La Colombaia di Ischia in rovina: «Intervenga Franceschini, così Luchino Visconti muore di nuovo»

La Colombaia di Ischia in rovina: «Intervenga Franceschini, così Luchino Visconti muore di nuovo»
di Massimo Zivelli
Giovedì 9 Luglio 2020, 10:15
5 Minuti di Lettura

Il degrado e la rovina della villa di Luchino Visconti, il sogno naufragato a Ischia di una scuola internazionale di Cinema e Teatro, il disprezzo per la memoria culturale e storica rappresentano una vergogna nazionale: «Al ministro Dario Franceschini sollecito di avere la sensibilità di intervenire senza ulteriori indugi, perchè la situazione scandalosa in cui versa la Colombaia è ormai fin troppo nota a tutti, in Italia ed all'estero». A dirlo senza giri di parole e con una franchezza davvero insolita per un personaggio schivo come lui è Daniele Nannuzzi, presidente dell'Associazione italiana degli autori della fotografia cinematografica. Figlio di Armando, direttore della fotografia con registi del calibro di Visconti, Zeffirelli, Pasolini e tanti altri grandi del panorama anche internazionale, Nannuzzi, oggi 71enne, è il più prestigioso autore italiano della cinematografia, vincitore di un David di Donatello, di un Globo d'oro e di due Nastri d'argento. Si era fatto le ossa seguendo suo padre nel lavoro e collaborando all'inizio con Visconti, prima di avviare un lungo e talentuoso sodalizio con Franco Zeffirelli, a sua volta allievo del grande regista milanese. «Ero ancora un ragazzo - racconta - quando per la prima volta mio padre Armando mi portò a Ischia, a un incontro di lavoro con Visconti, nella sua villa di Forio. Ed è stato a distanza di decenni, nell'ottobre scorso, che mi sono ritrovato a visitare di nuovo quello che per me rappresenta un luogo della memoria. Ma che brutta esperienza che è stata».

LEGGI ANCHE Ratti, crolli ed erbacce: così muore la Colombaia 

Nannuzzi ricordava splendore, luminosità, cura. A cominciare dal vialetto d'ingresso. E invece. «Là dove - racconta - un tempo c'era il piccolo anfiteatro che talvolta Luchino utilizzava per alcune prove con Maria Callas, o i suoi attori che lo raggiungevano qui, da Alain Delon a Claudia Cardinale, da Helmut Berger a Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini, subito mi si è stretto il cuore perché al posto delle gardenie, di cui Visconti era appassionato, ho visto una massa indistinta di rovi ed arbusti. Una volta all'interno della casa, poi, ho fatto solo pochi passi e ho preferito uscire di nuovo perché la vista di quegli orribili pavimenti di cotto commerciale e degli infissi realizzati in legno scadente, assieme alla polvere e alla sporcizia che erano evidenti in ogni angolo, mi hanno disgustato». Fra i pochi testimoni di quella che era la bellezza e la raffinatezza di villa Visconti prima che sopraggiungessero gli anni bui del vandalismo e dell'indifferenza, Nannuzzi si indigna ulteriormente nel leggere che la Colombaia è diventata un ricettacolo di ratti e pipistrelli. «Ma quello che più mi fa riflettere e mi fa capire a che livello di barbarie e di menefreghismo si sia giunti aggiunge è la condizione di degrado della tomba del maestro, che dalle foto pubblicate vedo essere circondata da rifiuti di ogni genere. Mi chiedo come sia possibile, che la comunità locale non abbia rispetto per la tomba, se non del famoso regista, almeno per l'uomo».
 

 

Perciò, per omaggiare il Visconti uomo - quello inedito e che esce dallo schema del personaggio famoso, del grande regista del cinema e del teatro, del milanese di nobile ascendenza - Nannuzzi annuncia di voler tornare sull'isola portando con sè «Gli Angeli di Visconti», film biografico realizzato dalla regista Silvia Giulietti che proprio attraverso le testimonianze dirette dello stesso Nannuzzi e di altri ex collaboratori di Visconti come Federico Del Zoppo, Lucio Trentini, Nino Cristiani e Mario Tursi racconta Visconti nella quotidianità, in una serie di istantanee-ricordo e aneddoti per svelare l'etica di un uomo che seppe essere maestro dentro e fuori dal set. «Gli operatori di Visconti che hanno restituito la visione del suo genio in questo documentario - spiega Nannuzzi - si sono prestati in silenzio, senza fanatismo o esaltazione, e proprio per questo sono i suoi angeli nascosti». Il lungometraggio mostra anche le location care a Visconti, dalla sua residenza ad Erba, nei pressi di Cernobbio, alla Colombaia dove appunto ha voluto che riposassero per sempre le sue ceneri. «Sarò a Ischia - conclude l'autore - per testimoniare il mio omaggio e il mio impegno. Mi appello, per quanto la mia modesta persona può rappresentare, al ministro Dario Franceschini affinché con la sensibilità che gli è consueta affronti urgentemente il problema ed indichi una soluzione. Se il Comune e la Regione sono assenti, venga nominato un commissario da parte del ministero.
Vedo bene anche la possibilità che il Centro Sperimentale di Cinematografia, così come ho letto, possa realizzare qui una delle sue sedi di formazione. Va bene tutto, ma la Colombaia non può morire così, perché sarebbe come far morire Visconti una seconda volta». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA