Il mare ancora non bagna Napoli: 120 milioni mai spesi per disinquinare il Golfo

Il mare ancora non bagna Napoli: 120 milioni mai spesi per disinquinare il Golfo
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 19 Dicembre 2018, 10:51
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Centoventi milioni  per disinquinare  il Golfo di Napoli restano nelle casse della Regione che per ora ancora non è riuscita a investirli. E il mare resta sporco. Lo sostiene Marevivo nel dossier presentato nei giorni scorsi. Sono tre gli interventi che restano sospesi.

Il primo. L’impianto di depurazione Napoli Est, funziona fuori norma ormai da moltissimi anni. Il riadeguamento è stato finanziato dal Cipe fin dal 2012 con ottantanove milioni ma  solo nei giorni scorsi è stato firmato il contratto con lo studio di ingegneria che a luglio si è aggiudicato la gara per la progettazione esecutiva. La road map fissata dal bando prevedeva che entro dicembre i lavori dovessero essere terminati. 

Il secondo. Non esiste il collettore che dovrà alimentare l’impianto di depurazione Napoli Est . I liquami urbani provenienti dal territorio (comunale) di Napoli Est (oltre 150.000 abitanti)  sono sempre stati scaricati all’interno del Porto attraverso diciassette alvei e canali. Ma anche qui esiste un progetto, finanziato dal Cipe nel 2012 con dieci milioni e quattrocentomila euro

Il terzo. Non esiste la rete fognaria che deve correre sotto Corso San Giovanni a Teduccio, e quindi anche questi liquami non possono arrivare all’impianto di Napoli Est: anche questo lavori sono stati finanziati (23 milioni) ma non sono stati realizzati. 

Quello del mancato adeguamento degli impianti di depurazione è un capitolo che si trascina da anni ed è stato anche al centro di numerose inchieste della magistratura. Sul tema è intervenuta anche la Corte di Giustizia Europea con due sentenze di condanna: per accelerare gli adeguamenti è stato anche nominato un commissario, il professor Enrico Rolle.

Ciononostante, secondo Marevivo, si procede a rilento.Sostiene l'associazione ambientalista: "Noi cittadini dobbiamo partecipare, attraverso libere organizzazioni associative, anche collegate tra di loro, più attivamente alla conduzione delle politiche sociali ed economiche delle nostre regioni e delle nostre città e dobbiamo metterci in grado di controllare i risultati del lavoro in corso di svolgimento dai nostri Amministratori Pubblici: la trasparenza dell'acqua dei nostri mari si raggiunge attraverso la trasparenza delle azioni amministrative della cosa pubblica".


 
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