Influenza aviaria, tampone negativo per l'uomo ricoverato al Monaldi: è H1N1

Le condizioni cliniche del paziente restano molto critiche e la prognosi è riservata

Ricoverato al Monaldi, non è aviaria ma H1N1
Ricoverato al Monaldi, non è aviaria ma H1N1
di Ettore Mautone
Martedì 25 Aprile 2023, 10:00 - Ultimo agg. 26 Aprile, 08:37
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Il paziente di 50 anni, proveniente dall'ospedale di Scafati e ricoverato due giorni fa nella rianimazione dell'ospedale Monaldi con una grave polmonite bilaterale, ha contratto un'influenza comune, del tipo H1-N1. Infezione sicuramente pericolosa, soprattutto nei pazienti fragili, ma certamente non tanto quanto la temutissima Aviaria. Nonostante ciò le sue condizioni cliniche restano molto critiche e la prognosi, al momento, resta riservata. L'uomo è collegato ad un'apparecchiatura Ecmo, una macchina che in circolazione extracorporea sostituisce la funzione dei polmoni, profondamente danneggiati e per questo al momento incapaci di scambiare ossigeno e cedere anidride carbonica. In Campania solo la rianimazione del Monaldi diretta da Antonio Corcione, per le necessità delle attività cardiochirurgiche e l'unità intensiva del vicino Policlinico Federico II diretta da Giuseppe Servillo, sono dotate di questa sofisticata tecnologia.

«Il paziente - chiarisce Giuseppe Fiorentino direttore sanitario dell'azienda dei Colli, pneumologo e rianimatore, responsabile dell'unità di sub intensiva che ha accolto il maggior numero di pazienti Covid durante la pandemia - presenta un tampone positivo per influenza H1N1, un ceppo influenzale già presente e diffuso ma che effettivamente quest'anno ha dato luogo ad un picco di polmoniti che si sono registrate in tutti i pronto soccorso della Campania e anche nel resto d'Italia.

Casi che tuttavia abbiamo sempre visto anche in passato, con quadri clinici severi soprattutto in pazienti fragili e anziani, casi negli ultimi anni oscurati dalle migliaia di infezioni da Covid-19». Quel che è certo, dunque, è che non si tratta di influenza aviaria (H5N1), ipotesi che avrebbe posto rilevanti problemi anche di natura epidemiologica. Quello dell'aviaria è un ceppo virale diffuso negli uccelli ma che nei volatili selvatici si sta diffondendo a macchia d'olio soprattutto in Cina ma anche in Europa e in Italia (vedi la strage di gabbiani sul Garda). Per questo si teme che possa compiere un salto di specie. «Uno spillover - chiarisce Fiorentino - per ora rimasto confinato a pochissimi casi sporadici registrati solo in alcune zone del mondo». Sono in effetti tre o quattro i casi di Aviaria nell'uomo nel 2023 ma circa 200 milioni gli animali infetti colpiti. Nel caso in cui dessero luogo a mutazioni e a un salto di specie, potrebbero innescare una nuova pandemia. Il paziente resta al Monaldi in grave pericolo di vita a causa di un virus che siamo abituati a considerare banale, cosa che invece non è: «L'H1N1, apparso nel 2009 sulla scena epidemica - spiega Corcione - è un sottotipo di virus di influenza umana che contiene geni di virus aviari, suini e umani in una combinazione che fu osservata per la prima volta in quegli anni. I nuovi virus sono spesso il risultato di un riassortimento di geni provenienti da altri virus (scambio di geni). Il virus A/H1N1 è il risultato di una combinazione di due o tre virus dell'influenza suina e che contenevano geni di origine aviaria e umana. Ha sempre dato luogo ad alcuni casi più gravi. In questo gioca un ruolo la compromissione immunitaria che abbiamo osservato. Dagli esami ematochimici preliminari è emersa una rilevante carenza di anticorpi IgG e IgM e sono in corso ulteriori accertamenti. Non è escluso che il virus stesso l'abbia potuta indurre. Dobbiamo sempre tenere alta la guardia contro le malattie infettive emergenti».

Intanto anche il Covid, pressoché scomparso dalla scena, fa registrare una piccola ripresa. L'Istituto superiore di Sanità, una settimana fa, ha riattivato la sorveglianza su scadenza settimanale anziché mensile. A Napoli si sta approfondendo l'anomalia dei 4 casi di virus Delta individuati al Policlinico Federico II a fronte di ricombinazioni circolanti in Italia solo Omicron e la ritenuta estinzione dei ceppi Delta. Si pensa dunque a un errore o all'uso di una piastra contaminata. 

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