La baracca di un clochard a ridosso della tangenziale: «Napoli come le favelas brasiliane»

La baracca di un clochard a ridosso della tangenziale: «Napoli come le favelas brasiliane»
di Antonio Folle
Martedì 17 Maggio 2022, 19:16 - Ultimo agg. 19:54
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Che Napoli sia una città tollerante e accogliente è fuori discussione. Che in città possano accadere cose "strane" sotto migliaia di occhi indifferenti è del tutto evidente. Che si arrivi a costruire, quasi all'imbocco della tangenziale, una baracca fatta di legno, mobili raccattati tra le mini discariche della zona e altri materiali di recupero è un fatto decisamente nuovo. Eppure da alcuni giorni al corso Malta, nello spazio verde che fiancheggia la rampa d'ingresso della tangenziale di Napoli, un senzatetto ha pensato bene di costruirsi il suo appartamento personale, usando la piccola area verde semi-abbandonata situata a pochi metri dalla rampa percorsa dalle auto e costruendovi il suo rifugio. Se in altre zone della città - vedi quartiere Vasto e piazza Garibaldi - la presenza di baraccopoli di piccole e medie dimensioni è ormai un fatto noto, la costruzione di una baracca a due passi dallo svincolo di una strada a scorrimento veloce è sicuramente una novità.

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Resta da capire come sia stato possibile consentire la costruzione abusiva di un manufatto, con tanto di tettoia protettiva, senza che nessuno, specie tra gli esponenti delle istituzioni locali, si sia reso conto di quanto stava avvenendo sotto i loro occhi.

I residenti della zona, infatti, raccontano che da diversi giorni andava avanti il "lavoro" di costruzione della baracca e che, nonostante le numerose segnalazioni, nessuno sia intervenuto per fermare la costruzione improvvisata.

Come accaduto per altre zone della città è lecito pensare che nel giro di poche ore i servizi sociali del Comune e la polizia locale interverrà per rimuovere la baracca e "sfrattare" il clochard-architetto dalla sua dimora improvvisata, ma il tema della presenza di un numero sempre crescente di disperati che sopravvivono alla buona, costruendo giacigli di fortuna o accampandosi direttamente sui marciapiedi - vedi corso Novara - resta. Il caso del corso Malta è eclatante visto l'enorme passaggio quotidiano di automobili, di pedoni e per la presenza, a poche decine di metri, di una importante caserma dell'esercito italiano. Uno snodo trafficato e allo stesso tempo abbandonato, dove di tanto in tanto, nonostante i ripetuti interventi delle squadre di Asìa, si formano micro discariche abusive che servono, come in questo caso, da "miniera" di materiali di recupero con cui costruire baracche di fortuna.

Palazzo Fuga, con la sua mastodontica mole e con i suoi spazi immensi è a poche centinaia di metri. In molti, specie tra i residenti delle zone più colpite dal fenomeno-clochard, hanno più volte chiesto ai governi cittadini che si sono succeduti negli ultimi anni di destinare parte di quella struttura all'accoglienza proprio dei senza tetto. Qualcosa si è fatto negli ultimi tempi - la costruzione di un locale-docce a via Tanucci - ma è ancora troppo poco per fornire una risposta al "popolo degli invisibili" che cresce di anno in anno e per il quale lo sgombero forzato non rappresenta di certo una soluzione valida ed efficace nel medio e lungo periodo.

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