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Incendi sul Vesuvio, un tappeto di cenere dopo il primo rogo e il presidente avverte: «Guardia alta»

di Francesca Mari
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 4 Agosto 2021, 11:00 - Ultimo agg. : 15:09
3 Minuti di Lettura

All'indomani del vasto incendio divampato lunedì sul Monte Somma nel Parco del Vesuvio è già partita la conta dei danni, mentre un focolaio riattivatosi improvvisamente nello stesso punto del giorno precedente ha fatto temere il peggio. Fortunatamente, però, il rogo di piccole dimensioni divampato ieri pomeriggio in via Cupa Maresca a Somma Vesuviana è stato subito domato dai Vigili del Fuoco, giunti sul posto insieme agli uomini della Base Cobra 2 della Protezione Civile e alla Polizia municipale locale. Molto più ingente quello del giorno prima scoppiato nello stesso punto e che stava per riversarsi sull'abitato: l'intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco anche con il supporto di un elicottero, oltre che dell'organizzazione locale con un «campo d'azione» dotato di vasca per il prelievo dell'acqua ha permesso di evitare tragedie. Ieri mattina i volontari della Protezione Civile locale hanno accompagnato i Dos regionali (Direttori operazioni spegnimento) sul luogo dell'incendio e da una prima stima è risultato che ad essere coinvolti sono stati cinque ettari di vegetazione che vanno ad aggiungersi a quelli colpiti nei giorni precedenti. Lo scenario è desolante: un tappeto di cenere si estende a vista d'occhio, cancellato completamente il verde. Anche se si tratta di un'area bassa del Parco Nazionale in cui sono presenti molte sterpaglie e arbusti (ci sono anche terreni incolti e moltissime discariche di rifiuti per la cui bonifica sono necessari milioni di euro, fondi che i Comuni non hanno) e non sembrerebbero essere intaccate aree di prestigio della macchia mediterranea, l'effetto non è meno drammatico. 

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Grande la preoccupazione del sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno, per l'avvicendarsi di otto incendi in cinque giorni solo nel comune vesuviano. «Dai primi rilievi eseguiti dai Vigili del fuoco - ha detto Di Sarno - emerge che la natura è quasi certamente dolosa; sicuramente emergeranno rifiuti dalle sterpaglie e dunque l'area dovrà essere bonificata. In via Rosanea, territorio oggetto di incendio nei giorni scorsi a valle del Parco, c'è una discarica da anni: per la bonifica ci hanno chiesto 4 milioni di euro che noi non sappiamo dove prendere, visti i bilanci delle amministrazioni. Chiedo massima attenzione a tutte le istituzioni su questa zona e soprattutto invito i proprietari dei fondi privati ad attuare pulizie perché questi roghi possono causare veri disastri».

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«La situazione di questa caldissima stagione - commenta il presidente dell'Ente Parco, Agostino Casillo - è critica, lo stiamo vedendo nelle altre regioni, e bisogna mantenere alta l'attenzione. Tuttavia, la risoluzione dei focolai che stanno divampando sul Vesuvio con lo spegnimento immediato per evitare ingenti danni dimostra che il sistema di interventi che abbiamo attuato sta funzionando. In particolare, oltre alle operazioni ordinarie, sono fondamentali i due presidi presenti in posizione baricentrica, uno a Terzigno e l'altro ad Ercolano, che abbiamo allestito con una convenzione a nostre spese con la Direzione regionale dei Vigili del fuoco. Le operazioni tempestive di spegnimento evitano ingenti danni che potranno essere quantificati solo con la perimetrazione con il gps ad opera dei Vigili del Fuoco». «L'ultimo incendio è stato molto pericoloso - dice Giovanni Romano, presidente di Legambiente Somma Vesuviana - perché si è sviluppato a quota 300 metri ma è mancato poco che arrivasse più in alto, nel bosco ceduo. Ha coinvolto terre coltivate e frutteti, non sappiamo ancora quanti, aspettiamo dati ufficiali. Stiamo segnalando molti roghi anche a valle, questa sembra una stagione in cui il rischio è dietro l'angolo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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