Ischia, sos dei pazienti oncologici
al ministro Speranza: «Dateci la Pet-Tac»

Ischia, il presidio dove si svolgono le chemioterapie
Ischia, il presidio dove si svolgono le chemioterapie
di Ciro Cenatiempo
Domenica 9 Gennaio 2022, 16:26
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«Egregio ministro Speranza, le scrivo perché da diversi mesi cerco di far comprendere alle istituzioni la vitale importanza dell’installazione di un macchinario per la Pet-Tac nell’isola d’Ischia. I disagi che noi pazienti oncologici siamo costretti a sopportare sono disumani: ogni volta che dobbiamo sottoporci a un esame per verificare come reagisce il cancro che sta dentro di noi alle cure chemioterapiche o radioterapiche, dobbiamo per forza attraversare il mare per raggiungere un centro attrezzato in terraferma. Non ne possiamo più, nessuno ci ascolta e ci sembra di morire due volte, lentamente».

Comincia così l’appello indirizzato oggi al ministro della Salute Roberto Speranza e al governo da parte di Silvio Carcaterra, 48 anni, sposato e padre di una splendida bambina di 8 anni. Un documento che è stato sottoscritto in qualità di portavoce di circa 500 pazienti oncologici ischitani, di tutte le età. Non mancano, purtroppo, bambini e adolescenti che si recano periodicamente presso il presidio sanitario «San Giovan Giuseppe» per sottoporsi alle terapie tradizionali.

La richiesta è stata già indirizzata nelle scorse settimane a Papa Francesco, al presidente della Repubblica Mattarella, e alle autorità amministrative e sanitarie, a cominciare dai sindaci e dal direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord, D’Amore.

Ma, finora, non c’è stata alcuna risposta concreta.

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«Ogni volta che viaggiamo e ci spostiamo dall’isola per fare la Pet-Tac corriamo il rischio, sempre maggiore, di contrarre il Covid 19. Come se non bastasse, per molti di noi le forze sono ormai ridotte – si legge nella lettera indirizzata da Silvio Carcaterra al ministro – e non siamo affatto al cento per cento. Le chiedo di aiutarci a colmare questo disagio, di mettere in condizione noi pazienti oncologici di combattere davvero la malattia, il cancro; e con meno stress, con più serenità: abbiamo bisogno di questo benedetto macchinario per affrontare meglio questa battaglia. Le fatiche e le paure sono infiniti. Le spese sono enormi e molti sono costretti a rinunciare ai controlli, fondamentali per tutelare i nostri diritti, per garantirci una aspettativa di vita. La situazione ha superato i confini della sopportabilità, e confido nel suo buon cuore affinché, grazie al suo intervento, ci possa essere una svolta».

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