Isole Covid free? Sì, ma senza fretta: prenotato solo il 15% dei 60enni

Isole Covid free? Sì, ma senza fretta: prenotato solo il 15% dei 60enni
di Enrico Ferrigno
Giovedì 22 Aprile 2021, 10:00
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Inaugurati tre nuovi centri vaccinali ad Acerra, Mugnano e Frattaminore, ma sono ancora poche le prenotazioni di coloro che hanno un'età compresa fra i 60 e i 69 anni. Attualmente per questa fascia d'età sul territorio dell'Asl Napoli 2 Nord hanno aderito alla campagna vaccinale solo il 20 per cento dei 140 mila residenti nei 32 Comuni. E a Ischia e Procida, che da settimane si battono per rendere le isole «Covid free» con una vaccinazione di massa, la percentuale delle adesioni scende al 15 per cento. Su 8757 residenti di età compresa tra i 60 ed i 69 anni nelle due isole, solo in 1300 circa si sono registrati sul portale della Regione. E questo nonostante siano stati allestiti tre hub vaccinali, due nell'isola verde e uno a Procida. E nonostante anche la forte sponsorizzazione per una vaccinazione di massa più volte evidenziata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, bloccata dal commissario di governo Figliuolo. 

Agli inizi di aprile, appunto per realizzare velocemente la vaccinazione dei residenti a Capri, Ischia e Procida in vista della stagione turistica, l'Asl 2 Nord allestì un apposito spazio sul suo portale dove i residenti, indipendentemente dall'età, potevano prenotare il vaccino. La vaccinazione di massa era stata richiesta dai sindaci delle isole appunto per rilanciare il comparto turistico e per ovviare alla scarsa dotazione sanitaria locale, che aveva determinato nei mesi scorsi il trasferimento sulla terraferma degli ammalati di Covid. Ma il progetto è stato sospeso dal governo: si deve procedere per fasce d'età, non per residenza. «La percentuale dei prenotati alla vaccinazione - ammette Francesco Del Deo, sindaco di Forio e presidente dell'Ancim, l'associazione dei Comuni delle piccole isole - è indubbiamente molto bassa.

Tanto più considerato che in questa fascia di età c'è almeno un 10 per cento di persone che risultano residenti, ma non vivono sulle due isole. Ma non ne faccio una questione di indifferenza, gli isolani hanno tutta l'intenzione di vaccinarsi: il problema - assicura Del Deo - è che molti sono in difficoltà con la registrazione elettronica sulla piattaforma. Noi come Comune abbiamo anche allestito uno sportello per aiutarli, ma non basta. Ci vorrebbero tanti Covid day, per potersi recare all'hub senza prenotazione e vaccinarsi perché è vitale per le piccole isole essere Covid free». Del Deo stamattina sarà a Roma dal commissario Figliuolo per tentare di sbloccare la vaccinazione di massa su tutte le piccole minori. «Qui non è solo una questione di tutelare la stagione turistica, ma di garantire dal punto di vista sanitario gli abitanti delle isole minori, dove il medico si reca due volte a settimana. Da Ischia, per esempio, per trasferire un ammalato grave a Napoli occorrono in media 4 ore. Noi dobbiamo, come è giusto che sia, prima vaccinare le persone fragili, ma dopo chi sono i fragili? Quelli che abitano sulla terraferma o gli isolani?», sbotta il sindaco. 

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Ma se a Ischia e Procida le adesioni vanno a rilento, negli altri comuni non corrono certamente. Ad Acerra sono solo 900 i prenotati sulla piattaforma per un vaccino. E non stanno meglio Casalnuovo, con appena 340 adesioni, e Arzano con 680. Il rischio è che paradossalmente i 18 hub allestiti nell'intero comprensorio dell'Asl 2 Nord potrebbero tra qualche giorno essere costretti a fermarsi per mancanza di persone disponibili a vaccinarsi. L'altro ieri sono state raggiunte le 200mila somministrazioni di dosi, con circa il 97 per cento degli ultraottantenni e l'81 per cento degli over settantenni vaccinati, oltre a 27mila persone fragili e 4.600 disabili. Ma ora la situazione è completamente differente. «Stiamo facendo un grande sforzo organizzativo - dice il direttore generale dell'Asl Antonio D'Amore - per allestire centri vaccinali di grandi dimensioni il più vicino possibile alle comunità che vivono sul nostro territorio. Il successo della campagna vaccinale infatti dipende proprio dalla capacità di andare incontro alle persone e non costringerle ad eccessivi spostamenti». Dopo aver lanciato ripetuti appelli, D'Amore gioca un'ultima carta: «Stiamo valutando la possibilità di sperimentare l'accesso diretto alla vaccinazione per la fascia di età tra i 60 e i 69 anni, perchè molte persone lavorano e potrebbero non essere disponibili per gli appuntamenti fissati da noi». 

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