Segui Il Mattino su Facebook, clicca qui
Dagli aspetti logistici ed economici - tipo spostamenti, assistenza sanitaria, vacanze e acquisti di terreni - a quelli militari: un sistema concepito per blindare la latitanza di un boss della camorra, uno in grado di spostare soldi e consenso, di intervenire nelle dinamiche economiche e politiche della regione. La spiega così la sua grande fuga dalle maglie dello Stato, il pentito Antonio Iovine, nel ricostruire la gerarchia del suo clan.
E nel raccontare affari e prestanomi, che gli hanno consentito di controllare aziende e pezzi di terreni, secondo quanto emerso dal provvedimento firmato ieri dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con cui sono stati sequestrati circa due milioni di beni e scoperti almeno dieci prestanome dell’ex boss.
Leggi Il Mattino per tre mesi a soli 9.99€ - Clicca qui per la PROMO