Influenza australiana, Sos dei medici a Napoli: «Tanti casi, siamo in tilt»

L'ondata tocca soprattutto i bambini ma progressivamente tutte le fasce di età risultano interessate

Influenza, Sos dei medici
Influenza, Sos dei medici
di Ettore Mautone
Sabato 10 Dicembre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 09:15
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Febbre alta per tre o quattro giorni insensibile ai comuni antinfiammatori, dolori articolari, congestione delle alte e medie vie respiratorie, raffreddore e mal di gola, talvolta disturbi gastro intestinali come vomito e diarrea: sono i sintomi prevalenti dell'influenza stagionale che quest'anno, contrariamente a quanto registrato negli ultimi tre anni, si presenta più virulenta e dura per più giorni rispetto al Covid. Quest'ultimo invece, per la prima volta da segno di sé con con quadri clinici piuttosto modesti, attenuati dalle tante vaccinazioni fatte e dalle centinaia di migliaia di guarigioni post-contagio. La rete sentinella dei pediatri e medici di famiglia è intanto in assetto di massima allerta: la Campania insieme a Sardegna e Calabria è tra le poche regioni che non hanno attivato le notifiche dei casi alla rete nazionale Influnet.

«Con i carichi di lavoro che abbiamo, legati anche alle vaccinazioni, alla ripresa delle attività di screening non ne avremmo il tempo - avverte Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, sindacato della medicina di famiglia e vicepresidente dell'Ordine di medici di Napoli - risalendo fino alla epidemia di influenza suina non vedevamo una crescita così repentina nel periodo prima di Natale. Siamo nell'ordine di 5 volte l'intensità media registrata in questo periodo negli ultimi dieci anni». L'ondata tocca, per ora, soprattutto i bambini con meno di 5 anni ma progressivamente tutte le fasce di età risultano interessate: «Già adesso abbiamo decine di telefonate dai nostri pazienti. - conclude - È chiaro che il picco atteso a Natale richiederebbe un piano ad hoc come si sta allestendo al Santobono. Saturare il nostro filtro territoriale a fronte della congestione cronica dei Pronto soccorso, significherebbe generare il caos nelle prime linee degli ospedali. Ai miei pazienti più vulnerabili sto proponendo attivamente di vaccinarsi». Preoccupa dunque l'ondata di piena attesa a Natale e che durerà almeno due o tre settimane con inevitabili tassi di ospedalizzazione e anche maggiore mortalità nelle fasce di popolazione minate da età avanzata e pregresse patologie. «Chiaramente sono gli anziani fragili quelli da tutelare - aggiunge Pina Tommasielli, medico di base - Tra l'altro la rete dei medici di famiglia a Napoli è rimaneggiata dai prepensionamenti mentre degli 80 colleghi reclutati questa estate dalla graduatoria regionale circa il 10 per cento ha rinunciato». E se il personale sanitario lancia l'allarme, non è da meno il governatore De Luca. «C'è una situazione drammatica nei pronto soccorsi, non c'è personale - ha detto ieri Vincenzo De Luca - dovremmo prendere misure straordinarie, o di riduzione dei pronto soccorsi marginali se vogliamo tenerli aperti.

Oppure impiegare negli ospedali anche dei giovani medici appena laureati impegnati nelle scuole di specializzazione».

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E in effetti a leggere i dati continua la forte crescita del numero di casi in Italia di sindromi simil-influenzali. L'incidenza è pari a 16 casi per mille assistiti (13,1 nella settimana precedente) e si avvia a un profilo di massima intensità, pericolosa per l'impatto sugli ospedali. Aumenta l'incidenza in tutte le fasce di età ma i più colpiti sono quelle pediatriche (50,2 casi per mille assistiti, dato di massimo impatto sulle reti pediatriche). «La curva dell'incidenza - conferma Saverio Annunziata, medico di famiglia - è in netta e rapida ascesa e si combina con quella di Sars-Cov-2 con studi ormai iperaffollati. Per le decine di richieste di prescrizioni terapeutiche, diagnostiche, di certificazioni di vario tipo siamo saturi». La richiesta di vaccinazione antinfluenzale è dunque in rapida crescita: può essere fatta da medici e pediatri di famiglia, in farmacia e nei distretti, gratuitamente in tutte le fasce di popolazione a rischio per età (più di 65 anni) e per patologia. La Asl Napoli 1 ha avviato un piano ad hoc. La media dei vaccinati over 65 a livello regionale si aggira intorno al 50% con picchi intorno al 75/80% in alcuni distretti Consigliato l'uso delle mascherine a tutti i fragili. 

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