Il corteo dei ragazzi di Napoli: «La Terra dei Fuochi è la nostra Amazzonia»

Il corteo dei ragazzi di Napoli: «La Terra dei Fuochi è la nostra Amazzonia»
di Antonio Menna
Sabato 28 Settembre 2019, 08:12 - Ultimo agg. 09:56
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Ha aperto il corteo di Napoli, la Terra dei fuochi, che nel giorno delle manifestazioni degli studenti sui cambiamenti climatici, unisce i punti tra il globale e il locale. L'allarme per i roghi dell'Amazzonia parla all'allarme per quello che ci brucia sotto gli occhi tutti i giorni tra Napoli e Caserta, in quei 51 comuni del perimetro delle due aree metropolitane cerchiate in rosso sulla mappa locale dell'inquinamento. Dalla Terra dei fuochi all'Amazzonia, diceva il lungo lenzuolo disegnato messo proprio in cima al torpedone colorato di ragazzi e bambini, genitori, insegnanti, quella marea di umanità che si è messa in marcia ieri mattina da piazza Garibaldi. E subito sotto, in inglese, cambia il sistema, salva il pianeta. La preoccupazione per la tenuta ambientale del globo si salda, negli slogan e nei cartelloni, a quello più terraneo di territorio, quello più vicino di una nube nera che si alza sotto le finestre di casa. L'emergenza lontana e quella di prossimità.
 
«L'inquinamento è uno riflette Matteo, 16 anni, studente di Giugliano -. Noi lo tocchiamo con mano sulla questione rifiuti. La combustione della spazzatura a cui assistiamo ogni giorno ci danneggia come cittadini napoletani e come cittadini del mondo». «Ci hanno fatto vedere l'Amazzonia si aggiunge Michela, della stessa scuola del centro+ di Giugliano ma noi i roghi li vediamo pure ogni mattina venendo a scuola, dall'Asse mediano, dalla circumvallazione esterna». I ragazzi delle superiori di Giugliano hanno portato nel corteo anche un loro striscione, che viene collocato un po' dietro rispetto a quello lunghissimo che apre la manifestazione. «Basta roghi e veleni», dico con austera chiarezza. E chi lo sorregge sa a cosa si riferisce. «Siamo circondati da discariche abusive dice Michele Lignola, 15 anni, del Luigi Galvani di Giugliano -, e lo Stato ci ha messo la sua mano perché ci hanno riempito anche di spazzatura di altre città». Legale e illegale, qui tutto si tiene. Le ecoballe stoccate a montagne nei campi di Taverna del Re, gli sversatoi autorizzati a raffica dalla Regione negli ultimi 30 anni, gli interramenti fuorilegge della camorra sotto i centri abitati e i roghi quotidiani di mucchi di rifiuti, soprattutto ad opera di piccole aziende che lavorano in nero e non possono smaltire in modo regolare gli scarti. Una sola catena di emergenze che questi ragazzi mostrano di conoscere bene e mettono sul tavolo della grande questione climatica.

Mescolati nel corteo ci sono anche studenti di Marano, di Casoria, di Acerra, mentre un altro folto gruppo di Aversa ha popolato, sempre con gli striscioni della Terra dei fuochi, la manifestazione di Caserta. E accanto alle grandi questioni, qualcuno sollecita i gesti di ogni giorno. Così i ragazzi del liceo Giordano Bruno di Arzano, con sezioni anche a Grumo Nevano, approfittano della manifestazione per annunciare una loro battaglia scolastica. Via le bottigline di plastica dai distributori, da sostituire con i boccioni di vetro da riempire con le borracce che porteranno da casa. Ma non solo: più raccoglitori della differenziata e basta bicchieri di plastica. «Piccole cose ma dobbiamo iniziare da queste se vogliamo che il nostro futuro sia migliore». Nel cuore del corteo, non sono mancati altri riferimenti alle vicende ambientali locali. Uno striscione delle mamme vulcaniche della zona vesuviana, protagoniste anni fa dei blocchi per la discarica di Boscoreale, e oggi in prima linea contro tutte le discariche e per i rifiuti zero. E perfino, nella stretta attualità, un comitato che dice basta alla munnezza di Napoli est. Sono adulti mescolati ai ragazzi, genitori insieme agli insegnanti, c'è anche qualcuno che si autodefinisce ex del Sessantotto e non sa che quando questi giovani puntano il dito lo fanno anche un po' contro di loro. «Chi ha ridotto la nostra terra in queste condizioni? si domanda Giulio, 19 anni, universitario di Melito -. Chi ci ha governato e chi ha votato quei politici. Chi ha chiuso gli occhi in tutti questi anni». «Siamo in una regione che brucia da oltre 20 anni urla ai giornalisti uno dei portavoce di Friday for future Napoli, Gianmarco Silvano -. Terra dei fuochi, Amazzonia. Il problema è il sistema». È una parola che torna negli slogan e sui cartelloni. Il sistema. Curiosamente anche i muschilli di camorra chiamano sistema, la criminalità organizzata. Qui, però, la parola ha il significato di «un grande potere sulle nostre teste». Un insieme che associa affari, multinazionali, politica, imprese, banche. I soldi, insomma. Il sistema dei soldi, a cui opporre il senso della vita. «La risposta la darà la nostra generazione arringa ancora Silvano -: siamo noi giovani contro i potenti del mondo». E quando dice mondo dice anche casa sua. Terra dei fuochi, la nostra Amazzonia.
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