Allarme estorsioni: indignazione social ma a Napoli la sala è vuota

Allarme estorsioni: indignazione social ma a Napoli la sala è vuota
di Antonio Menna
Venerdì 18 Gennaio 2019, 08:52 - Ultimo agg. 09:43
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Distratta e distante, la Napoli che sarebbe dovuta scendere in piazza ieri per manifestare solidarietà a Gino Sorbillo, all'indomani della bomba piazzata all'esterno della sua pizzeria. Erano tre gli appuntamenti fissati per trasformare la solidarietà sui social in mobilitazione in carne e ossa. E tutti e tre hanno avuto presenze risicate, facce infreddolite perdute in qualche capannello di curiosi e un generale sentimento di distanza. Se la provincia è addormentata, come scriveva Michele Prisco, la città sembra assopita. Forse abituata. O forse disabituata a metterci la faccia e il corpo. Un clic non si nega a nessuno. Ma scendere per strada, che fatica. Non sembra paura, sembra apatia.

IL VUOTO
Accade così che dopo il flash mob per addetti ai lavori all'esterno della pizzeria nel centro storico, al raduno successivo di Largo Berlinguer non si sia presentato proprio nessuno. Da lì era previsto in partenza un corteo musicale. Era l'evento di piazza per lanciare Nu bell Sant'Antuono! Fuochi per la legalità e la filosofia, iniziativa prevista da tempo e trasformata in corsa in occasione di sostegno alla battaglia antiracket. «L'evento per Sant'Antuono, protettore dei pizzaioli si leggeva nell'annuncio della manifestazione -, è organizzato con la collaborazione del Fai (Federazione Antiracket Italiana) e sarà l'occasione per esprimere solidarietà a Gino Sorbillo». Un'occasione mancata visto che il corteo musicale, formato da nove pulcinella con strumenti a fiato e tamburi, si è avventurato in totale solitudine lungo via Toledo. È sceso, poi, tra gli sguardi curiosi e attoniti, le foto coi cellulari dei turisti, qualche volto perplesso dei commercianti lungo Via San Carlo, mentre i pedoni si aprivano per capire. «Che si festeggia?», chiede un ragazzo a uno dei Pulcinella in corteo. «Il fucarazzo», risponde pronto. Capire che si tratta anche di una occasione per mobilitarsi contro il racket è impossibile.

 
IL CONSIGLIO
E dai social, intanto, arriva il «consiglio» di Gino Sorbillo: «Credetemi, per la mia personale esperienza, lo Stato c'è, bisogna solo essere fiduciosi nelle indagini. Un consiglio: denunciate subito. Restiamo uniti, forza». Il pizzaiolo si rivolge a tutti i suoi colleghi, invitandoli a ricacciare la paura del nuovo racket.

LA SFILATA
Questo corteo surreale, con il vuoto dietro, è approdato così al Maschio Angioino, seconda tappa dell'iniziativa. In platea, nella fase iniziale, non più di sessanta persone, compresi gli addetti ai lavori. Le prime file sono deserte, dietro pure. Qualcuno prende posto anche sui banchi della storica aula consiliare. Quando prende la parola l'assessore Nino Daniele, cita Sorbillo e la sua battaglia. Ci si aspetterebbe un segno di sostegno pubblico. Ma non parte nemmeno un applauso. La platea non si scalda neppure con Tano Grasso, storico leader siciliano di battaglie contro il racket, accompagnato da Filippo Nocerino, commerciante di Ercolano, protagonista di una rivolta di esercenti contro i clan. La platea un po' si riempie. Forse si arriva a cento persone. Ma l'idea è che siano lì per Eugenio Bennato che ha avuto sicuramente più spettatori di quelli che si sono spinti fin qui per manifestare solidarietà a Sorbillo.

LA PARTECIPAZIONE
«Guardi che questa è una lettura sbagliata si ribella Tano Grasso, quando gli viene chiesta una opinione sulla scarsa partecipazione -. Questi non sono temi su cui si mobilitano le masse. Sono battaglie di elite, intese come gruppi virtuosi. Non era questa l'occasione per far scendere i napoletani in strada. Le grandi marce contro le mafie sono avvenute solo in momenti di emozione popolare: le stragi, i morti. La battaglia contro il racket è silenziosa».

LA FESTA
«Questa è una festa», chiarisce l'assessore alla cultura, Daniele, e cita un libro: La felicità dei partigiani. Per dire che le battaglie si fanno anche con musica e colore. Manca la gente, però.a a casa. «Guardi che invece c'è, eccome, la nuova Napoli ribatte piccato Tano Grasso, sulle scale del Maschio Angioino -. Sa cosa significa che dieci commercianti a Ponticelli vanno a denunciare il racket? Sono scene che a Vibo Valentia, a Crotone, a Reggio Calabria, a Trapani non si vedono».
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