Napoli: paziente morto al pronto soccorso, il ministro manda gli ispettori al San Paolo

L'ospedale San Paolo (foto Renato Esposito)
L'ospedale San Paolo (foto Renato Esposito)
Lunedì 11 Febbraio 2019, 16:41 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 06:45
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«Mio zio stava molto male, ma quando siamo arrivati al pronto soccorso gli hanno assegnato il codice verde. Solo dopo ore è passato al codice giallo ma quando forse era già troppo tardi». È diretto Salvatore Estatico, nipote di Eduardo Estatico, il 72nne deceduto sabato sera nell'ospedale San Paolo di Napoli dopo un'attesa di sei ore, nello spiegare la rabbia e la denuncia sporta contro l'ospedale napoletano. Secondo i familiari l'uomo è stato lasciato in attesa per ore, nonostante vomitasse e accusasse forti dolori. Diversa la versione della direzione dell'ospedale: «Non ha aspettato sei ore, ma in cinque ore è stato sottoposto a ecografia, tac, elettrocardiogramma», afferma Michele Ferrara, direttore sanitario del nosocomio di Fuorigrotta.

Ferrara oggi ha incontrato gli inquirenti e ha scritto una relazione come richiesto dal commissario dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, ma sarà ora la magistratura ad appurare cosa è accaduto in quelle ore in cui Estatico ha trovato la morte al San Paolo per un'occlusione intestinale. Gli inquirenti hanno sequestrato le cartelle cliniche e le analisi e nei prossimi giorni sarà eseguita l'autopsia per fare luce sull'accaduto.

In campo c'è il ministero della Sanità che invierà una ispezione urgente per stabilire, ha disposto il ministro Giulia Grillo, se a determinare il decesso abbiano contribuito difetti organizzativi e se siano state rispettate tutte le procedure previste a garanzia della qualità e sicurezza delle cure.
 




Ma per i familiari è il giorno della rabbia: «Mio zio aveva dolori atroci all'addome - spiega ancora Salvatore Estatico - ma il codice assegnatogli da un infermiere non gli ha permesso di avere le giuste attenzioni e solo in serata gli hanno cominciato a fare esami clinici. Ho visto tanta indifferenza in ospedale, si va al pronto soccorso per essere soccorsi non per fare anticamera. Mia zia in quelle ore ha dovuto fare da infermiera al marito, era seduto su una sedia, non c'era neanche la barella».

Oggi al pronto soccorso l'atmosfera era di tensione ma l'afflusso scarso. Molti pazienti elogiavano i medici ma non sono mancate altre denunce di malasanità: «Dopo una caduta dallo scooter - racconta un paziente - mi hanno detto che il piede non aveva niente. Ho fatto una radiografia privata dopo due settimane e avevo tre fratture».

Il San Paolo soffre anche per la carenza di personale, come tutti gli ospedali napoletani: «Non difendo a oltranza i miei medici - conclude Ferrara - ma tutti i percorsi clinici onestamente mi sembrano che siano stati rispettati. Le carenze di personale ci sono in tutte le specializzazioni, ma non solo da noi. Spero che con i nuovi concorsi che si stanno aprendo potremo avere più medici per una migliore distribuzione numerica dei turni».
 

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