Il "medico" Carlo Verdone:
«Ascoltate di più i pazienti»

Il "medico" Carlo Verdone: «Ascoltate di più i pazienti»
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 31 Maggio 2022, 08:50 - Ultimo agg. 14:38
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Dimenticate il professor Raniero Cotti Borroni. Il medico stakanovista di "Viaggi di nozze", del «no, non mi disturba affatto, mi dica, caro collega... Voi non fate come lui». Questo lavoro è una questione tremendamente seria, per un'altra ragione. «Voi curate i corpi e qualche volta la psiche», avverte Carlo Verdone, camice bianco mancato, rivolgendosi ai quasi 800 giovani professionisti chiamati a pronunciare il giuramento di Ippocrate nel teatro Augusteo. «Io curo l'umore delle persone», prosegue l'attore e regista tra i più amati. «Mi sento un antidepressivo naturale», sorride, «però vi chiedo una cosa: da paziente. Serve umanità e, soprattutto, grande ascolto. Ce n'è tanto bisogno». Questa la sua "ricetta".

È il momento più toccante della cerimonia cominciata con l'intervento del presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, Bruno Zuccarelli, che guarda negli occhi i laureati presenti nell'affollatissima sala e afferma d'un fiato: «Non siete il futuro, ma il presente».

Da qui l'invito a restare invece di emigrare, nonostante le paghe basse, le continue aggressioni e le condizioni difficili: le carenze di medici di famiglia e specialisti e nella rete dell'emergenza, dal 118 ai pronto soccorso, richiedono un immediato impegno da parte delle nuove leve per affrontare i problemi nell'assistenza. Come i «260 giorni di attesa per una visita cardiologica», fa notare Zuccarelli. Secondo le sue stime, mancano tra i 2000 e i 3000 camici bianchi nel sistema sanitario regionale per funzionare a regime.

I nodi
«Le liste si sono allungate in modo intollerabile: ci serve una mano perché gli screening oncologici si sono quasi bloccati. Dobbiamo rapidamente integrare gli organici perché altrimenti non reggiamo», ammette il governatore Vincenzo De Luca, che indica anche altre questioni: i centri diabetici da potenziare; mentre gli ospedali, dalla Costiera all'area domizia, vanno riorganizzati. C'è un piano per farlo. E c'è la sfida del vaccino anti-cancro. Quanto alle differenze tra Nord e Sud del paese, dipendono da più fattori. I debiti, ad esempio. «Paghiamo 600 milioni all'anno e dobbiamo continuare a farlo fino al 2034. Colpa di classi dirigenti politiche che hanno pensato solo a porcherie clientelari», accusa De Luca. Non bastasse, le risorse per la sanità italiana sono meno rispetto a 10 anni fa, in rapporto al Pil, e la Campania è tra quelle che ha una quota inferiore. «Non può essere rapinata ogni anno di 220 milioni di euro: ne riceve 60 in meno per ogni cittadino rispetto all'Emilia. Ora basta», ripete De Luca, spiegando che, per la prima volta dopo sette anni, la Regione si è rifiutata di accettare il riparto del fondo sanitario nazionale, che richiede parere unanime, e annuncia il ricorso alle autorità giudiziarie affinché ottenga una diversa suddivisione. «Non si può considerare solo il criterio dell'età anagrafica della popolazione».

La passione
Verdone racconta, invece, com'è nata la sua «passione privata» per la medicina. Nel salotto di casa, negli anni Sessanta, frequentato da nomi da novanta, e leggendo l'enciclopedia fino alla fotodermatite, al glaucoma e al lupus. «Cominciai ad assorbire tutte quelle malattie. Per più di un anno restai da solo a causa della mononucleosi, s'era sparsa la voce... Mia mamma vide l'angoscia, un giorno si arrabbiò e prese tutti i fascicoli e li buttò». Ma, a quel punto, entrò in casa un medico nuovo, napoletano, «che si chiamava Gerardo D'Agostino». Una figura fondamentale. «A lui devo molto, anche se faccio questa professione», capito che «non potevo diventare il medico perché ero molto emotivo e alla vista del sangue avrei ceduto». Verdone spiega: «Avevo attacchi di ansia, e lui iniziò a curare anche me». Come? Chiedendogli degli hobby, tra cui scrivere poesie (Novembre, la morte dell'estate...). Prese il quaderno, e mi diede una terapia. A vita. E ringrazia Dio di essere stato un personaggio ansioso altrimenti saresti stato una qualunque testa di cacchio. Con quella buona pasticca mi aiutò tanto ma, soprattutto, lo fece nel dirmi che bisognava essere ansioso in qualche modo».

I legami
Subito dopo il giuramento degli 800, Zuccarelli tira fuori una pergamena honoris causa e un cornetto rosso. «Non dite che sono medico, però: è stata una cosa affettuosa», si schermisce Verdone, che riceve in dono anche un pastore che lo raffigura in camice bianco, della bottega di Ferrigno, e stringe tra le mani i documenti del nonno Oreste Verdone, nato a Pozzuoli il 26 marzo 1894. «Sono stati trovati nel fondo Questura perché aveva fatto richiesta del passaporto», interviene la direttrice dell'archivio di Stato, Candida Carrino. Infine, la foto ricordo. Con De Luca che fa una eccezione per la star del cinema e toglie la mascherina anti-Covid.

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