L'imprenditrice anti “falsi” Auzino: «Natale, scegliamo il Made in Italy»

L'imprenditrice anti “falsi” Auzino: «Natale, scegliamo il Made in Italy»
Mercoledì 22 Dicembre 2021, 12:32 - Ultimo agg. 12:45
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«La contraffazione è un furto per le imprese e un danno all'occupazione e alla società. Per le feste quest'anno scegliamo di sostenere il Made in Italy». È il grido d’allarme lanciato dall’imprenditrice napoletana, Ornella Auzino, che da anni produce borse per i grandi brand del lusso, battendosi strenuamente contro il fenomeno della contraffazione.  Borse, abiti, scarpe, cellulari, orologi, dvd: non si contano più i prodotti “fake” che possiamo acquistare, anche e soprattutto online. Si stima che il fatturato del mercato del falso nel nostro Paese valga 6 miliardi e 905 milioni di euro. Un fenomeno non da sottovalutare perché insieme ai danni economici ci sono i danni morali spesso sottovalutati: «Contraffazione ed abusivismo contribuiscono allo sfruttamento della manodopera clandestina, del lavoro sommerso e del lavoro minorile - spiega l’imprenditrice - sottraendo importanti spazi all’economia regolare. Senza contare i danni alla salute. Chi indossa capi o accessori fake o ingerisce alimenti contraffatti rischia gravi danni alla salute causati da sostanze altamente tossiche presenti in tali prodotti quali agenti chimici, coloranti, collanti allergenici e cancerogeni».

«Il problema della contraffazione  è culturale.

La contraffazione è sempre stata vista come una cosa normale “che faccio di male?! - alla fine non me lo posso permettere” e anche dal punto di vista delle sanzioni sembrerebbe non sia quasi non è un reato, ma in realtà al di là delle questioni burocratiche, c'è uno sfruttamento di fondo. Perché invece di comprare una borsa falsa non si acquista un brand minore? Così si darà lavoro a persone che come me hanno aziende che producono per altri e produrre  un circolo virtuoso» spiega Auzino.

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Un mercato quello del falso che ha trovato terreno fertile durante la pandemia mettendo a serio rischio la sopravvivenza del tessuto produttivo italiano, fatto in larghissima parte da piccoli artigiani e commercianti eppure il richiamo all'italianità, al Made in Italy, resta sempre e comunque un fattore determinante per la scelta dei consumatori, perché sinonimo di qualità e sicurezza. Manca allora un tassello, ma quale? Secondo Ornella che su questo tema ha scritto un libro intitolato “Fake No grazie” manca l'educazione al valore del Made in Italy: «Manca proprio un pezzo d’informazione ed inevitabilmente questo tipo di mancanza sta modificando anche l'educazione che diamo alle nuove generazioni, ai nostri figli. Alla luce delle settimane che ci attendono per l'acquisto dei regali del prossimo Natale serve dunque una maggiore sensibilizzazione ai consumatori per un acquisto consapevole, ma soprattutto Made in Italy».

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