Mazzette e regali al porto di Napoli, nelle intercettazioni spunta il nome di Spirito

Mazzette e regali al porto di Napoli, nelle intercettazioni spunta il nome di Spirito
di Leandro Del Gaudio
Martedì 28 Maggio 2019, 08:00 - Ultimo agg. 19:14
4 Minuti di Lettura
Rassicura tutti con una nota alla stampa, sulla massima attenzione rivolta dal suo ufficio agli appalti nel porto di Napoli, oltre a garantire piena collaborazione con la magistratura nel corso dell'inchiesta culminata ieri in arresti e indagati eccellenti. Eccolo Pietro Spirito, presidente dell'autorità del sistema portuale del mar Tirreno centrale, che interviene sulla storia degli appalti sospetti, senza immaginare però che la sua voce è stata intercettata nella stessa indagine. E che il suo nome - pur non risultando iscritto nel registro degli indagati - finisce in uno scenario più ampio, quello legato ai presunti favori verso una società di armatori. Inchiesta terremoto, a giudicare dalla mole di intercettazioni legate ad appalti per 22 milioni di euro, assegnati in regime di urgenza e a trattativa diretta sempre allo stesso gruppo di imprenditori, che avrebbero versato tangenti (ma anche regali costosi) a funzionari dell'ufficio manutenzioni dell'Autorità portuale. Ma andiamo con ordine, a partire dal blitz messo a segno ieri mattina firmato dal gip Federica De Bellis.
 
Diversi episodi di corruzione, in uno sfondo associativo, finiscono agli arresti domiciliari Gianluca Esposito, (funzionario dell'ufficio manutenzioni dell'Autorità di sistema portuale: è difeso dai penalisti Lelio Della Pietra e Mario Mele), gli imprenditori Pasquale Loffredo, Pasquale Ferrara, Pasquale Gambati, Giovanni Esposito, Alfredo Staffetta; mentre il gip dispone un anno di interdizione dai pubblici uffici a carico di Emilio Squillante (segretario generale dell'autorità portuale), al vertice dello staff del presidente, per il quale il gip non reputa sussistenti i gravi indizi di colpevolezza in relazione all'ipotesi di associazione per delinquere, mentre va approfondito - sempre a giudizio del gip - un'ipotesi di corruzione a carico del dirigente. E non è tutto. Risultano indagati anche Giancarlo D'Anna (ex responsabile ufficio manutenzioni area tematica), che in questa storia si è presentato ai pm per confessare le sue responsabilità, per altro tirando in ballo anche il ruolo di alcuni colleghi; Eugenio Rinaldini (funzionario area tecnica autorità di sistema del mar tirreno centrale), gli imprenditori Rosario Gotti, Umberto Rossi, Gennaro Camino.

Inchiesta per molti versi nota (ci sono stati in passato arresti e discovery degli atti), veniamo agli aspetti più recenti su cui stanno indagando i pm Ida Frongillo e Valeria Sico, sotto il coordinamento del procuratore Giovanni Melillo.

Partiamo dalla storia della concessione alla compagnia di armatori. Secondo gli inquirenti, Emilio Squillante avrebbe fatto pressione sul presidente della commissione Ugo Vestri per orientare la decisione in favore della TTT Lines, per altro concedendo una serie di rivelazioni a proposito dei lavori in commissione. È il 6 novembre del 2017, una cimice nell'ufficio di Squillante fa emergere un retroscena ritenuto sospetto: una conversazione tra Squillante e Vestri - scrive il gip - «nel corso della quale quest'ultimo chiede a Squillante indicazioni su come effettuare la comparazione delle istanze di concessione in concorrenza fatte pervenire dalla TTT Lines e la Snav spa». Normale amministrazione, nulla di illegale, un confronto ordinario, sul quale però il gip non ha dubbi: e sostiene che Squillante «prova a orientare il convincimento di Vestri a favore della TTT Lines (società che va ritenuta estranea alle accuse, ndr)». Un giorno dopo, il 7 novembre, viene captata una conversazione tra Squillante e Marco Majorano (uomo della TTT Lines), nel corso della quale il primo ricorda di aver fugato i dubbi di Vestri: «Dovrebbe essere andato in un certo modo, noi abbiamo parlato un po' ieri, gli ho spiegato alcune cose. Perché aveva qualche dubbio sull'esporre la questione, penso di avergliele bucate, ma da punti soggettivi. Perché una cosa è dire quello che farò e una cosa è quello che faccio». È il 15 novembre del 2017, quando Squillante e Majorano parlano di un «documento», che - nella interpretazione dell'accusa - si tratta della relazione conclusiva della commissione consultiva presieduta da Vestri (che è datata però 30 ottobre del 2017), con una chiosa che insospettisce gli inquirenti: «Non ti posso dare niente, però abbiamo fatto un buon lavoro». È il 15 dicembre quando viene intercettata la conversazione tra il presidente Pietro Spirito e Maria Teresa Valiante (entrambi non risultano indagati), dipendente dell'autorità portuale. Scrive il giudice: «Spirito sollecitava la stesura della concessione per la TTT Lines. Il motivo della sollecitudine espressa dal presidente risiedeva in una legge, di imminente approvazione, la cui entrata in vigore avrebbe avuto effetti sull'iter di rilascio della concessione». Un punto su cui il gip insiste: «Spirito indica alla Valiante a predisporre l'atto finale, ovvero la concessione demaniale a favore della TTT Lines», nonostante le riserve del contrammiraglio Arturo Faraone (membro di diritto del comitato), che aveva sottolineato «come abnorme il vantaggio conseguito dalla TTT Lines», esprimendo un parere non vincolante alla luce della legge allora in corso. In sintesi, se per il gip sono emerse «irregolarità sintomatiche dell'intenzione di favorire la TTT Lines», è anche vero che non ci sono dazioni di denaro o favori o altri vantaggi che coinvolgono il presidente Spirito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA