Invitalia, la promessa di Arcuri:
«Bagnoli, in autunno le ruspe»

Invitalia, la promessa di Arcuri: «Bagnoli, in autunno le ruspe»
di Luigi Roano
Mercoledì 13 Marzo 2019, 09:25
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Allora dottor Domenico Arcuri, amministratore delegato del soggetto attuatore Invitalia, quando si parla di Bagnoli c'è sempre qualche intoppo, accade così da un quarto di secolo. Ora servono i pareri interpretativi del ministero sulla Vas: significa che si rischia un nuovo stop per i cantieri delle bonifiche?
«Se non rischiassi di provocare mi verrebbe da risponderle così: magari fino a tre anni fa ci fosse stato solo un intoppo. Purtroppo a Bagnoli è successo ben altro. Invece, pur considerando che con la pubblica amministrazione l'intoppo è sempre dietro l'angolo, non credo che questa volta ci sarà uno stop al programma di bonifica e valorizzazione. Come, alla fine, non accade più da tre anni: abbiamo fatto 29 gare, un piano di caratterizzazione profondo, dettagliato e certificato, la messa in sicurezza e gli arenili, il dissequestro del Turtle point e così via. Lunedì è stato assicurato che in pochi giorni ci verrà fornita un'interpretazione autentica del contenuto del decreto Vas che ci consentirà di andare avanti».

Anche sui fondi promessi dal Governo - circa 320 milioni - aleggia qualche dubbio, sulla materia cosa pensa?
«Penso il contrario di quello che diceva Macario, se lo ricorda? Bambole, non c'è una lira. Mi spiego. Sono certo che il Cipe rifinanzierà il programma di bonifica e valorizzazione di Bagnoli, la cui portata è troppo rilevante per poter essere interrotto per assenza di risorse. Invitalia ha fatto una richiesta e il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha assicurato che verrà esaudita. Sono certo che al prossimo Cipe accadrà. D'altra parte non diciamo spesso che fatichiamo ad utilizzare i fondi europei per lo sviluppo e la coesione? O che, quando li utilizziamo, lo facciamo male? Bagnoli è un esempio virtuoso ed utile per confutare queste convinzioni».

Al termine della cabina di regia di lunedì si è avuta la sensazione che le Istituzioni sul futuro dell'area ex Italsider parlassero lingue diverse. Come fa un amministratore a lavorare in un simile clima?
«Semplicemente non fermandomi alle sensazioni. Ma limitandomi ad osservare i fatti. Tutte le volte che posso concorrendo a farli accadere. Lunedì sono andato via dalla cabina di regia molto più ottimista di quanto lo fossi quando vi sono entrato. E mi basta».

 
Secondo la Regione, lo ha dichiarato l'assessore Bruno Discepolo, le prescrizioni sono ben 8, così tante da stravolgere il piano.
«Le prescrizioni che impongono modifiche al Praru, al Piano per Bagnoli, non so davvero più come dirlo, sono due. Basta leggere, senza fretta, il documento sottoscritto dai ministri dell'Ambiente e dei Beni culturali. Non solo, queste due prescrizioni - la diversa localizzazione dell'albergo e la diversa geografia dei parcheggi - sono state già recepite. Le altre indicazioni hanno a che fare con le modalità di esecuzione delle attività. Ad esempio, è stata richiesta una presenza più assidua di archeologi durante la fase dei sondaggi. Non solo la assicureremo, ma dire che se ci sono più archeologi si stravolge il piano è un po' fantasioso».

Andiamo nel dettaglio, la gente dopo un quarto di secolo vuole sapere quando si rivedranno le ruspe a Bagnoli per la bonifica, qual è il cronoprogramma di Invitalia? Quando si parte?
«Noi lavoriamo dal 2016 con tre diversi governi e con lo stesso impegno e la stessa tenacia. Avendo raggiunto un positivo livello di interlocuzione con il Comune e la Regione. E, anche se a volte strumentalmente, si ritorna alla stagione delle parole, dire che in questi anni non sia accaduto nulla non è ingeneroso. È falso. Nei prossimi due mesi bandiremo la gara per la rimozione integrale dell'amianto che giace a Bagnoli da 25 anni. A rimuoverlo, di certo nel prossimo autunno, ci saranno le ruspe. Sarà finalmente un giorno in cui chi vorrà, magari in silenzio, potrà ascoltarne il rumore».

La problematica che alcuni suoli sono ancora sotto sequestro giudiziario è un ostacolo insormontabile? Rallenterà la bonifica?
«Credo serva una risposta semplice. Con l'assoluto rispetto che è dovuto all'autorità giudiziaria e alle finalità che persegue, nessun ostacolo è mai insormontabile. Né a Bagnoli né altrove. Ma il sequestro non rallenterà la bonifica. La impedirà. E quindi, sono certo che ciò non accadrà».

Tornando alle prescrizioni, non pensa che l'arretramento rispetto al fronte mare delle strutture ricettive possa far passare la voglia agli imprenditori di impegnarsi su Bagnoli?
«La nuova Bagnoli sarà sostenibile, moderna ed attrattiva. Altrimenti non sarà. E siamo sicuri che una molteplicità di imprese, centri di ricerche e cittadini avrà voglia di viverla e di frequentarla. Ci sarà un waterfront di due chilometri, in uno dei luoghi di mare più belli del Sud. Nel quale abbiamo il dovere di rimborsare i cittadini dei danni che sono stati fatti negli ultimi 25 anni».

In conclusione mi consenta una provocazione: perché il Mibac ha tollerato la colmata per 25 anni e oggi si rizela se gli alberghi sono vicini al mare?
«Non so davvero cosa risponderle. Se non che il Parlamento italiano ha emanato nel 2006 una norma che prevede la rimozione integrale della colmata e che quando noi abbiamo iniziato ad occuparci di Bagnoli si è dibattuto per mesi se doveva essere rimossa. Dimenticandosi che in un Paese normale le leggi si fa prima ad applicarle che a interpretarle o, peggio, a far finta che non ci siano».
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