Napoli, la grande crisi post Covid: oltre 5mila imprese chiuse in tre mesi

Napoli, la grande crisi post Covid: oltre 5mila imprese chiuse in tre mesi
di Valerio Iuliano
Venerdì 5 Giugno 2020, 08:32 - Ultimo agg. 16:56
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La recessione incalza e più di 5mila imprese a Napoli hanno già interrotto l'attività. Dall'emergenza sanitaria è scaturita una crisi economica profonda, che ha stretto in una morsa le aziende di numerosi settori. Un fenomeno che, a giudizio degli addetti ai lavori, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti. Anzi, una valutazione più precisa sarà possibile a medio termine, per alcuni addirittura dopo l'estate. Ma le prime conseguenze del lockdown sono tangibili. 

Secondo uno studio relativo al primo trimestre del 2020, sono 5514, a Napoli e provincia, le imprese che non figurano più negli appositi Registri dell'ente camerale. Il dato si riferisce, dunque, al periodo compreso tra il 1° gennaio al 31 marzo, ma è evidente che il maggior numero di casi di chiusura dell'attività riguarda proprio il mese di marzo. Ed è altrettanto certo che i numeri sulle aziende scomparse aumenteranno vertiginosamente. «Il bilancio della nati-mortalità delle imprese - sottolinea Unioncamere - tra gennaio e marzo di quest'anno risente delle restrizioni seguite all'emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale».

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I dati relativi a Napoli ed alla Campania offrono un quadro anche più allarmante rispetto al resto d'Italia, soprattutto per quanto riguarda il saldo tra le iscrizioni e le cessazioni. A Napoli il numero delle imprese che hanno chiuso fino al 31 marzo supera di oltre mille unità quello delle aziende appena iscritte nel registro della Camera di Commercio. Analogo discorso per tutta la Campania, dove il saldo tra iscrizioni e cessazioni fa registrare un 2471. In entrambi i casi non si tratta di dati particolarmente sorprendenti proprio per l'incidenza del Covid 19. Ma la differenza è forse anche più netta del previsto, nel confronto con il 2019. A Napoli si era registrato lo scorso anno un saldo positivo di quasi 4mila unità. Nel 2019 Napoli figurava al quinto posto in Italia per il tasso di crescita annuale delle imprese. La clamorosa inversione di tendenza - secondo Unioncamere - deriva anche da un altro fattore.

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«Negli ultimi cinque anni - spiega Unioncamere- sono cresciuti di 10mila unità in tutta Italia le imprese che vendono sul web, a fronte di un calo di quasi 45mila operatori dell'intero comparto del commercio al dettaglio. A puntare sul negozio online sono stati soprattutto gli imprenditori del Sud, forse per ovviare alla carenza di infrastrutture. Tra il 2015 e il 2020 la Campania si posiziona al top per i ritmi di crescita rispetto al resto d'Italia, con un + 25,4% di media annua, contro il 14% nazionale». Il calo delle imprese fisiche ha investito in modo differente i vari settori. Dai dati della Camera di Commercio di Napoli su tutte le attività, si ricava che il più colpito dalla crisi è il commercio, con 2565 aziende - compresi oltre 1600 esercizi al dettaglio - che hanno abbassato le serrande. Si tratta, peraltro, di un settore che risente moltissimo della concorrenza dei negozi sul web, come conferma la crisi di tanti negozi di abbigliamento. Dati meno eclatanti, ma comunque molto significativi, sono quelli delle costruzioni e delle attività legate al turismo. Nel primo caso, si registrano 433 imprese chiuse nel primo trimestre del 2020. Un effetto del lungo stop ai cantieri edili. Per il turismo, invece, sono 369 le attività dei servizi di alloggio e ristorazione che figurano tra le imprese scomparse. A queste si aggiungono altre 231 che rientrano nella categoria noleggio ed agenzie di viaggio. Ed altre 288 sono comprese, invece, tra le attività manifatturiere.
 

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