Incidente a Napoli, l'autista sotto inchiesta: «Per salutare un amico ho ucciso quel bimbo»

Incidente a Napoli, l'autista sotto inchiesta: «Per salutare un amico ho ucciso quel bimbo»
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 26 Giugno 2022, 23:07 - Ultimo agg. 28 Giugno, 07:30
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«Madonna santa, che ho fatto, che cosa ho combinato». Nell’ufficio dell’Unità operativa di Soccavo l’investitore del piccolo Christian, falciato dalla folle corsa di un’auto fuori controllo, il conducente della Suzuki non si è dato pace. Durante l’interrogatorio davanti agli agenti della sezione Incidentistica della Polizia Municipale guidata dal capitano Antonio Muriano - ancora in evidente stato di choc e con le lacrime agli occhi - ha fornito la sua versione dei fatti, spiegando il motivo della sua fatale distrazione: «Mentre percorrevo via Marco Polo ho incrociato una persona che conosco, ho staccato gli occhi dalla strada e mi sono girato per salutarlo. Subito dopo mi sono accorto che la vettura stava andando fuori strada, così ho sterzato bruscamente, ma era già troppo tardi...».

Istanti fatali, che sono costati la vita al bimbo di tre anni e mezzo che era accanto alla mamma, sull’angusto marciapedi, ma pur sempre in un margine di ragionevole sicurezza. E invece tutto è andato nel peggiore e più tragico dei modi, quella maledetta mattina di due giorni fa. Stavano per partire, destinazione la spiaggia, Christian e la sua mamma. Chi avrebbe potuto mai ipotizzare uno sviluppo tanto malvagio del passaggio di un’auto?

E dunque il 51enne che era al volante dell’auto killer oggi fornisce la sua versione dei fatti: un’assurda distrazione, quei secondi sufficienti a fare ciao con la mano ad un conoscente incrociato nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Poi lo schianto, e la tragedia.

L’uomo - denunciato dal pubblico ministero di turno nella giornata di venerdì - è accusato ora di omicidio stradale e lesioni (nello schianto ha anche ferito la madre della giovanissima vittima).

Per ora resta in stato di libertà, in attesa dell’esito degli esami sierologici cui è stato sottoposto.

 

Il primo test, effettuato nell’immediatezza dei fatti, ha dato esito negativo: dunque le analisi hanno escluso la presenza di alcol o altre sostanze psicotrope (stupefacenti o farmaci), che avrebbero potuto agire sulle funzioni psichiche dell’automobilista. Ma, come prevede in tali casi la procedura investigativa, ieri i campioni ematici prelevati sono stati inviati anche al laboratorio di analisi della Medicina Legale del Policlinico, per un secondo e più approfondito esame. I risultati definitivi non arriveranno prima di un paio di giorni: e solo allora - e soprattutto se gli esiti dovessero ribaltare il primo verdetto - la posizione dell’indagato potrebbe eventualmente aggravarsi, inducendo anche la magistratura inquirente ad assumere una misura cautelare.

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Ma torniamo all’interrogatorio reso dall’indagato venerdì. A corroborare la sua versione c’è una testimonianza chiave, quella di un uomo che al momento della tragedia era affacciato al balcone di casa. Un teste chiave, dunque.

Ascoltato nella stessa giornata dagli agenti della Municipale, ha confermato di aver visto il conducente della Suzuki procedere lungo la strada regolarmente, prima di iniziare a zigzagare pericolosamente, effetto di una evidente distrazione momentanea. Il veicolo è come se avesse improvvisamente perso l’orientamento, fino a impattare contro un’auto parcheggiata, oltrepassando il cordolo del marciapiedi e investendo mamma e figlio.

Una versione, questa, che conferma anche un altro punto: nella sua incredibile gimkana, quell’auto si è trovata incredibilmente proprio sulla traiettoria delle due vittime: un secondo prima, e qualche centimetro di differenza, avrebbero probabilmente cambiato l’esito dell’incidente. Il che rende ancora più straziante tutta la storia.

Si attendono anche i risultati della “scatola nera” montata sulla Suzuki sequestrata. Anche questi saranno risultati importanti e utili alle indagini: perché dai tracciati si risalirà con esattezza alla velocità con cui procedeva il veicolo. Oggi dovrebbe svolgersi anche l’autopsia sul corpicino del bimbo. Subito dopo il pm “libererà” la salma, consentendo l’ultimo viaggio verso la chiesa dove si celebreranno i funerali, e l’ultimo straziante saluto a Christian.

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