La figlia di Schettino contro De Falco: «Aggredì mio padre per avere visibilità»

La figlia di Schettino contro De Falco: «Aggredì mio padre per avere visibilità»
di Ciriaco M. Viggiano
Sabato 24 Febbraio 2018, 18:20 - Ultimo agg. 18:27
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META – Per più di sei anni è rimasta in silenzio. Ha incassato tacitamente le accuse di vigliaccheria lanciate da gran parte dell’opinione pubblica e le sentenze di condanna pronunciate dalla magistratura nei confronti del padre. Senza esasperare i toni, con una forza d’animo e una compostezza non comuni per un’adolescente. Adesso che è una donna fatta, Rossella Schettino parla per la prima volta delle vicende legate al naufragio della Costa Concordia: una tragedia che, il 13 gennaio 2012, costò la vita a 32 persone e per la quale suo padre Francesco sta scontando una pena di 16 anni nel carcere di Rebibbia.
 
La 21enne, che negli ultimi giorni ha deciso di aprire una contatto su Facebook «per dire come stanno le cose», ne ha per tutti. Soprattutto per il capitano di fregata Gregorio De Falco, ora candidato al Parlamento col Movimento 5 Stelle. Sì, proprio lui, l’ex capo della sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno che nella notte del naufragio, quando la Costa Concordia colava a picco al largo dell’isola del Giglio, intimò al comandante Francesco Schettino di prendere in mano le redini della situazione. «Salga a bordo, c****»: ecco le durissime parole di De Falco che, nei giorni scorsi, è stato accusato di essersi reso protagonista di un presunto episodio di violenza domestica ai danni di moglie e figlie (vicenda poi smentita dalle dirette interessate). Ed è proprio su quest’ultima storia che Rossella Schettino si concentra in un lungo post su Facebook.

«Ciò che mi indigna è che sia proprio De Falco a ritenersi vittima di una strumentalizzazione mediatica, proprio lui che con quella celebre telefonata crocifisse mediaticamente mio padre – scrive la ragazza - Quale tutela ebbi io che all’epoca avevo 15 anni? Quale rispetto e tutela ci fu nei miei confronti? Queste cose non gli interessavano quando rilasciava certe dichiarazioni? Chi diede quella telefonata in pasto ai giornali? Ma davvero vogliamo parlare di cosa sia la strumentalizzazione mediatica? La più grande strumentalizzazione mediatica mai fatta in Italia è stata proprio la sua telefonata dai toni volgari, aggressivi, intimidatori e totalmente inutile ai fini della gestione dell’emergenza». Secondo Rossella Schettino, l'intervento di De Falco non contribuì a risolvere il disastro provocato dall’impatto tra la Costa Concordia e gli scogli: «Ignorava completamente le informazioni e non era interessato a collaborare con chi era sul campo come mio padre. Continuava a dare ordini impraticabili come quello di risalire a bordo di una nave ribaltata di 90 gradi, faceva richieste inutili come la conta e la suddivisione dei passeggeri».

Nella memoria di Rossella, comunque, a essere vivo è soprattutto il ricordo della telefonata intercorsa tra il padre e De Falco: una conversazione che contribuì ad accreditare l’immagine di uno Schettino vigliacco e impreparato, esponendolo alle critiche (spesso poco consapevoli) dell’opinione pubblica di tutto il mondo. «Fu utile solo a lui che ottenne la visibilità e la notorietà cui ambiva - conclude la 21enne - Quella telefonata doveva rimanere agli atti processuali come tutte le altre intercorse quella notte. Invece, stranamente, il file venne fatto pervenire alla stampa come se una lunga mano sapesse esattamente dove attingere. Ricordo che a seguito di quella divulgazione venne aperto un fascicolo per fuga di notizie dimenticato poi chissà dove e chissà perché».

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