«Io, da Kabul a Napoli per studiare,
sogno una vita lontano dalla guerra»

«Io, da Kabul a Napoli per studiare, sogno una vita lontano dalla guerra»
Mercoledì 9 Febbraio 2022, 08:19 - Ultimo agg. 08:28
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Difficile dimenticare la marea umana davanti l'aeroporto di Kabul lo scorso agosto. Persone che cercavano di scappare dai talebani e speravano di essere tra i fortunati a salire sui ponti aerei umanitari che li avrebbero portati verso una vita lontana dagli affetti più cari, ma liberi dalle costrizioni dei fondamentalisti. Pochi sono riusciti ad arrivare in Europa, ma a migliaia sono scappati verso i confini con gli altri Paesi, spesso poco amichevoli con gli afgani ma sempre meglio dei talebani, sopravvivendo nei campi profughi. Tra questi anche Faridullah Rohi che dopo un'odissea durata oltre sei mesi è finalmente arrivato in Italia e ieri è riuscito a immatricolarsi al corso di laurea magistrale in Data Science dell'Università di Napoli Federico II, ottenendo anche una borsa di studio. Per questo giovane e bravo ingegnere proveniente da un paesino vicino Kabul inizia un nuovo capitolo della propria vita, circondato dalla comunità federiciana che lo sostiene attraverso gli Ufficio Relazioni Internazionali.

«Grazie professore, significa molto quanto avete fatto per me come studente afgano. Apprezzo davvero tutti gli sforzi che avete compiuto, sono davvero grato a lei e a tutto lo staff della Federico II che mi ha aiutato molto durante tutti questi mesi difficili». Le parole di Faridullah vengono dal cuore. Non appena incontra Giuseppe Longo, coordinatore della laurea magistrale in Data Science, non trattiene la gioia e lascia andare le emozioni che aveva trattenuto per mesi, circondato solo da orrore, violenza e disperazione. «Dopo una lotta durata sei mesi la Federico II è riuscita a portarlo a Napoli. Non è stato affatto facile, anzi, abbiamo trovato poca disponibilità da parte delle autorità pakistane, dove Rohi si trovava una volta scappato da Kabul» racconta il docente. «Ha trascorso tutto questo tempo in un campo profughi in condizioni igieniche e sanitarie precarie. Non appena Rohi ci ha informato che non riusciva a ottenere un visto per venire in Italia, dove era stato ammesso al corso in Data Science, la straordinaria macchina della Federico II si è messa in moto». Primo tra tutti a intervenire è il rettore Matteo Lorito che ha procurato allo studente una borsa di studio, poi Giorgio Serino, Anita Governi, Maria Pino, Vincenzo Morra e tutto l'Ufficio Relazioni Internazionali che ha lavorato a stretto contatto con la Farnesina per portare Rohi a Napoli «ma abbiamo dovuto lottare strenuamente per riuscirci» continua Longo.


Il 27enne ingegnere afgano aveva partecipato alle selezioni internazionali dell'Università di Napoli Federico II per accedere al prestigioso corso magistrale in Data Science rientrando nella graduatoria.

All'emozione dell'obiettivo raggiunto nel giro di pochi giorni è subentrato il terrore di venire perseguitato dai talebani, ha provato a salire su un volo per l'Italia, ma non riuscendoci è andato in Pakistan. «L'ambasciata di Islamabad non rispondeva alle esigenze del ragazzo, dopo mesi la Farnesina gli ha suggerito di spostarsi in Iran, dove l'ambasciatore, informato sui fatti, era pronto ad aiutarlo». Faridullah raggiunge Teheran e ottenuto il visto parte per l'Italia. «Ora vive in una nostra residenza universitaria. Dopo il primo choc culturale nel vedere una città così diversa dal suo Paese, sul suo viso si è stampato un sorriso di gioia, conscio che ora ha una nuova vita davanti e inizia da Napoli». Tuttavia il giovane serba timori per la moglie, rimasta lì e privata della libertà di studiare, e la Farnesina si sta dando da fare per riuscire a ricongiungerla al consorte.

mg.cap.

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