Napoli, infermiera anti-Covid violentata nel parcheggio bus nell'ultimo giorno di lockdown: arrestato senegalese

Napoli, infermiera anti-Covid violentata nel parcheggio bus nell'ultimo giorno di lockdown: arrestato senegalese
Giovedì 7 Maggio 2020, 14:20 - Ultimo agg. 18:11
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Orrore durante la quarantena da coronavirus all'ombra del Vesuvio. Un giovane di origini senegalesi è stato arrestato dalla Polizia a Napoli per violenza sessuale. Il fatto risale al primo pomeriggio di domenica 3 maggio, ultimo giorno di lockdown: l'uomo ha abusato di una donna - un'infermiera - che era in attesa del bus per Avellino nel parcheggio Metropark in corso Arnaldo Lucci, nei pressi della stazione centrale.

Le indagini sull'accaduto proseguono anche attraverso la visione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti nel parcheggio: si cerca di far luce sulla partecipazione di eventuali complici o su omissioni di soccorso da parte di persone presenti.


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«La sicurezza è un diritto imprescindibile dei cittadini: chi cammina per strada ha il diritto di sentirsi sereno. In un Paese civile tali nefandezze non dovrebbero verificarsi e quanto accaduto è di una gravità inaudita». Così, in una nota, la criminologa Antonella Formicola commenta il grave episodio accaduto a Napoli. «Una lavoratrice, impegnata per i malati di Covid che dopo il suo turno di lavoro si apprestava a tornare a casa dalla sua famiglia - sottolinea Formicola - ha rischiato di morire nella mani di una belva feroce. Tutti sappiamo quanto sia rischiosa la zona di Piazza Garibaldi soprattutto in determinate ore della giornata. E adesso, in piena emergenza Covid, essendoci poca gente per strada è ancora più pericoloso. Le forze dell'ordine svolgono un lavoro immane con tanta dedizione per garantire a noi cittadini sicurezza, ma sono pochi» per questo, continua la criminologa «è importante che il Governo centrale investa sulla sicurezza, potenziando l'Esercito e i dispositivi di sorveglianza come le telecamere: proprio grazie alla videosorveglianza la polizia è riuscita ad arrestare il senegalese».

 


«Una violenza inaudita, efferata, brutale, ancora una volta una donna, nel bel mezzo della città di Napoli, da sola, senza l'aiuto e l'intervento di nessuno, ha dovuto subire uno stupro, rischiando di morire, tutto questo è inaccettabile». Così Cinzia Massa, Anna Letizia e Vera Buonomo, rappresentanti del coordinamento delle Pari Opportunità di Cgil Cisl Uil Napoli, commentano la notizia. «La donna vittima di violenza stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro, - continuano le sindacaliste - come infermiera che assiste i malati scampati al covid e la sua terribile esperienza ci testimonia che la nostra città non è sicura, perché lo stupro è accaduto in pieno giorno. Più volte abbiamo chiesto alla Prefettura e al Sindaco di Napoli di intervenire in maniera più serrata sui nostri territori, soprattutto in certi quartieri o zone 'difficili' della città, ma deve sempre accadere l'irreparabile per agire?» «La violenza sulle donne è una piaga sempre aperta che riguarda e coinvolge tutti, non solo le donne, non solo le vittime di abusi, di persecuzioni, di offese, di umiliazioni e di delitti, ma tutte le famiglie e l'intera comunità. Ancora più di ieri, dicono le rappresentanti delle Pari Opportunità, di Cgil Cisl Uil Napoli, non solo condanniamo la violenza sulle donne in tutte le forme, ma crediamo che l'unica strada percorribile sia l'applicazione di leggi e pene severe e realmente efficaci, per frenare una deriva sociale e culturale insostenibile», concludono. 
 
 

«Scrivo per testimoniare la vicinanza emotiva e la solidarietà mia e di tutta la giunta alla donna che ha subito violenza domenica pomeriggio a Corso Arnaldo Lucci. È ignobile pensare che ancora, al giorno d’ oggi si debbano leggere notizie come queste» lo afferma in una nota l’assessora alle pari opportunità Francesca Menna. «Questa storia però, fa emergere altri elementi verso cui bisogna dare attenzione e soprattutto che ci obbligano a porsi delle domande.
Dove erano i vigilanti che avrebbero potuto accorgersi di quello che stava succedendo? Chi è quella donna che pur vedendo cosa stava accadendo non si è fermata? Bisogna anche chiedersi come mai attorno ad episodi come questi, molte, troppe volte si riscontrano episodi di ignavia e codardia. Come Assessora alle pari opportunità mi ferisce davvero profondamente il comportamento di chi pur vedendo cosa stava accadendo non ha sentito l’impulso di correre in aiuto, o quanto meno telefonare alle forze dell’ordine. Una donna sa, perché tutte le donne lo sanno, cosa significa il pericolo. Penso con profonda amarezza a quanto lavoro ancora ci sia da fare. Confido nella giustizia, comunque, perché è un alleato importante, per restituire a questa donna la dignità che merita mentre le auguro con tutto il cuore di riprendersi, di darsi il tempo necessario per ricucire lo strappo immenso che l’è stato fatto, ma di confidare anche nell’enorme forza che noi donne ci portiamo dentro, quella forza per la quale, nonostante tutto non siamo mai veramente sconfitte!
».

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