La figlia con la Bmw, la vita dorata
dell'ex brigadiere finito in manette

La figlia con la Bmw, la vita dorata dell'ex brigadiere finito in manette
di Leandro Del Gaudio
Martedì 8 Maggio 2018, 11:33 - Ultimo agg. 19:09
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Come abbia fatto ad acquistare una Bmw X5 a soli 22 anni è uno dei punti dell'inchiesta a carico dell'ormai ex carabiniere Lazzaro Cioffi. Indagini patrimoniali, spunta l'acquisto di una fuoriserie dal prezzo di 76.500 euro, soldi che sarebbero stati versati dalla figlia dell'ex brigadiere della compagnia di Castello di Cisterna finito in manette per fatti di droga. Una vicenda che approda a uno snodo decisivo, con la discussione del legale del brigadiere in manette (il penalista Saverio Campana), dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame. Aula 720, non mancano novità sul caso che punta a chiarire le trame di contatti riconducibili a Lazzaro Cioffi: è il suo penalista a chiarire che Cioffi ha formalmente appeso la divisa al chiodo.

È in congedo, una sorta di pensione anticipata di qualche mese rispetto alla scadenza naturale del suo incarico, che gli consente di rendere meno urgenti le esigenze cautelari ipotizzate a suo carico. Resta detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, come ha stabilito ieri il Tribunale del Riesame di Napoli. Ieri, una nuova mossa della Dda di Napoli. È stato il pm Mariella Di Mauro - magistrato in forza al pool anticamorra coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli - a depositare dinanzi ai giudici il contenuto dell'ultima coda investigativa sul brigadiere in cella per presunte collusioni con i narcos del parco verde di Caivano. Un caso complesso, che riguarda un ex investigatore finito al centro di un altro filone investigativo, condotto sull'asse Napoli-Salerno. Come è noto, a proposito di Cioffi, c'è un'attenzione investigativa anche da parte della Procura di Salerno (indaga il pm Marco Colamonici), che sta indagando sull'omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Doverosa una premessa: Cioffi non risulta indagato per il delitto consumato ad Acciaroli il 5 settembre del 2010, ma è un fatto che la Procura di Napoli e Salerno si siano confrontate sul suo nome, o meglio, sulla sua rete di conoscenze, dentro e fuori l'arma dei carabinieri, a proposito di quanto avvenne in quella terribile coda estiva di otto anni fa. Non si tratta di un filone nuovo, dal momento che la «pista carabinieri» era stata battuta anni fa dall'allora pm salernitano Rosa Volpe (oggi procuratore aggiunto a Napoli), senza ottenere riscontri convincenti.

Una vicenda che sembra riannodarsi su se stessa, nel corso della quale sono stati indagati un ufficiale e un sottufficiale: prima indagati e poi archiviati, nel corso di un fascicolo destinato - almeno fino a qualche mese fa - ad un nulla di fatto. Ma cosa spinge gli inquirenti al lavoro sul caso Vassallo a chiedere le carte ai colleghi napoletani su Lazzaro Cioffi? Si parte dalla droga (visti i rapporti tra l'ex brigadiere e il presunto boss dei narcos Pasquale Fucito), che era anche l'incubo del sindaco ucciso, per una vita impegnato a difendere la propria comunità da traffici illegali. Ricordate le parole messe agli atti da un testimone? «Pochi giorni prima di morire - disse - Angelo mi confessò che aveva saputo una cosa che lo aveva turbato, una cosa che avrebbe voluto non sapere mai».

 

È il prologo di un delitto eccellente, di un omicidio premeditato.

Ma agli atti dell'inchiesta salernitana, ci sono altri spunti da verificare. Come quella condotta anni fa dalla compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata, sotto il coordinamento degli allora pm antimafia Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli (oggi aggiunti a Napoli e ad Avellino), che ha visto il coinvolgimento - sempre per fatti di droga - di altri esponenti dell'arma. Insomma, gli ingredienti sono questi: droga, militari dalle condotte opache, i sospetti del sindaco Vassallo. Tutto da calare in uno scenario segnato da due fatti oggettivi: il fiume di soldi mosso dal traffico di cocaina nella Acciaroli di otto anni fa; e la mancanza di un colpevole nella morte del sindaco pescatore.

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