Immobili all’Anm valori «gonfiati»
il piano è a rischio

Immobili all’Anm valori «gonfiati» il piano è a rischio
di Paolo Barbuto
Sabato 14 Ottobre 2017, 10:37 - Ultimo agg. 12:30
3 Minuti di Lettura

I sindacati sono al lavoro per preparare modifiche piccole e grandi al piano di ristrutturazione aziendale dell’Anm. Le riunioni si susseguono, e la tensione generata dall’ipotesi di referendum fra i lavoratori si stempera perché, probabilmente, i tempi tecnici non consentiranno di preparare la consultazione.
Insomma, in una maniera o nell’altra lo scoglio del confronto sindacale verrà superato. E allora entrerà in gioco il vero piano del Comune per rimettere in piedi l’azienda: bisogna trovare pilastri per trasformare il rosso del bilancio in un rassicurante nero. Servirebbero soldi, tanti soldi, ma siccome non ce ne sono vanno bene anche le «pietre». Il bilancio di Anm sarà sistemato con il trasferimento all’azienda di beni immobili di proprietà del Comune di Napoli per un totale di 65 milioni di euro. 

Una parte degli osservatori ritiene che il progetto non sia del tutto convincente così come viene presentato. Noi abbiamo voluto vederci chiaro e siamo andati a fare due conti. Abbiamo prelevato i dati ufficiali sul rendita catastale e «categoria» di ogni singolo immobile, così abbiamo potuto stabilire il valore catastale esatto dei beni che passeranno da Palazzo San Giacomo all’Anm. Sappiate che il valore catastale complessivo delle strutture è superiore ai 65 milioni previsti (65.734.770,33 per la precisione).

Il pezzo forte è il parcheggio Brin stimato al catasto quasi 28 milioni di euro mentre il palazzo della direzione generale è valutato undici milioni. Poi ci sono i depositi: quello di via Due luglio 1860 a Fuorigrotta vale quasi 15 milioni, quello di Posillipo al catasto ha un valore di 3 milioni, la «Stella Polare» di Corso Arnaldo Lucci produce 450mila euro in tutto mentre la struttura «Croce Lagno» di Portici ha una stima catastale di otto milioni e mezzo.

Chi non s’intende di operazioni immobiliari potrebbe pensare che va bene così: il valore catastale è adeguato alle necessità di ricapitalizzazione dell’Anm, quindi il progetto può decollare senza problemi. Invece potrebbero esserci problemi: la maggior parte di questi immobili è legata da vincoli di ogni tipo, spesso non sono possibili modifiche di destinazione d’uso né (ovviamente) di volumi. Insomma non rappresenterebbero un grande affare sul mercato della compravendita per cui quel valore catastale che si basa su meri calcoli aritmetici, scivola drammaticamente verso il basso quando va a scontrarsi con il mercato reale. A prima vista, senza un esame approfondito, gli esperti spiegano che solo il parcheggio di via Brin potrebbe mantenere inalterato il proprio valore, tutte le altre strutture sarebbero soggette a una diminuzione rispetto alle stime catastali che arrivano come minimo al 20%. Ecco, dunque, che dai conti sparirebbero più o meno sette milioni di euro, e la ricapitalizzazione andrebbe in tilt.


Continua a leggere sul Mattino Digital

© RIPRODUZIONE RISERVATA