrano (quando entrano, perché non tutti pagano con precisione) appena 380mila. Perdita netta mensile pari a 1.186mila euro, un colpo duro da digerire, soprattutto per un'Amministrazione che è costretta da tempo a fare i conti con atroci difficoltà di bilancio.

I numeri ve li abbiamo raccontati nel dettaglio ieri, però, sono freddi e non riescono a dare una precisa idea di quel che accade. Dietro i numeri ci sono i luoghi, le persone, ed ecco che la vicenda, raccontata da quest'altra angolazione, assume contorni più precisi. Compreso quello che riguarda il ristorante di Marechiaro che per gli esperti del settore andrebbe ceduto in fitto a novemila euro al mese, per il Comune di Napoli dovrebbe fruttarne 4.100 e invece viene locato a 2.700 euro al mese. Al ristorante spiegano che la gestione è nuova e che l'acquisizione comprendeva anche quel canone di locazione, per cui l'intera storia della vicenda-fitto nessuno la conosce.Il caso, invece, tiene sulle spine i commercianti del mercatino coperto di Chiaia. Si trova in via Galiani, al numero 30 ed è interamente di proprietà di Palazzo San Giacomo. Un negozio in quel posto viene pagato in media 250 euro al mese con punte un po' più elevate per le strutture più capienti e con versamenti a parte per i depositi che si trovano al piano rialzato del mercato.

Nella rivendita di casalinghi e saponi c'è una donna dagli occhi vivaci e dal sorriso gentile, è anziana ma battagliera: «Il Comune da poco ci ha presentato un aumento. Siamo passati da 160 a 250 euro al mese, e hanno pure voluto gli arretrati di un anno. Abbiamo fatto fronte a queste spese, ma non potremmo dare di più». Il fatto è che nella zona di quel mercatino, un esercizio commerciale non viene locato a un fitto inferiore ai seicento euro, significa che lo sconto è decisamente troppo elevato.Sul tema interviene il gestore di una rivendita di carni. Anche lui è gentile e preoccupato, anche lui ammette che il fitto è basso, però, spiega: «Da quando hanno pedonalizzato questa strada gli introiti si sono più che dimezzati e poi un aumento c'è già stato. Non possono pretendere di più da noi». Intorno al mercatino è tutto un parlare di crisi e di problemi irrisolvibili, compresa la richiesta di ottenere posti auto (a pagamento, ovviamente, con guadagni per il Comune) da riservare esclusivamente ai clienti della struttura che adesso non si presentano più da quelle parti.Il tour tra i negozi in fitto passa per via Pessina: cento euro per un esercizio alle scale di San Potito; si intrufola nel cuore del Rione Traiano: 97 euro per un negozietto dove c'è un fotografo. Il risultato è sempre, drammaticamente, lo stesso: i prezzi delle locazioni sono fuori mercato, veri e propri regali ai commercianti a danno dell'intera cittadinanza. E accade, addirittura, che qualcuno dica di non sapere a chi si paga il fitto, come al numero 20 di via Egiziaca dove, secondo i dati del Comune, c'è un locale che varrebbe cinquecento euro al mese e invece ne produce appena 29. A quel civico c'è un palazzo, all'interno del quale l'unico esercizio che sembra commerciale è una piccola fabbrica di pellami. Però lì dentro nessuno sa niente di questa vicenda, così questo «caso» resta nel limbo del dubbio e dell'incertezza.Nessuna incertezza, invece, sul negozio dei record che abbiamo trovato nella città di Napoli.

Si tratta di un locale di via Santa Maria in Portico, praticamente a cinquanta metri dalla Riviera di Chiaia per il quale vengono pagati 23 euro ogni mese. Il negozio è ridotto uno schifo: da decenni non riceve un minimo di manutenzione, nemmeno un po' di pittura per rinfrescare i muri malridotti. Però basta avere un po' di immaginazione per guardare quel luogo ripulito e rinato, e capire che il valore di fitto potrebbe essere in linea con quelli di tutta la zona di Chiaia, cioè almeno duecento volte superiore rispetto all'irrisorio canone attuale. Proprio a Chiaia, però, va detto che il valore medio del fitto degli esercizi commerciali di proprietà del comune è di 1.100 euro al mese. Non è un granché ma almeno è qualcosa.In città la zona più popolata di negozi che appartengono a Palazzo San Giacomo è Ponticelli dove ci sono 220 strutture pubbliche cedute a negozianti. In quella zona i negozi sono quasi tutti occupati e le percentuali di locali sfitti sono minime. Però in tante altre zone della città abbiamo trovato saracinesce abbassate e negozi vuoti.

Ora, voi capirete che, anche se a fitti regalati, sarebbe meglio per tutti noi se quei negozi fossero almeno occupati: forse riceverebbero un po' di manutenzione e, magari, con un po' di sforzo si potrebbe anche pensare si farli fruttare un po' in più rispetto al previsto. Invece in tante zone di Napoli abbiamo scoperto esercizi sfitti, da via Epomeo a via Stella, fino ad arrivare alla importante piazza Carlo III dove ben due strutture che il Comune di Napoli segnala come esercizi commerciali, risultano «privi di vita».A proposito, sappiate che il vero record per il negozio con il fitto più basso non è nella nostra città. Palazzo San Giacomo, difatti, possiede dei locali anche a Castello di Cisterna: uno si trova in via Selva e produce un reddito di 9,03 euro al mese, un altro nella stessa cittadina è situato in via Giacomo Leopardi e porta nella casse del Comune 7 euro e settantaquattro centesimi al mese. Vabbè, ma sono in provincia, mica possono valere quanto quelli di Napoli?