In ospedale per un'emorragia ma la tac è fuori uso: muore 41enne

In ospedale per un'emorragia ma la tac è fuori uso: muore 41enne
di Nello Mazzone
Martedì 5 Gennaio 2016, 08:54 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 09:33
4 Minuti di Lettura

Una corsa disperata al pronto soccorso in preda a una emorragia, l’unica tac in dotazione rotta da giorni per un pezzo di ricambio da sostituire e l’inizio di un’odissea tra gli ospedali dell’Asl Napoli 2 Nord, terza più grande d’Italia, terminata con il decesso del 41enne Gianluca Forestiere la sera del 2 gennaio. Fotogrammi di una tragica storia iniziata nella serata di San Silvestro e ora al centro di una delicata indagine coordinata dal pm Manuela Persico. La procura ha disposto il sequestro della salma di Forestiere e della cartella clinica, dopo la denuncia sporta alla polizia dalla moglie 36enne Emanuela Falco: tra oggi e giovedì mattina si procederà all’autopsia e, contemporaneamente, partiranno gli avvisi di garanzia all’indirizzo dei medici in servizio negli ospedali di Pozzuoli e Giugliano che hanno avuto in cura Forestiere in quelle concitate ore del secondo giorno dell’anno. Per ora si procede contro «soggetti da identificare», ma gli accertamenti degli inquirenti sono già iniziati per individuare chi abbia accolto in ospedale il 41enne, chi abbia disposto il suo trasferimento e chi, infine, abbia deciso per il rientro a Pozzuoli dopo averlo sottoposto a una tac allo stomaco. Atti giudiziari dovuti, dopo la denuncia della famiglia, per consentire ai periti di parte di partecipare all’incidente probatorio. Dall’esame autoptico si potrà iniziare a dipanare un caso di presunta malasanità, come accusano i familiari rappresentati dall’avvocato Amerigo Russo e chiarire quanto avvenuto nelle ultime 36 ore di vita del 41enne, padre di due bimbe, manager nella concessionaria Bmw M.Car di Teverola e che da poco si era trasferito in un appartamento di Arco Felice. 

I poliziotti del vicequestore Pasquale Toscano hanno ascoltato i parenti, a cominciare dalla moglie e hanno annotato orari e percorsi fatti il 31 dicembre e il pomeriggio del 2 gennaio nella spola tra i due ospedali della Na2 Nord.

Le lancette dell’orologio di questa terribile storia – le cui responsabilità sono tutte da chiarire – iniziano a scorrere nel tardo pomeriggio del 31 dicembre. Secondo quanto riferito dai familiari, il 41enne ha la febbre, con scariche violente di diarrea e vomito verdastro. Emanuela gli consiglia di andare nel vicino ospedale di Pozzuoli, dove viene visitato e sottoposto alla somministrazione di una flebo con antipiretico che gli fa abbassare la temperatura corporea e soprattutto lo reidrata. Sembrano i sintomi di una banale influenza. Gianluca resta in osservazione poco più di un’ora e poi firma le dimissioni volontarie. Si sente meglio. Esce dall’ospedale con le proprie gambe. Ma, una volta a casa, il giovane e brillante manager della Bmw avverte di nuovo quei fastidi allo stomaco e, soprattutto, una forte emicrania.

La situazione precipita nel giro di 36 ore. Dalla mattina del 2 gennaio il 41enne continua ad accusare dolori lancinanti a stomaco e testa. Vomita più volte. Perde conoscenza e a quel punto, siamo intorno alle 17.50, la moglie chiama disperata il 118 e chiede l’intervento dell’ambulanza. Intorno alle 18 c’è l’ingresso al pronto soccorso di Pozzuoli: i medici decidono di sottoporlo ad una tac allo stomaco, ma il macchinario della Radiologia, l’unico in dotazione nell’ospedale più grande dell’Asl con un milione di abitanti è guasto. Rotto da alcuni giorni per colpa di un pezzo di ricambio (e rimasto in panne fino alle 17 di ieri pomeriggio).

A quel punto il paziente viene trasferito in ambulanza con medico a bordo al San Giuliano di Giugliano per la tac e dall’esame strumentale emerge un quadro che avrebbe convinto i medici a riportarlo a Pozzuoli: a differenza di Giugliano lì c’è il reparto di neurochirurgia. Una corsa contro il tempo. In ambulanza tra i due nosocomi che distano 27 chilometri l’uno dall’altro. A Pozzuoli Gianluca Forestiere arriva in fin di vita intorno alle 21.30, quando sopraggiunge l’arresto cardiaco. Poi il buio, la disperazione, il dramma di una intera famiglia che ora chiede giustizia. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA