In un passaggio dell'omelia Di Donna ha mostrato preoccupazione per «un clima» nel nostro Paese «che è facile coltura di totalitarismi che possono rinascere anche dopo decenni in forme nuove del nostro tempo: mediatiche, telematiche, informatiche» e ha puntato l'indice contro la «disumanità» e la «barbarie» che «sembrano prendere sempre più piede e sembrano la carta vincente».
E qui ha alluso ai giovani, soprattutto del Sud, che vanno in cerca di sorti migliori fuori dall'Italia «una emergenza che ci vede assistere impotenti all'omicidio di una intera generazione». Altra allusione alla «barbarie dei nostri tempi», l'ha fatta accennando alla «crescente ostilità verso gli immigrati». Di Donna ha spiegato: «C'è una legge del mare molto chiara. I nostri marittimi dei quali è piena questa città, sanno che bisogna soccorrere chi sta in mare senza guardare alla pelle o al luogo. Abbiamo forse dimenticato che siamo stati noi un popolo di emigranti? Abbiamo dimenticato le navi che partivano dai porti di Napoli e Genova per andare all'estero a migliorare le condizioni di vita?» Con una esortazione ha concluso l'omelia: «Chiediamo al Signore di restare umani. Resti umana la nostra Italia, l'economia, la politica, la scienza per evitare di ritornare al buio della barbarie».