Imprenditore ucciso nel lido,
​condannato killer dei Setola

Imprenditore ucciso nel lido, condannato killer dei Setola
di Ferdinando Bocchetti
Sabato 23 Marzo 2019, 09:16
2 Minuti di Lettura
La Corte d'Assise d'Appello di Napoli ha emesso la sentenza sull'assassinio di Raffaele Granata, l'imprenditore balneare ucciso dall'ala stragista dei Casalesi nel luglio del 2008. I giudici, riformando la sentenza della Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere, hanno condannato a 18 anni e otto mesi di reclusione l'italo-americano John Loran Perham, accusato di omicidio aggravato in concorso.

Raffaele Granata, padre di Giuseppe, ex sindaco di Calvizzano, era il titolare dello stabilimento «La Fiorente» sul litorale domizio e fu freddato all'interno del lido che gestiva con i familiari. Granata, che all'epoca dei fatti aveva 70 anni, si era rifiutato di pagare una tangente a Giuseppe Setola, alias o Cecato, riconosciuto in seguito come il mandante. Qualche giorno prima dell'omicidio si presentarono al lido, a Marina di Varcaturo, due persone che chiesero una tangente a nome degli «amici di Castel Volturno». Ma Raffaele - che nel 1992 aveva denunciato altre richieste estorsive da parte del clan Bidognetti - li cacciò senza batter ciglio. Fu un affronto per Setola, lo spietato boss dei Casalesi che per quel delitto fu poi condannato all'ergastolo insieme ad Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia, meglio noto come o Zuoppo. A 28 anni, invece, fu condannato Ferdinando Russo; a 27 anni Carlo Di Raffaele; a 12 il collaboratore di giustizia Oreste Spagnuolo, le cui dichiarazioni furono determinanti per smantellare il gruppo di Setola.

 

Perham, per il quale la Procura aveva ipotizzato fin da subito il concorso in omicidio, uscì dal primo giudizio con una condanna a 5 anni per favoreggiamento aggravato. Pena che in secondo grado fu innalzata a 18 anni e sei mesi. Ma la Cassazione dispose l'annullamento con rinvio alla Corte d'Assise d'Appello di Napoli. Ieri i giudici della seconda sezione hanno condannato l'italo-americano, 44 anni, figlio di un ufficiale statunitense in servizio a Napoli, anche al pagamento del risarcimento dei danni alle parti civili costituitesi nel processo. Confermata, inoltre, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione della potestà genitoriale per il tempo di espiazione della pena.
«È stata una vicenda giudiziaria lunga e travagliata, che si conclude finalmente con il giusto verdetto - commenta l'avvocato Giuseppe Granata, figlio di Raffaele ed ex sindaco di Calvizzano -. Mio padre pagò con la vita il suo coraggio. Non si piegò davanti alle minacce dei criminali. Giustizia è fatta ma è chiaro che la ferita resta e non si rimarginerà mai».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA