Ischia, paralisi giustizia: Tribunale «dimenticato» senza capo e cancellieri

Ischia, paralisi giustizia: Tribunale «dimenticato» senza capo e cancellieri
di Massimo Zivelli
Domenica 20 Ottobre 2019, 09:00
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Con l'amministrazione della giustizia al Tribunale di Ischia e Procida che si trova a un passo dal collasso definitivo, l'Assoforense delle isole decide di affidare il futuro delle sue battaglie a Giampaolo Buono, l'avvocato che già in passato aveva dimostrato di saper unire alle capacità diplomatiche anche quella determinazione del carattere che tanto occorre nei momenti più difficili. E che la sede staccata isolana del Tribunale di Napoli stia vivendo uno dei suoi momenti più critici della sua storia, questo è fuori da ogni ragionevole dubbio. Alle storiche e croniche carenze nell'amministrazione della giustizia civile, ai ritardi biblici dell'Ufficio del giudice di pace, da alcuni mesi si è aggiunta la paralisi pressochè totale della giustizia penale.
 
Da un lato l'arresto del dirigente, il giudice Alberto Capuano finito sotto inchiesta a Roma per fatti che però non riguardano la gestione del suo ufficio ischitano, e dall'altro la mancanza di cancellieri stanno determinando il blocco totale dei processi. Il magistrato che era stato incaricato al posto di Capuano, e che era stato solo saltuariamente presente a Ischia alla ripresa post-estiva delle udienze, ora è stato nominato in Corte d'Appello e quindi ha abbandonato del tutto l'incarico. Per quanto riguarda i cancellieri, da un anno a questa parte e dopo gli ultimi pensionamenti, dal Tribunale di Napoli ne vengono incaricati a comando dei supplenti, con un sistema a rotazione fra quelli in servizio al Centro Direzionale. Nella pratica quotidiana, però, solo raramente qualcuno di questi supplenti si è realmente presentato in servizio a Ischia. E ciò significa anche che senza cancellieri operativi negli uffici, addirittura le sentenze non possono essere pubblicate e quindi essere rese esecutive. Un pasticcio di quelli davvero complicati a Ischia dove tutti, dagli avvocati agli amministratori locali e fino alle associazioni sparse sul territorio, da un decennio lottano per non vedersi strappare la sede distaccata del Tribunale ed essere accorpati alla mastodontica struttura centrale napoletana. Fino a questo momento sono stati i numeri assai alti del contenzioso sia civile che penale (statisticamente parlando, fra i più alti d'Italia) a scongiurare che il Tribunale venisse chiuso e accorpato come già è accaduto in tante parti d'Italia. Oltre ventimila le cause ancora pendenti nel civile.

Ischia ha già perso nel 2017 il giudice del lavoro, e oggi centinaia di procedimenti che riguardano lavoratori e datori di lavoro isolani attendono di essere discussi a Napoli. Per quanto riguarda il penale, con la gestione del giudice Capuano la massa dei processi si era andata a ridurre. Poi è successo quello che è successo e l'allarme rosso torna a campeggiare sulle aule penali isolane. Chiarissima dunque la scelta operata dagli avvocati di Ischia e Procida nell'indicare come loro presidente e portavoce Giampaolo Buono che ha raccolto il 70% dei voti contro lo sfidante Francesco Pero, e piazzato tutti i suoi uomini nel direttivo. Buono per anni ha guidato la battaglia per ottenere il rafforzamento del Tribunale isolano, portando spesso a casa risultati positivi, a costo però di un massacrante impegno che l'aveva visto direttamente sui tavoli romani del ministero. L'altro pilastro sul quale gli isolani adesso dovranno fare affidamento per ottenere una inversione di rotta resta il sindaco di Forio. La settimana scorsa Francesco Del Deo è stato eletto presidente nazionale dell'Ancim, l'associazione in senso all'Anci che raccoglie i 37 sindaci delle isole minori.
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