Ischia, cantante accoltellato in discoteca: «Ma noi non facciamo dediche, non salutiamo nessuno»

Ischia, cantante accoltellato in discoteca: «Ma noi non facciamo dediche, non salutiamo nessuno»
di Massimo Zivelli
Lunedì 25 Aprile 2022, 08:00 - Ultimo agg. 17:35
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Movida insanguinata. Una notte di vergogna e paura, a Casamicciola, dove un giovane ha ferito a coltellate, dopo averlo preso a calci e pugni, il vocalist della frequentatissima discoteca Blanco, sul lungomare, per poi darsi alla fuga. Il motivo dell'aggressione? Poco prima, all'interno del locale, l'accoltellatore, 28 anni, assieme a suo padre 47enne - entrambi vivono e lavorano a Ischia e sono noti alle forze dell'ordine - si erano avvicinati alla consolle del dj per chiedere con atteggiamenti perentorio al vocalist di salutarli al microfono. Aggiungendo: «Qua comandiamo noi». Insomma la richiesta, anzi la pretesa di un omaggio, in puro stile Gomorra. Ma il collaboratore della discoteca, anch'egli ventottenne, un ragazzo perbene che stava tranquillamente facendo il suo lavoro, si è rifiutato. «Si è rivolto a me in maniera arrogante - racconta il giovane, ancora spaventato, dopo essere stato medicato e dimesso dall'ospedale isolano Rizzoli - e non vi era alcuna giustificazione alla richiesta che mi veniva fatta. Noi non facciamo dediche, non salutiamo nessuno. Motivo per il quale ho risposto che no, non sarebbe stato possibile fare alcun saluto al microfono. Fra l'altro il tipo che mi ha aggredito forse aveva bevuto eccessivamente perchè era davvero insistente». Un saluto dunque con tanto di amplificazione microfonica e un diniego evidentemente inaspettato da parte di chi, con modi arroganti e violenti, è abituato a farsi rispettare. Nel mondo della musica, si direbbe l'esatto contrario di quanto accade con certi neomelodici che volentieri scrivono canzoni e si esibiscono nell'omaggio ai boss. Fatto sta che in un batter d'occhio, nella logica violenta dei due soggetti, è maturato il grave affronto da far pagare anche col versamento di sangue.

Erano da poco passate le 3.30 della notte fra sabato e domenica, nel pieno di un weekend da grandi numeri per l'isola, quando la follia si è scatenata in tutta la sua parossistica violenza.

Il 28enne, ricevuto il no, va in escandescenze e inizia a discutere con un paio di addetti alla sicurezza del locale. «Se non l'avete capito, qui comando io», avrebbe detto il giovane ai gestori del Blanco, stando a quanto raccolto poi nelle testimonianze degli investigatori. Nessuno, però, avrebbe mai pensato che l'offeso facesse il giro del locale e, dopo essersi portato alle spalle della consolle, aggredisse il vocalist con calci e pugni. A dare manforte all'aggressore è subito arrivato anche suo padre, originario del Napoletano, ma da alcuni anni residente sull'isola dove ha gestito alcuni negozi di abbigliamento low cost ed attualmente si occupa della conduzione di un bar. Mentre l'uomo colpiva a calci e pugni lo sventurato ragazzo, il figlio improvvisamente ha estratto un coltello a serramanico con cui lo ha colpito all'addome. Un solo fendente, per fortuna non troppo profondo: poi entrambi hanno allentato la presa sul vocalist e lo hanno scaraventato a terra, e approfittando dell'inevitabile caos che si era scatenato sono scappati all'esterno del locale. La sicurezza e la direzione del Blanco hanno allertato immediatamente i carabinieri e i sanitari del 118. Al pronto soccorso dell'ospedale Rizzoli, al vocalist sono stati praticati quattro punti di sutura alla ferita all'addome; gli accertamenti hanno stabilito che nessun organo vitale era stato intaccato dalla lama. Così il giovane ha potuto fare ritorno a casa.

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Trattandosi di soggetti violenti già noti, i carabinieri non hanno avuto difficoltà a capire chi fossero stati gli autori della violenza. Il 47enne, molto conosciuto sull'isola per le ingenti somme di denaro maneggiate e spese in maniera assai disinvolta, è stato raggiunto, fermato e denunciato a piede libero per aggressione e lesioni. Suo figlio invece ha fatto perdere ogni traccia ed è attualmente ricercato. Con tutta probabilità, qualora non venisse beccato prima, si costituirà quando sarà più chiara l'ipotesi di reato per la quale i magistrati della Procura napoletana intendono procedere nei suoi confronti. Sulla vicenda è intervenuto anche un ischitano di adozione come il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli. «Basta con gli omaggi pubblici ai criminali, non se ne può più con questi cafoni, prepotenti e violenti» accusa il rappresentante dei Verdi, che accomuna l'episodio dell'altra notte ai tanti che a Napoli e dintorni si sono susseguiti negli ultimi mesi. Di certo un campanello d'allarme per la movida ischitana, all'inizio di questa che negli auspici di tutti sarà la stagione della ripresa dopo due anni di chiusure e limitazioni forzate. 

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