Napoli, allarme suicidi a Poggioreale,
due in tre giorni: «Sovraffollamento»

Napoli, allarme suicidi a Poggioreale, due in tre giorni: «Sovraffollamento»
di Maria Pirro
Martedì 2 Luglio 2019, 09:17
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Ciro e Francesco si sono impiccati in cella, un anziano ha avuto un infarto ma questa è stata la scintilla che ha acceso una nuova protesta a Poggioreale dopo la rivolta dell'altra settimana. «Salgono così a tre i morti in tre giorni, e il bilancio rischia di aggravarsi ancora», avverte il garante dei detenuti Samuele Ciambriello che in mattinata è stato nel padiglione Firenze, lì dove si è registrata l'ultima tragedia. Sempre in giornata, una delegazione del M5s e i volontari di Antigone hanno visitato la struttura che conta 2324 reclusi anziché 1637 previsti, e ha diversi reparti, peraltro, in ristrutturazione. «Il sovraffollamento - aggiunge Ciambriello - è una vera e propria pena accessoria, che destabilizza».

 

GLI EPISODI
Il primo suicidio risale alle 3 di sabato 28 giugno: Ciro C., 38enne di Cercola, recluso con il cognato e altri sette in cella, nel padiglione Napoli e iscritto al laboratorio teatrale, sarebbe tornato in libertà nel 2022. Domenica, alle 16, il secondo decesso per cause naturali: stroncato dall'infarto, un 72enne nel padiglione Roma. Ieri, dunque, il gesto estremo di Francesco V.: da un anno in carcere, per la prima volta, e da qualche mese provato dall'improvvisa scomparsa della sorella che andava sempre ai colloqui. «Il 49enne, come puntualmente accade, non aveva manifestato segnali di disagio», riferisce Ciambriello, che aggiunge questo dettaglio: «In serata lui aveva anche cucinato per i suoi compagni di cella», sette in una stanza. Ma come si può intercettare e affrontare una condizione di malessere più profonda senza avere un'assistenza adeguata? Insufficiente è il numero di educatori e psicologi e altre figure indispensabili dietro le sbarre, così come resta carente la rete ospedaliera. Scarseggiano i posti letto per i ricoveri («Solo 36 riservati nella regione», denuncia il garante), e c'è da aspettare più di 12 mesi per banali interventi: non a caso, a far scattare la precedente agitazione è stato il ritardato trasporto di un recluso con la febbre (poi curato per un'intossicazione alimentare al Cardarelli). «L'occasione per ribadire anche altri problemi, dalle criticità igieniche alle condizioni dei reparti», segnala Ciambriello. «Ci sono 12 milioni stanziati tre anni fa dal ministero delle infrastrutture, ma il provveditorato regionale delle opere pubbliche ha eseguito solo due sopralluoghi». E, nell'attesa degli interventi, è stato disposto il trasferimento di 203 persone, di cui 17, su richiesta, fuori regione. Tuttavia, Emilio Fattorello, segretario campano del Sappe, fa notare: «Siamo preoccupati perché agli annunci di sfollamento della struttura fatti dopo la rivolta nel padiglione Salerno, tra l'altro gravemente danneggiato in quella circostanza, non è seguito alcun provvedimento concreto. E il caldo afoso di questi giorni mette a serio rischio la vivibilità delle celle sovraffollate, lasciando dunque la situazione di criticità nella esclusiva gestione del personale di polizia penitenziaria». Nel pomeriggio, tutte le attività sono sospese. «Già dalle 16 non si fa più niente e si vedono solo gli agenti», interviene Ciambriello. Non bastasse, «la polizia penitenziaria è sottorganico di circa 200 unità», dicono i sindacalisti dell'Osapp, Vincenzo Palmieri e Luigi Castaldo, che aggiungono: «Purtroppo, la realtà del Salvia non fa sconti a nessuno». Di qui la richiesta di «urgenti interventi da parte dell'amministrazione penitenziaria» ribadisce Fattorello. A Poggioreale e altrove. In altri istituti l'acqua, ad esempio, è contingentata. E Donato Capece, segretario del Sappe, sottolinea: «Nel 2018 sono nettamente aumentati gli atti di autolesionismo, i suicidi per fortuna sventati in tempo dalle donne e dagli uomini della polizia penitenziaria, le colluttazioni, i ferimenti e persino i tentati omicidi in carcere. Ed è grave che il ministero della giustizia non sia in grado di mettere in campo efficaci strategie di contrasto a questa spirale di sangue e violenza». In Campania ci sono stati, per l'esattezza, 77 tentativi e 11 suicidi (di cui quattro a Poggioreale) nei dodici mesi. Quest'anno gli altri due suicidi sono avvenuti, invece, nel carcere di Avellino e a Benevento.
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