Inquinamento, indagine sulla Sma: cinque nomi sul registro della Procura

Inquinamento, indagine sulla Sma: cinque nomi sul registro della Procura
di Mary Liguori e Marilù Musto
Martedì 25 Giugno 2019, 07:30
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La Terra dei fuochi, lo sviluppo di uno dei poli industriali di massima importanza per il Mezzogiorno. Cinque nomi iscritti sul registro dei pm, un depuratore senza corrente, in pratica fuori uso, e due aziende blasonate accusate di non aver rispettato la normativa ambientale in un'area, come quella casertana, che è sotto i riflettori per le problematiche legate all'inquinamento. Sono gli ingredienti delle due inchieste che, tra mercoledì e venerdì scorsi, hanno portato la Procura di Santa Maria Capua Vetere ad assestare due durissimi colpi in materia di criminalità ambientale. Con due indagini, per ora parallele, che riguardano da un lato la Sma Campania, dall'altro il Consorzio Asi di Caserta. E che coinvolgono anche i vertici del polo orafo Tarì e dell'Ifis spa, azienda che tratta e lavora filati sintetici.
 
Ma andiamo con ordine, alla giornata di venerdì, quando come anticipato da Il Mattino, è scattato il sequestro d'urgenza della griglia-depuratore in cui confluiscono i canali dei Regi lagni che attraversano numerosi comuni del Casertano. Lo stato in cui i consulenti della Procura diretta da Maria Antonietta Troncone hanno trovato la griglia è a dir poco paradossale. L'impianto non è collegato alla rete elettrica, ma si serve di un generatore e il ciclo manutentivo previsto è stato ritenuto del tutto inadeguato alle reali esigenze. Non ci sono telecamere a guardia dell'impianto che non assolve la sua funzione. Per questa ragione, è scattato il sequestro d'urgenza con facoltà d'uso, ma il dispositivo reca una serie di prescrizioni cui la società individuata dalla Procura come responsabile, ovvero la partecipata della Regione, Sma Campania, dovrà rispondere in sette giorni. Ché, come è noto, la griglia interessa i comuni di Marcianise, Gricignano d'Aversa, ma serve soprattutto il Litorale Domitio e in particolare Castel Volturno, dove la stagione estiva s'è aperta, due settimane fa, con un'onda nera che ha rovinato il mare per ben due giorni. Un liquido non meglio identificato quello che ha insozzato il mare casertano, un liquido peraltro mai analizzato, perché l'Arpac è intervenuta solo il martedì successivo la sua comparsa, quando ormai lo specchio d'acqua domitiano era tornato limpido. Per la griglia è stato nominato custode giudiziario il sindaco di Castel Volturno, Luigi Petrella. Sul Litorale il problema abusivismo edilizio, sul quale pure la Procura sta intervenendo, fa il paio con gli scarichi non controllati. Ma mercoledì scorso tra le ragioni dei miasmi che infestano l'entroterra i pm hanno individuato delle cause inaspettate.

I magistrati fanno riferimento a scarichi abusivi anche per l'altra inchiesta, quella che riguarda l'Asi Caserta, fascicolo che vede indagato il presidente Raffaella Pignetti, e due tecnici del Consorzio, l'ingegnere Nicola Vitelli e l'architetto Enrico Roberto Martino. Con i loro nomi, nel registro degli indagati ci sono quelli dei massimi vertici del Tarì e dell'Ifis Spa, Giovanna Cafaro e Pasquale Capasso. Per tutti loro, l'accusa è di avere bypassato la normativa ambientale in riferimento agli scarichi del Tarì e dell'Ifis. Nel dettaglio, secondo quanto reso noto dalla Procura nella giornata di sabato, in località Pozzo Bianco, a Marcianise, zona in cui si trova il collettore del Consorzio Asi, il canale riceve lo scarico di acque reflue industriali dell'Ifis e del Tarì e ha come ricettore finale il canale idrico superficiale, il condotto Saglianico a sua volta tributario del canale dei Regi lagni. Una mappatura di veleni, quella ricostruita dalla Procura, rispetto alla quale è in atto una inchiesta che ha scatenato un terremoto ai piani alti dell'industria casertana.
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