Inaugurazione anno giudiziario a Napoli, è allarme su durata processi e prescrizione

Inaugurazione anno giudiziario a Napoli, è allarme su durata processi e prescrizione
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 30 Gennaio 2021, 11:00
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È iniziata al Palazzo di Giustizia la cerimonia di inaugurazione del nuovo ano giudiziario, che quest'anno - per motivi di sicurezza dovuti alla pandemia - si svolge in modalità streaming. In questo momento sta intervenendo il presidente della Corte d'Appello del distretto di Napoli, Giuseppe de Carolis di Prossedi. Nella sua relazione il presidente de Carolis sta evidenziando i dati più significativi che fanno riferimento al bilancio delle attività giudiziarie nel distretto. «Dato positivo - ha detto il presidente della Corte d'Appello - è anche quest’anno e nonostante la pandemia il dato della Corte di Assise di Appello, che ha definito ben 97 procedimenti a fronte dei 43 di Roma e dei 52 di Milano, riducendo da 217 a 204 procedimenti la pendenza, che rimane tuttavia molto alta e senza uguali nel resto del paese, se si considera che la Corte di Assise di Appello di Roma ha una pendenza di appena 25 processi e quella di Milano 37».

«Negativo è invece il dato della Sezione Minorenni della Corte di Appello, che ha aumentato la pendenza da 63 a 88 procedimenti penali. Quanto alle misure di prevenzione, è diminuita la pendenza delle misure personali, passata da 113 a 101 procedimenti, mentre è aumentata quella delle misure patrimoniali, passata da 56 a 61 procedimenti, nonostante l’aumento delle definizioni da 42 a 32, a causa di un rilevante aumento delle sopravvenienze».

Per quanto riguarda invece la situazione complessiva dei Tribunali del Distretto va evidenziato per il settore civile un aumento molto contenuto delle pendenze, passate da 205.195 a 206.092 procedimenti. Considerando singolarmente i Tribunali del Distretto si osserva che Avellino, Benevento e Santa Maria Capua Vetere registrano una riduzione della pendenza, mentre Napoli, Napoli Nord, Nola e Torre Annunzia registrano un aumento. «Ancora una volta devo segnalare la grave situazione in cui versa il Tribunale di Napoli Nord che, pur avendo definito dopo Napoli il più alto numero di procedimenti del Distretto, pari a 21.964, ha visto aumentare la propria pendenza a causa di una sopravvenienza di ben 22.571 procedimenti, che è anch’essa di gran lunga la maggiore del Distretto dopo Napoli».

Per rendersi conto della evidente inadeguatezza dell’organico del predetto Tribunale rispetto ai carichi di lavoro basti osservare che il vicino Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che è il terzo Tribunale del Distretto per sopravvenienze e definizioni e che ha un organico superiore sia di magistrati che, soprattutto, di personale amministrativo, ha registrato una sopravvenienza (16.232) e un numero di definizioni (17.514) sensibilmente inferiori a quelli di Napoli Nord.

«Anche nel settore penale - prosegue de Carolis - la pendenza complessiva dei Tribunali del Distretto è aumentata, passando da 107.283 a 109.603 procedimenti.

In particolare i Tribunali di Avellino, Nola e Santa Maria Capua Vetere hanno registrato una diminuzione della pendenza mentre i Tribunali di Benevento, Napoli, Napoli Nord e Torre Annunziata hanno registrato un aumento». 

Anche nel settore penale continua ad essere in evidente sofferenza il Tribunale di Napoli Nord, che risulta avere anche quest’anno aumentato notevolmente la pendenza e in particolare del 12% per i processi monocratici e del 31% per i processi collegiali. Per quanto riguarda il Tribunale dei Minorenni, le sopravvenienze sono significativamente diminuite ma la pendenza risulta aumentata nella sezione dibattimentale, passando da 322 a 407 procedimenti (pari al 26% in più), e, sia pure in modo contenuto, nella sezione Gup, passata da 1.827 a 1.862 (pari al 2% in più), mentre è diminuita nella sezione GIP, passando da 194 a 164 procedimenti pendenti (pari al 15% in meno)». Risulta invece significativamente aumentata del 21% la pendenza dei procedimenti nel Tribunale di Sorveglianza di Napoli, passato da 28.039 a 33.983 procedimenti pendenti, così come nell’Ufficio di Sorveglianza di Napoli, passato da 24.493 a 28.683 procedimenti pendenti, pari al 17% in più e nell’Ufficio di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, passato da 3.119 a 4.418 procedimenti pendenti, pari al 42% in più, mentre risulta ridotta del 14% la pendenza nell’Ufficio di Sorveglianza di Avellino, passato da 2.372 a 2.042 procedimenti pendenti. Quanto all’incidenza della prescrizione, la stessa risulta di gran lunga maggiore nella Corte di Appello, considerato che i procedimenti penali definiti in appello con declaratoria di estinzione del reato per prescrizione sono stati 3.626 (pari al 39,6%), mentre negli altri uffici del Distretto sono stati complessivamente 67 per il dibattimento collegiale (pari al 4,9%), 2.565 per il dibattimento monocratico (pari al 9,6%), 2.563 per le sezioni Gip-Gup (pari al 4,4%) e 2.302 per le Procure della Repubblica (pari al 2,4%). 

Sono diminuiti del 10% i procedimenti iscritti presso le Procure della Repubblica del Distretto nei confronti di imputati noti. Per quanto riguarda invece l’andamento dei reati commessi nel territorio di Napoli e Provincia, dai dati interforze forniti dalla Questura di Napoli deve fortunatamente registrarsi una notevole riduzione del 18,15% del numero complessivo dei delitti commessi a Napoli e provincia, passati da 130.306 dell’anno 2019 a 106.653 dell’anno 2020, che conferma la tendenza positiva degli anni precedenti. Quasi tutti i delitti risultano diminuiti in modo significativo. Tra questi gli omicidi volontari consumati o tentati e in particolare quelli di tipo mafioso, gli omicidi colposi, le lesioni dolose, le violenze sessuali, i furti, le ricettazioni, le rapine, le estorsioni, le associazioni a delinquere, semplici e di tipo mafioso, gli incendi, i delitti in materia di stupefacenti e quelli in materia di prostituzione, le contraffazioni di marchi e prodotti industriali e le violazioni della proprietà intellettuale. 8 Gli unici delitti che risultano aumentati in modo significativo sono quelli informatici. 

De Carolis ha lanciato un nuovo allarme sulla durata dei procedimenti giudiziari e sulla prescrizione. «La percentuale di procedimenti definiti dalla Corte con sentenza di prescrizione - dichiara - ha raggiunto quasi il 40%, considerato che, stanti le limitazioni poste alla celebrazione dei processi a causa della pandemia, i magistrati hanno definito con sentenze predibattimentali un numero di processi relativi a reati estinti per prescrizione maggiore degli anni precedenti. Questo dato, se da un lato costituisce una evidente sconfitta per la giustizia, induce anche alla riflessione che, in mancanza della prescrizione, la pendenza della Corte raggiungerebbe un livello ancora notevolmente più alto di quello attuale, già di per sé insostenibile. Infatti la durata intollerabile dei procedimenti penali determina, a causa dell’intervento della prescrizione, la sostanziale impunità per tutti i reati cd. minori, tra cui ve ne sono anche alcuni particolarmente allarmanti, come ad esempio le truffe in danno delle persone anziane o le lesioni personali, col risultato che chiunque subisca una truffa o un’aggressione è scoraggiato dal denunciarle perché di fatto le sue possibilità di avere giustizia con la condanna del truffatore o dell’aggressore sono davvero minime. D’altra parte in assenza della prescrizione la pendenza inevitabilmente salirebbe e aumenterebbe quindi ulteriormente la durata dei processi, con la conseguenza che l’imputato eventualmente innocente rimarrebbe sotto processo per un tempo lunghissimo ed anche un’eventuale condanna che giungesse a molti anni di distanza dai fatti rischierebbe di essere inutile». 

Alla cerimonia da remoto partecipano, oltre a de Carolis, il procuratore generale Luigi Riello e il capodipartimento della Giustizia minorile Gemma Tuccillo, il consigliere del Csm Michele Ciambellini e il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonio Tafuri.

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