«Infermieri usa e getta, a casa dopo
il Covid»: in 700 non prorogati dall'Asl 3

«Infermieri usa e getta, a casa dopo il Covid»: in 700 non prorogati dall'Asl 3
di Francesca Mari
Venerdì 13 Maggio 2022, 10:11
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«Non c'è nulla da festeggiare. Dopo tante battaglie siamo punto e a capo, a fine giugno l'Asl Napoli 3 Sud ci manderà a casa. Nonostante le promesse, la maggior parte di noi dopo essere stata utilizzata durante la pandemia sarà gettata via come un rifiuto». Per Rosa Bellopede, infermiera di Fuorigrotta, precaria presso l'Asl Napoli 3 Sud, e per centinaia di colleghi la Giornata degli infermieri che si celebrava ieri è stata vissuta con rabbia e scoraggiamento. «Eppure questa giornata era stata istituita - prosegue Rosa - proprio per dare uno slancio a una professione spesso sottovalutata».

Con il marito Alessandro Manzo, operatore socio-sanitario, Rosa è tra i mille precari che a marzo hanno combattuto per ottenere la proroga del contratto, secondo le direttive della Regione, e la stabilizzazione. Dopo diverse riunioni con la direzione generale dell'Asl e con le sigle sindacali i 700 precari (tra infermieri e operatori socio-sanitari) erano riusciti a ottenere una proroga, mentre 300 tecnici di laboratorio e informatici sono rimasti in bilico, con incarichi all'occorrenza. Tuttavia, per molti dei 700 la proroga scade a fine giugno e ora che si avvicina quella data hanno ricevuto una notizia che li ha colpiti come una doccia gelata. «Abbiamo chiesto alla Asl - spiega Rosa - del nostro futuro e come immaginavamo la maggior parte di noi andrà a casa. Saranno stabilizzati soltanto 188 infermieri su 529 e 88 operatori socio-sanitari su 158, ovvero coloro che hanno raggiunto i requisiti previsti dalla legge Madia del 2021 (cioè 18 mesi di servizio). Ci è stato detto chiaramente che questo è il fabbisogno e non ci sono i fondi. Quindi oltre 300 lavoratori, impiegati a tempo determinato durante l'emergenza, andranno in mezzo alla strada con la coda tra le gambe. Eppure, a marzo ci avevano promesso altro».

Una nota sindacale del 24 marzo, a firma di Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fials-Nursing up, spiegava che per quanto riguarda gli infermieri, «oltre alle 188 unità che hanno raggiunto i requisiti, altre 53 unità per il fabbisogno più altre 100 richieste dai direttori di distretto per il mantenimento delle attività legate al Covid», avrebbero avuto la proroga seguendo l'ordine cronologico di assunzione; quanto agli operatori socio-sanitari, «oltre le 88 unità che hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, le 56 previste per il fabbisogno aziendale più altre 60 per le attività territoriali legate al Covid» avrebbero ottenuto la proroga.

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«E invece ora non possono assumerci - dice Carmela Loffredo, infermiera di Torre del Greco - perché mancano i fondi e devono rispettare il fabbisogno. Ho rinunciato a un lavoro a tempo indeterminato al Nord per tornare a casa, ma a quanto pare siamo stati soltanto utilizzati. Altro che eroi del Covid! Tutte le altre aziende hanno assunto gli operatori, il presidente De Luca ha più volte ribadito l'ordine di prorogare il contratto almeno fino al 30 dicembre. Solo la nostra Asl ci ha abbandonati».
I precari sono determinati a non arrestare la loro battaglia. «I sindacati stanno prendendo tempo - dice Maria di Pozzuoli - ma noi non ci arrendiamo.

Scenderemo in piazza per far valere i nostri diritti e scriveremo alle più alte cariche dello Stato».

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