Isca, c'è un nuovo vincolo: si riaprono i giochi per l'isolotto di Eduardo De Filippo a Massa Lubrense

Isca, c'è un nuovo vincolo: si riaprono i giochi per l'isolotto di Eduardo De Filippo a Massa Lubrense
di Antonino Pane
Giovedì 22 Settembre 2022, 00:04 - Ultimo agg. 16:35
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Potrebbe essere un vincolo storico-artistico e archeologico a far acquisire Isca al demanio pubblico. L’isola che fu il rifugio di Eduardo De Filippo, di fronte al fiordo di Crapolla, torna d’attualità dopo che la Soprintendenza ha decretato un nuovo vincolo concretizzando nei fatti la possibilità di far esercitare il diritto di prelazione agli enti pubblici territoriali che, ora, in base al codice dei Beni ambientali, hanno 60 giorni di tempo per manifestare concretamente l’interesse all’acquisizione dell’isolotto. Naturalmente occorreranno 10,3 milioni di euro e cioè la stessa cifra che due imprenditori di Positano, Giacomo Cinque e Riccardo Ruggiti, impegnati nel campo della moda, hanno versato agli eredi di Eduardo De Filippo.


Davanti a questo nuovo scenario il sindaco di Massa Lubrense, Lorenzo Balducelli, ha scritto al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, al sindaco della Città Metropolitana Gaetano Manfredi e al governatore della Campania Vincenzo De Luca. «Ho chiesto - dice Balduccelli - di avviare subito un percorso per portare Isca nel patrimonio pubblico.

Quell’isola è un bene troppo importante per Massa Lubrense, per la Campania, l’Italia, il mondo: non può e non deve finire in mani private». C’è un salvataggio in extremis da avviare, insomma: non si può dimenticare, infatti, che già ad ottobre scorso ci fu, in sede di compravendita, l’opportunità di esercitare il diritto di prelazione da parte dell’Area Marina Protetta di Punta della Campanella e del ministero della Transizione ecologica. L’isola si trova, infatti, in zona B dell’area protetta e in base alla legge sui parchi, l’Ente avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione. Ma la mancanza di fondi a disposizione diede il via libera al trasferimento della proprietà ai due imprenditori di Positano.

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Eduardo De Filippo acquistò Isca negli anni quaranta del secolo scorso dal banchiere Tommaso Astarita. Un’area di 30mila metri quadrati e una casa. Un paradiso che si trova di fronte al fiordo di Crapolla e a poca distanza da Marina del Cantone, la spiaggia di Nerano, da Positano, dalle isole Li Galli. Ora la partita si riapre. E il sindaco di Massa Lubrense, ha subito ripreso in mano il dossier che documenta l’importanza storica, archeologica, ambientale e naturalistica dell’isola. Un voluminoso incartamento in cui vengono documentati, grazie al lavoro dell’Archeoclub di Massa Lubrense e dell’Archeoclub d’Italia (con le copie di una monumentale pubblicazione di archeologia del Mingazzini del ‘46) la presenza di una grande grotta sottomarina lunga 42 metri, larga 28 metri e alta ben 11 metri, la nidificazione del gabbiano corso. «Inoltre, e anche questo aspetto è fondamentale - dice il presidente della Fondazione Vervece, Gaetano Milone - l’isola è stata la fonte di ispirazione di tante opere per il grande Eduardo. Isca può e deve essere solo di Massa Lubrense».

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Grazie alla Soprintendenza, dunque, si riparte. Il nuovo vincolo storico-artistico ed archeologico di fatto apre alla possibilità di un intervento diretto del Comune di Massa Lubrense, della Città Metropolitana e della Regione Campania. Ed è proprio per questo che il sindaco Balducelli ha subito rivolto al ministro Franceschini, al presidente De Luca ed al sindaco metropolitano Gaetano Manfredi, un vero e proprio appello. «Il Comune di Massa Lubrense - ha detto - non ha i fondi necessari per acquistare Isca ma chiede in modo accorato che l’Isola di Eduardo, sia annoverata tra i beni pubblici, patrimonio non solo di Massa Lubrense ma dell’Italia e del mondo intero».
 

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