Napoli, l'infanzia negata ai bambini rom: costretti a rovistare tra i cassonetti

Una bambina di etnia rom rovista tra i rifiuti a Forcella
Una bambina di etnia rom rovista tra i rifiuti a Forcella
di Antonio Folle
Sabato 28 Settembre 2019, 12:41 - Ultimo agg. 13:01
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Scene di infanzia negata nel cuore della Napoli antica. Da ormai diverse settimane, come hanno denunciato a più riprese i cittadini del quartiere, a Forcella si aggirano gruppi di bambini nomadi che rovistano tra i cassonetti alla ricerca di materiali da recuperare per i famigerati mercatini della monnezza. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di bambini di non più di dieci anni, vestiti quasi sempre di stracci, che si arrampicano tra le montagne di rifiuti all'ombra delle pesanti impalcature che ricordano il terremoto del 1980 e che rappresentano uno spinoso problema per un quartiere in pieno rilancio in ottica turistica.

Stando alle ricostruzioni dei residenti i bambini verrebbero accompagnati alle prime luci dell'alba poi poi essere prelevati nuovamente nel pomeriggio. Armati di grosse buste di plastica raccolgono i materiali recuperabili non disdegnando di chiedere l'elemosina ai tanti turisti di passaggio. Particolarmente "graditi" i capi di abbigliamento e gli oggetti di elettronica che vengono rivenduti per pochi centesimi nel mercatino della monnezza a Porta Nolana. La famosa area di libero scambio, ventilata da palazzo San Giacomo come una soluzione al degrado sociale e urbano è, al momento, ancora una chimera. 
 
 

Una non-vita quella dei bambini rom, ingranaggi di un sistema economico che, in molti casi, utilizza manodopera minorile. Se è vero che parte dei bambini che vivono nei campi disseminati in tutta la città vanno a scuola e cercano di integrarsi nella società, è innegabile che una maggioranza di bambini nomadi sono costretti a vivere in condizioni che superano di gran lunga il limite della tollerabilità e avviati fin dalla più tenera età in un mondo del lavoro dove è imperativo - lo raccontano le cronache pressochè quotidiane da ogni parte d'Italia - rispettare le "quote produttive" e l'arbitrio di genitori-tiranni.

La dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo, stilata dalle Nazioni Unite nel 1959 stabilisce il diritto di tutti i bambini di andare a scuola, di essere protetti, di avere una casa, di divertirsi e di avere cure mediche e parentali adeguate. Secondo la Commissione Europea ad oggi in tutta Europa sono circa 12 milioni i rom che vivono in condizione di estrema marginalizzazione e povertà, con un pericoloso aumento di esclusione e segregazione sociale. 

A Napoli secondo le ultime stime del Viminale - censirli tutti è pressochè impossibile - vivono circa 1000 rom. Il dubbio è che, invece, i rom non censiti siano almeno il doppio. I campi-lager in cui vivono sono disseminati in tutta la periferia di Napoli ma i più grandi sono sicuramente quelli di Cupa Perillo e quello di Poggioreale. Ai maxi campi vanno aggiunti i piccoli agglomerati di poche decine di persone che vagano da un punto all'altro dei margini della città e in spaventose condizioni igienico sanitarie, spesso senza acqua corrente e senza bagni. 


I bambini rom di Forcella - provenienti con ogni probabilità da questi campi nomadi - in qualche caso sono stati adottati dai residenti del quartiere che non disdegnano di regalare magliettine o generi alimentari. Molte volte, infatti, i bambini oltre a indossare abiti laceri appaiono estremamente emaciati. Il cuore grande e la generosità dei napoletani, però, non può sopperire alle carenze delle istituzioni che appaiono non in grado di salvaguardare l'esistenza di bambini a cui l'infanzia è stata strappata via nel colpevole silenzio della società. 

«Questi bambini costretti a rovistare tra i rifiuti e ad elemosinare - ha dichiarato Marcello Zuinisi, rappresentante legale di Associazione Nazione Rom - non sono vittime dei loro genitori, ma vittime di una grandissima truffa perpetrata nell'ordine da Salvini, Renzi, Boschi e De Luca. L'Italia ha ricevuto dalla Commissione Europea enormi finanziamenti per il periodo 2014-2020 per garantire ai rom una casa, un lavoro, scuola e protezione sanitaria. Parliamo di circa 7 miliardi di euro che sono stati utilizzati per tutto fuorchè per il loro scopo originario. Per questo - prosegue Zuinisi - abbiamo ottenuto una Commissione d'Inchiesta europea relativamente a questi fondi erogati. Situazioni come quelle di Forcella si verificano in tutta Italia e i bambini ne sono doppiamente vittime. La colpa non è dei loro genitori - la posizione di Associazione Nazione Rom - che, lo ricordiamo, in molti casi discendono dai rom sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Ma è dell'estrema povertà in cui sono condannati a vivere». 
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