Ditte di raccolta verso lo sciopero, a Napoli si rischia una nuova crisi rifiuti

Ditte di raccolta verso lo sciopero, a Napoli si rischia una nuova crisi rifiuti
di Valerio Esca
Mercoledì 6 Marzo 2019, 08:50
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Rischio paralisi per il sistema della raccolta rifiuti. Sarà un mese caldo per le due aziende che gestiscono il ciclo dei rifiuti di Napoli e provincia. Sia per Asìa, che per Sapna, si va infatti incontro a due scioperi che rischiano di provocare un blocco delle attività di raccolta. Si parte venerdì con lo sciopero proclamato dai lavoratori di Sapna, che chiedono garanzie per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori distaccati dal Consorzio unico di Bacino. Sono circa 180 gli operatori che dovrebbero essere assorbiti da Sapna «mettendo fine - fanno sapere le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Fiadel Csa - ad una disparità di trattamento» considerata «ingiustificabile». Inoltre in Sapna i sindacati si oppongono fortemente allo spacchettamento dell'azienda. «Non si può smantellare un'azienda strategica per il ciclo dei rifiuti nell'area metropolitana di Napoli - evidenziano le sigle - L'unico baluardo contro il ritorno dell'emergenza è un patrimonio da difendere anche contrastando scelte, come quelle recentemente formalizzate dall'Ato Napoli 3, che possono portare soltanto alla frammentazione del ciclo, all'indiscriminato aumento della tariffa imposta ai cittadini ed al collasso del sistema di smaltimento dei rifiuti».
 
Per la partecipata comunale, che gestisce il ciclo dei rifiuti in città, lo sciopero è fissato per il 19 marzo, dopo due fasi di procedura di raffreddamento concluse con esito negativo. Su 2370 dipendenti dovrebbero incrociare le braccia circa 1200 lavoratori. Le questioni poste sul tavolo dalle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) sono diverse. Tra queste il passaggio di livello degli autisti mono operatori, ai quali non viene riconosciuto l'adeguamento contrattuale richiesto dai sindacati. In sostanza si tratta di quei lavoratori che viaggiano da soli a bordo dei camioncini di Asìa e che contestualmente si occupano di raccogliere i rifiuti in strada. Alla doppia mansione non è mai stato corrisposto il passaggio dal secondo al terzo livello. Si tratterebbe di 100 euro mensili lordi in più: passando da uno stipendio di 1400 euro ad un salario di circa 1500 euro. In un anno circa 1200 euro lordi in più. «L'azienda strumentalizza il sistema - spiega Carmine De Falco della Uil - in modo da non permettere ai mono-operatori di effettuare il numero richiesto di uscite con doppia mansione, così da non poter maturare la qualifica». Infatti il passaggio da un livello all'altro, per un carico di mansioni differenti, necessiterebbe di 90 giorni continuativi nelle vesti di autista mono-operatore e operatore dedito alla raccolta. «L'azienda invece ogni 20 giorni circa cambia i turni così da non permettere di raggiungere i 90 giorni previsti per il passaggio - evidenzia De Falco - Noi chiediamo che i 90 giorni siano considerati nel corso dell'anno, anche spacchettati». Ma questa è soltanto una delle problematiche poste all'attenzione dell'azienda.

Tra gli altri punti ci sono: la richiesta di restyling di alcune strutture fatiscenti, come quella di via Ferraris. «I lavori sarebbero dovuti terminare entro dicembre 2018 - sottolineano le Rsu - e ad oggi non sono neanche iniziati». I premi di produzione erogati senza alcun accordo con i sindacati; inquadramenti di personale a livelli superiori senza concertazione con i sindacati; l'utilizzo dei Gps installati sui veicoli aziendali, previsto esclusivamente ai fini assicurativi, per evitare finti sinistri o furti sui veicoli, e che invece l'azienda utilizza «come strumento di controllo dei lavoratori». «Dal 2014 ogni accordo raggiunto in termini di produzione e organizzazione dell'azienda è sempre stato parzialmente disatteso dall'azienda - accusa Vittorio d'Albero della Fiadel Csa - Si sono rotti degli equilibri. Chiediamo certezze affinché si rispettino gli accordi presi».
 
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