IV Municipalità, niente carte d'identità per i cittadini: «Una vergogna, disservizi intollerabili»

IV Municipalità, niente carte d'identità per i cittadini: «Una vergogna, disservizi intollerabili»
di Antonio Folle
Mercoledì 31 Agosto 2022, 19:13
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«Mercoledì 31 agosto e venerdì 2 settembre 2022 l'ufficio resta chiuso al pubblico. Ci dispiace per il disagio, vi ringraziamo per la collaborazione». Questa è la nota stringata che questa mattina i cittadini della IV Municipalità hanno trovato affissa sul portone del parlamentino e che annunciava la chiusura - per motivi non chiariti - degli uffici addetti al rilascio dei documenti d'identità. Scene di comprensibile rabbia e di esasperazione da parte di molti napoletani che si erano recati questa mattina negli uffici anagrafici di via Gianturco e di via dei Tribunali per ottenere il documento d'identità. Perchè, infatti, la chiusura temporanea degli uffici riguarda non solo la sede di via Gianturco, ma anche la sede del centro antico, escludendo di fatto un potenziale bacino d'utenza di circa 100.000 abitanti da un fondamentale servizio pubblico.

Nella nota non si faceva alcuna menzione alla causa della chiusura, ma con ogni probabilità la IV Municipalità è ancora afflitta dagli atavici problemi di carenza di personale che più volte negli scorsi mesi e negli scorsi anni hanno provocato chiusure di uffici e accorpamenti delle attività.

Una piaga, quella relativa alle difficoltà nell'espletamento delle pratiche per la consegna dei documenti d'identità che, però, non sarebbe solo frutto di croniche carenze di personale, ma anche di una forse ancora più cronica disorganizzazione a livello organizzativo e manageriale. 

La chiusura di questa mattina - comunicata con l'avviso cartaceo e pubblicata sulla pagina web della IV Municipalità - ha scatenato moltissime proteste tra i cittadini, alcuni dei quali si sono detti pronti ad una vera e propria battaglia legale per difendere un diritto essenziale per un territorio tra i più densamente popolati della città. «Ci troviamo di fronte ad un diritto violato - denuncia Rosario Arino - nel silenzio di consiglieri e di addetti ai lavori. Non è la prima volta che accadono fatti del genere e non è la prima volta che i cittadini si vedono costretti a lunghe peregrinazioni per le varie Municipalità al solo scopo di vedersi riconosciuto il diritto al rilascio della carta d'identità. Pochi sanno - continua Arino - che è possibile recarsi anche in altre Municipalità per ottenere la carta d'identità, molto spesso sono gli stessi impiegati che sballottano qui e là i cittadini, mandandoli da uno sportello all'altro e da un ufficio all'altro. Domani protocollerò un documento ufficiale alla presidente che voleva cambiare il mondo ma che, invece, gira a vuoto, al direttore e a chi nel silenzio e nell'indifferenza tace ma che, invece, è sempre presente nelle commissioni-lampo».

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In realtà è bene sottolineare che il problema relativo alla disorganizzazione degli uffici anagrafici non nasce con l'attuale consiliatura ma che si è già verificato diverse volte durante la precedente consiliatura targata Perrella e che non è mancato nemmeno anni addietro, durante la gestione Coppola. L'episodio di questa mattina è testimone di un problema, quello dell'organizzazione degli uffici comunali, che parte molto da lontano e che è probabilmente da ricercare nella decentralizzazione incompiuta delle Municipalità e in una gestione passata forse troppo attenta all'impatto mediatico che alla praticità di certe decisioni.

«La cosa vergognosa - tuona il consigliere della IV Municipalità Enrico Cella - è che a parte quel cartello sgrammaticato i cittadini non sono stati avvisati. Eravamo in ufficio quando abbiamo sentito le grida di diversi cittadini che anche questa mattina erano venuti in Municipalità per i loro documenti. Non è possibile gestire in questo modo un problema che riguarda una fascia così ampia di napoletani, alle prese con un servizio che è un vero e proprio disservizio. Tra le altre cose non credo sia assolutamente corretto comunicare una notizia così importante con un semplice volantino, tra l'altro sgrammaticato, senza alcun timbro del Comune e senza la firma del dirigente che ha autorizzato la chiusura degli uffici. Questo cosa significa - la domanda di Cella - che chiunque può affiggere i cartelli che vuole in un luogo pubblico? Purtroppo scontiamo un certo lassismo da parte di chi dirige questa Municipalità sia a livello tecnico-amministrativo sia a livello politico. Chi ha l'onore e l'onere di gestire un territorio così importante - l'affondo del presidente della Commissione Patrimonio della IV Municipalità - deve cominciare a metterci la faccia a fronte di una problematica così sentita, continuare a fare lo scaricabarile senza affrontare il problema non farà altro che continuare a creare frizioni e tensioni tra gli impiegati, spesso incolpevoli, e tra i cittadini che si vedono negare un diritto così elementare e che, giustamente, fanno sentire tutta la loro rabbia».

Anche quando gli uffici municipali sono aperti "regolarmente", però, i disservizi non mancano. Non sono poche le testimonianze dei cittadini che segnalano di essere costretti a recarsi quasi all'alba agli sportelli della Municipalità per ottenere un "prezioso" numero col quale mettersi in fila in attesa di essere ricevuti. Tanti segnalano che, molto spesso, già intorno alle nove del mattino non è più possibile accedere agli uffici. E così nell'epoca della digitalizzazione dei servizi pubblici, dello Spid e dell'app IO si assiste, nella terza città italiana, a scene da far west condite da liti, insulti e risse fuoribonde scatenate da chi, in fondo, non chiede altro di veder rispettati i suoi diritti di cittadino. 

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