Napul'è mille culure, Benjamin il politico racconta il Ghana: «Innamorarsi e poi restare»

Napul'è mille culure, Benjamin il politico racconta il Ghana: «Innamorarsi e poi restare»
di Rossella Grasso
Sabato 12 Ottobre 2019, 13:23 - Ultimo agg. 23:28
5 Minuti di Lettura
«Sono italiano di origine ghanese». Così Benjamin Jebuni Mensah, presidente dell’Associazione Unione Africana a Napoli inizia il suo racconto. È arrivato in Italia nel 2005. Subito dopo la laurea ha vinto una borsa di studio in Germania dove ha vissuto per qualche tempo. «Ma in Germania fa freddo – racconta – e ai giovani intriga sempre l’idea di viaggiare. Così ho deciso di venire a Napoli dove c’era una mia cugina. Mi sono innamorato prima del clima e poi di una napoletana, Antonella, che poi è diventata mia moglie. Ci siamo conosciuti in chiesa perché faccio parte della comunità di Sant’Egidio. Mentre facevamo attività di volontariato per aiutare i poveri ci siamo innamorati. Poi è nato nostro figlio Vittorio che adesso ha 9 anni».
 

 
I ghanesi in Campania sono oltre 2.000. Per la maggior parte abitano a Castel Volturno dove lavorano nelle campagne per la raccolta di frutta, verdura e pomodori oppure nel commercio, per l’import e l'export. «Si trovano bene lì e istaurano rapporti di amicizia facilmente con le persone del posto – racconta il presidente dell’Associazione Africana – La Campania è come l’Africa: la gente è più accogliente e sorridente, il clima Mediterraneo è bellissimo, si mangia bene e tutto costa meno rispetto al Nord Europa».
 
Jebuni per tutta la vita ha sempre fatto politica. Anche in Italia ha continuato a farla e tre anni fa si è anche candidato come consigliere comunale a Aversa nelle liste del Pd. «È stata una bella esperienza – dice sorridendo – Mi piace fare politica: lo scambio di idee, parlare con le persone. Anche in Ghana faccio parte della classe politica. A Aversa le elezioni sono anche andate abbastanza bene, siamo stati a un passo dall’essere eletti. Io ho avuto 119 voti di persone che credono in me. Era anche l’opportunità per rappresentare la comunità straniera. La prossima volta mi ricandido e forse sarà l’occasione buona». 

Ogni due anni Jebuni torna in Ghana con la sua famiglia. «A mia moglie e a mio figlio piace tanto andare lì – racconta – soprattutto mia moglie non vede l’ora che arrivano le vacanze per partire. Il Ghana è un paese prevalentemente cristiano, per il 70%, 40 cattolici e 30% di altre correnti, poi il 30% di musulmani ma c’è una convivenza assolutamente pacifica. Ci sono varie culture. Nel sud ci sono gli Ashanti che un tempo erano un impero, prima dell’arrivo dei coloni britannici. «Gli Ahanti erano una potenza culturale e anche militare – racconta Jebuni – Ancora oggi due persone su tre parlano la lingua Ashanti perché è facile ed è la lingua del lavoro, anche se quella ufficiale è l’inglese. Poi ci sono più di 54 dialetti, una per ogni etnia esistente. A volte non si capiscono tra loro».
 
La festa più importante che viene festeggiata anche in Italia è l’indipendenza, il 6 marzo. Ogni anno l’ambasciatore del Ghana invita tutti i suoi connazionali a celebrarla insieme mangiando cibi ghanesi, ballando i ritmi africani e ricordando le radici comuni. La comunità a Napoli si trova bene, è ben radicata e organizzata. «Qui è facile trovare per esempio il nostro cibo tipico – racconta Jebuni - Il riso è uno dei nostri piatti principali, poi c’è il foufou, farina di manioca fatta tipo polenta che si mangia condita con carne e sugo, poi ci sono il thise e il banku a base di mais. A Napoli riusciamo a trovare tutto, ci sono anche ragazze ghanesi che vanno in giro a vendere il nostro cibo tradizionale. Poi ci sono vari ristoranti ghanesi. Basta andare lì e ti trovi a casa. Addirittura alcuni miei connazionali che vivono in altre parti di Italia vengono qui per trovare il nostro cibo».
 
La popolazione del Ghana è molto giovane e la voglia di migliorare le proprie condizioni e aiutare la propria famiglia è tanta per cui molti si mettono in viaggio per migliaia di chilometri cercando di raggiungere l’Europa. «In realtà la prima scelta per un ghanese non è l’Italia – spiega Jebuni – Soprattutto per la lingua i paesi preferiti sono la Germania, l’Olanda, la Norvegia, la Svizzera e soprattutto la Gran Bretagna. Ma raggiungere questi luoghi è molto difficile anche perché avere il visto non è semplice». Jebuni racconta che in passato, prima della primavera araba, molti partivano e rimanevano in Libia. Quando la situazione è diventata difficile, hanno deciso di riprendere il viaggio e il primo paese che si incontra per andare in nord Europa è l’Italia. «Qualcuno aveva in programma di ripartire ma poi si è innamorato dell’Italia. Qui le occasioni non mancano – spiega - Soprattutto qui a Napoli troviamo persone bellissime e di cuore. Quando sento parlare di razzismo tra gli italiani mi sembra strano perché la maggior parte di loro è gente immensa». Recentemente la situazione del Ghana è molto migliorata, l’economia si sta sviluppando e molti giovani riescono a trovare lavoro più facilmente. «L’agricoltura sta andando bene – continua il ghanese – e molti imprenditori vengono a investire in Ghana. Per questo adesso sempre più persone decidono di rimanere a casa e altre invece vogliono tornare e investire i soldi che hanno guadagnato nella propria nazione».
 
Ci sono alcuni detti famosi in Ghana come «da solo si va veloce. Insieme si va lontano», oppure «quello che basta per una persona va bene anche per due». L’ospitalità ghanese è proverbiale ovunque tanto che tutte le persone che arrivano subito si trovano davanti un ghanese sorridente che vuole fare del bene. «Conosco Franco, un imprenditore italiano che ha aperto un ristorante in Ghana - conclude Jebuni - che mi ha detto che non vuole più tornare in Italia e che adesso quella è casa sua. Ti ho detto tutto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA