Il poliziotto salva un bimbo e la madre scrive al suo capo

Il poliziotto salva un bimbo e la madre scrive al suo capo
di Maria Elefante
Venerdì 21 Agosto 2015, 09:01 - Ultimo agg. 13:30
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«Anche se avessi scritto centinaia di pagine non sarebbero bastate a ringraziare Giuseppe per quello che ha fatto».



Maria S., la mamma di Vincenzo (chiameremo così il piccolo), ha ancora la voce graffiata dall'emozione mentre ricorda come “Peppe il poliziotto” ha salvato la vita al suo bambino, oggi finalmente fuori pericolo dopo un periodo di terapia intensiva trascorso all'ospedale Santobono. L'assistente Giuseppe Barrucci, in servizio al IV reparto mobile di Napoli, è diventato l'angelo custode del piccolo di diciotto mesi. Tempestività e preparazione hanno consentito all'agente di intervenire sul bambino per ben due volte con una manovra salvavita. «Ho sentito le urla di una mamma e mi sono precipitato fuori casa».



Era in ferie Giuseppe Barrocci, quando ha capito che qualcosa non andava ed è corso in strada a piedi scalzi. Senza scarpe e con indosso solo un pantaloncino corto e una maglietta ha visto la giovane madre disperata per il suo bambino che non respirava da qualche secondo. «Ho afferrato il piccolo e ho fermato un'auto. Ho chiesto ad uno sconosciuto di accompagnarci con la massima urgenza in ospedale, ma durante il tragitto il piccolo non rinveniva e così ho iniziato a praticare una manovra di rianimazione» ricorda Giuseppe. Sono momenti di grande paura, con il bimbo che solo grazie a un massaggio cardiaco e la respirazione artificiale riesce a riprendersi e piangere. Il poliziotto, assieme alla madre e alla nonna del bimbo, consegna il piccolo ai medici del pronto soccorso del San Giovanni Bosco. «Un dottore visitò il piccolo ma consigliò alla madre di accompagnarlo in un ospedale dove potesse essere sottoposto a specifici controlli pediatrici, io ero scalzo e quindi tornai a casa».



Ma la disavventura della famiglia di Capodichino non termina con la visita pediatrica. È sempre l'agente Barrucci a ricordare quei momenti. «Mi rintracciarono per ringraziarmi, mi rassicurarono dicendo che doveva trattarsi di scarlattina ma proprio in quei momenti il bimbo ebbe una nuova crisi respiratoria. Per fortuna c'era il padre del bambino, ma l'auto non partiva e così nuovamente grazie ad uno sconosciuto fermato per strada ho accompagnato la famiglia all'ospedale San Giovanni Bosco».



Oggi questa storia è racchiusa nelle poche righe scritte dalla madre del bimbo al primo dirigente Giuseppe Beatrice, comandante del IV Reparto Mobile, dove l'assistente capo Barucci presta servizio. «Volevo che tutti sapessero cosa ha fatto quest'uomo per il mio bambino», ha detto la giovane madre.
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