Napoli, il papà di Di Maio abbatte i suoi tre manufatti abusivi a Mariglianella

Napoli, il papà di Di Maio abbatte i suoi tre manufatti abusivi a Mariglianella
Mercoledì 10 Aprile 2019, 11:02 - Ultimo agg. 19:34
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I tre manufatti abusivi realizzati sul terreno di comproprietà di Antonio Di Maio, padre del vicepremier Luigi, a Mariglianella non ci sono più. Sono stati abbattuti in tempi brevi dallo stesso papà del ministro al Lavoro, prima della scadenza dei 90 giorni disposti dalla legge per ottemperare all'ordinanza emessa dal Comune guidato dal sindaco Felice Di Maiolo. Un termine dopo il quale l'ente municipale avrebbe seguito l'iter per procedere alla demolizione, a meno di un ricorso al Tar da parte dei Di Maio. Un capitolo quasi chiuso, in quanto al Comune manca ancora la documentazione relativa alla rimozione e allo smaltimento dei resti edili, tra l'altro quasi assenti sul terreno di proprietà di Antonio Di Maio e di sua sorella Giovanna.

Il padre del vicepremier ha provveduto così a proprie spese all'abbattimento dei manufatti. Gli abusi erano stati scoperti dai vigili urbani di Mariglianella lo scorso 29 novembre: quattro le strutture ritenute in un primo momento abusive. Con i manufatti, i vigili avevano segnalato alla Procura di Nola anche la presenza di scarti edili su tre piazzole poste sotto sequestro. Nei termini di legge Antonio Di Maio aveva presentato le proprie controdeduzioni, che però non erano state del tutto accettate dall'ufficio tecnico che aveva appurato come uno solo degli iniziali quattro manufatti ritenuti abusivi fosse stato realizzato prima del 1967, quando è entrata in vigore la legge sull'edilizia. Nelle controdeduzioni, inoltre, il padre del ministro al Lavoro aveva ammesso l'abuso edilizio di quella che un tempo era una stalla poi resa abitabile.
 

 

​A gennaio dal Comune arriva l'ordinanza di abbattimento, che dava ai proprietari 90 giorni di tempo per ottemperare al provvedimento. I proprietari avrebbero potuto presentare ricorso dinanzi al Tar, ma nei giorni scorsi Antonio Di Maio ha provveduto all'abbattimento degli abusi, sanando la situazione, e portando al Comune la documentazione relativa all'inizio ed alla fine degli abbattimenti, terminati il 3 aprile scorso. Oggi, dove fino a qualche giorno fa sorgevano i capannoni, si nota il terreno spianato dalle ruspe, e alcune aree ancora circondate dal nastro bianco e rosso del sequestro di novembre, dove è ancora visibile qualche cumulo degli scarti edili da portare via.

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