Rivoluzione a Palazzo Sirignano: diventerà un hotel di lusso

Palazzo Sirignano
Palazzo Sirignano
di Fulvio Scarlata
Venerdì 17 Novembre 2017, 08:03 - Ultimo agg. 09:50
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La prima idea era di farne il quartier generale del gruppo Capri, quello dei marchi Alcott e Gutteridge, poi tutto è cambiato. «Molti nostri amici - racconta Nunzio Colella - nel venire a Napoli restavano affascinati dalla città ma ci chiedevano dove alloggiare perché manca un hotel extralusso e quelli di via Parenope sono un po' datati per soddisfare una clientela estremamente sofisticata». Nasce così il progetto di trasformare scalinate mozzafiato e interni di un lusso di altri tempi del palazzo ottocentesco di Chiaia nel Grand Hotel Sirignano, cambiando la destinazione ai milioni prima stanziati per far diventare stanze di antico lignaggio in uffici tecnologicamente avanzati.

Gli ostacoli sono ancora molti. Però l'idea è ormai definita. «Abbiamo dovuto cambiare strategia - racconta ancora Colella che, con i figlio Salvatore, Francesco e Marianna, è il patron dei marchi di abbigliamento Alcott e Gutteridge - Perciò abbiamo acquistato 15mila metri quadri nell'interporto di Nola da destinare alle attività commerciali che sono il nostro core business. E i milioni che avevamo in mente di investire alla Riviera di Chiaia ora sono destinati all'albergo».
 
Tra le torri e il bugnato i 17mila metri quadrati dell'edificio, di cui settemila di superficie commerciale quando la struttura era di proprietà della Tirrenia, dovrebbero ora diventare in gran parte camere dell'hotel. Camere extralusso. Tanto da ipotizzare una suite da 200 metri quadrati e una da 50 metri quadri per una clientela estremamente selezionata. È prevista la piscina nel roof garden, ovviamente la Spa. Al piano terra dove in un primo momento trovava spazio un megastore di Alcott e Gutteridge, ora si progetta la hall e una sala multifunzioni. Tre i ristoranti, di cui uno molto esclusivo aperto alla clientela cittadina, oltre che agli ospiti, sfruttando una seconda porta di accesso a Palazzo Sirignano. E se in un primo momento era previsto un investimento di una decina di milioni per trasformare l'edificio nel cuore di Chiaia e renderlo adatto e tecnologicamente dotato per accogliere uffici, ora si tratta di moltiplicare gli sforzi anche dal punto di vista economico.

Naturalmente sono ancora molti gli ostacoli da superare. Probabilmente ci sarà bisogno di un cambio di destinazione da ottenere non solo dal Comune ma anche dalla Soprintendenza che vorrà assicurarsi che gli sfarzosi interni di Palazzo Caravita di Sirignano, posto proprio accanto alla Villa Pignatelli, non vengano intaccati nei lavori che sarà necessario fare.

«Ci abbiamo riflettuto a lungo - continua Colella - Il nostro primo investimento acquisendo l'edificio era pensato per rinforzare le nostre radici, indissolubilmente legate a Napoli, e per evitare che i tesori della città cadessero in altre mani, come i fondi di investimento dell'estero. Ora pensiamo a un intervento che fin da subito dà lavoro alla città e che, in futuro, ne offrirà ancora di più. Dopo il primo acquisto avevamo detto: questo non è solo un immobile di grande prestigio, è un monumento e ci teniamo che le cose belle di Napoli restino ai napoletani, magari rivalutate. Ci sembra che questo progetto vada in questa direzione».

A giugno Palazzo Sirignano era stato acquistato dal gruppo Capri che è in una fase di espansione commerciale. Con i due marchi leader dell'abbigliamento fast fashion, 1600 dipendenti e 300 milioni di fatturato previsti per quest'anno, l'azienda conta di espandersi in Europa. Già dall'inizio dell'anno sono stati aperti quattro punti vendita a Granada e Barcellona, altrettanti sono previsti nei prossimi mesi ancora in Spagna a Madrid e Barcellona. E nel mirino è già finita Londra.
 
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