Incidenti sul lavoro a Napoli: «Ci sono 25 feriti al giorno, niente sconti sulle regole»

Incidenti sul lavoro a Napoli: «Ci sono 25 feriti al giorno, niente sconti sulle regole»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 7 Dicembre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 15:33
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Non è stata una partenza indolore, quella legata ai primi dieci mesi del 2021. Sì, d'accordo, è arrivata la ripresa in grande stile di tutte le attività economiche principali - dal turismo all'edilizia, dalla ristorazione alle forniture per i trasporti -, ma il tributo pagato da Napoli e dai napoletani è stato altissimo, sul fronte della sicurezza nel lavoro. Parliamo del record negativo dell'area metropolitana partenopea, a proposito di infortuni e di decessi sul luogo in cui operai e carpentieri, dipendenti e impiegati svolgono le proprie attività quotidiane. Un boom di denunce, che attesta l'esistenza di un'emergenza tutta partenopea, alla luce di quanto emerge dal freddo calcolo numerico, dalle testimonianze degli addetti ai lavori, ma anche dalle storie di vita raccolte dal Mattino. 

L'ultimo episodio è accaduto appena qualche giorno fa, venerdì mattina, in piazza Municipio, a pochi passi dal Comune, quando un manovale è precipitato nel vano di un ascensore: stava lavorando all'interno di un locale che dovrebbe essere adibito a ristorante, ora le sue condizioni sono sotto osservazione, dopo l'intervento degli uomini del 118.

Ma torniamo al dato puramente statistico, alla luce dei numeri forniti dalla sede Inail della Campania, un presidio guidato dalla direttrice regionale Adele Pomponio, che si avvale - in materia di formazione e assistenza dei lavoratori rimasti vittime di infortuni - dell'impegno di Angela Nicotera e Giuseppina Barone. 

Sotto i riflettori le denunce di infortunio sul luogo di lavoro: da gennaio a ottobre del 2021 sono 7773 le denunce di infortunio sul luogo di lavoro che riguardano ditte e aziende che operano nel napoletano. Un dato in crescita rispetto all'anno precedente, dal momento che nello stesso periodo del 2020, le denunce pervenute erano solo 7315. Un record negativo tutto napoletano, alla luce anche di un raffronto con quanto accaduto nello stesso periodo nelle altre aree metropolitane italiane. Ma proviamo a scomporre il dato numerico: 7773 infortuni in dieci mesi (ripetiamo: da gennaio a ottobre) corrispondono a una media di 25 episodi al giorno, troppi per una città europea. E non è più rassicurante il conto degli infortuni che hanno un epilogo luttuoso. C'è una lieve diminuzione da un anno all'altro, ma il dato resta allarmante: siamo a 43 morti nel 2021, solo tre in meno rispetto al 2020. Una galleria umana, fatta di sogni infranti, di incidenti banali che diventano rovinosi, di danni irreversibili quando non si trasformano in lutti. Ma anche e soprattutto di rinascita e resilienza. C'è attenzione sul pianeta lavoro a Napoli. Sono diversi i tavoli di confronto tra uffici dell'ispettorato del lavoro, esponenti della Procura (a partire dalla sezione infortunistica coordinata dal procuratore aggiunto Simona Di Monte), gli stessi vertici dell'Inail. Un solo obiettivo dichiarato: invertire la rotta, in un periodo in cui la ripartenza post Covid (al netto del contrasto alle varianti della pandemia) sembra un dato acquisito. Chiaro il ragionamento fatto da tutte le parti in causa: «Serve cultura del lavoro, bisogna investire nella prevenzione, nella sicurezza, per evitare di confrontarsi con piccoli o grandi incidenti». Ma cosa c'è al di là della statistica? Qual è il mondo racchiuso nel dato numerico? C'è chi è scivolato su un tubo mentre lavorava all'interno di un ospedale e ha perso l'uso delle gambe; c'è chi ha sacrificato un arto, dopo un colpo di sonno, mentre era alla guida di un camion, nel giorno dell'ennesima ripartenza per andare a installare un impianto di condizionamento; c'è chi è scivolato da un capannone e da quel giorno non ha potuto più lavorare. Spiega al Mattino Giuseppe Cantisano, direttore ispettorato del lavoro, interregionale del sud: «È un problema atavico, le aziende considerano la sicurezza un costo e non un investimento. È un problema culturale, in tanti non investono in prevenzione e in sicurezza. È ovvio che è impossibile mandare un ispettore su ogni luogo di lavoro, dal momento che ogni nostro tecnico realizza circa 80 ispezioni l'anno, bisogna invece lavorare per ottenere sgravi per chi investe in questo campo». 

Altro dato poco confortante riguarda invece il trend dei contagi sui luoghi di lavoro. Anche in questo caso, le denunce sono in aumento e proiettano Napoli in una sorta di record negativo. Nel 2021 sono state 133 le denunce di contagio sui luoghi di lavoro nell'area metropolitana partenopea. Siamo a un 1,2 per cento in più rispetto all'anno precedente, che conferma il record poco invidiabile anche rispetto agli altri contesti metropolitani di pari dimensione del Paese. In altre città d'Italia, infatti, c'è stato un incremento di contagi, rispetto al 2020, pari allo 0,8 per cento. E anche su questo punto - facile a dirsi - la prevenzione sembra giocare un ruolo decisivo.

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