Il sigillo del plenum del Consiglio superiore della Magistratura ha ratificato la nomina di Pierpaolo Filippelli come nuovo procuratore aggiunto alla Procura di Napoli. Nei prossimi giorni l'alto magistrato lascerà il suo incarico di aggiunto a Torre Annunziata e raggiungerà il procuratore Gianni Melillo, dopo circa sei anni, di cui uno come capo degli uffici inquirenti tra il pensionamento di Sandro Pennasilico e la nomina dell'attuale procuratore Nunzio Fragliasso.
Cinquantadue anni, originario della provincia di Latina, Filippelli torna a Napoli, dove per una decina di anni aveva già ricoperto il ruolo di sostituto alla Direzione distrettuale Antimafia. In particolare si era occupato delle inchieste anticamorra che hanno portato a smantellare i clan di Ercolano, impegnati in una sanguinosa faida, interrotta a colpi di arresti e di condanne all'ergastolo di tutti i boss, decine di killer e centinaia di affiliati, molti dei quali hanno poi scelto la via della collaborazione con la giustizia. Tra i fautori del «metodo Ercolano», la prima città del Napoletano che si era concretamente ribellata al pizzo, Filippelli ha firmato inchieste contro i clan anche di Castellammare e Torre Annunziata. Le più note sono quelle che riguardano le scommesse calcistiche da parte del clan D'Alessandro e l'estorsione imposta alla casa produttrice della serie tv Gomorra. Prima di approdare a Napoli, Filippelli aveva trascorso un periodo in Dda a Catania, con importanti inchieste sulla mafia siciliana. Nel 2015, poi, ha ottenuto l'incarico di procuratore aggiunto a Torre Annunziata, dove sta continuando a esercitare anche il ruolo di pm in due processi delicati: quello in Corte d'Assise contro il presunto mandante dell'omicidio della mamma coraggio Matilde Sorrentino, imputato che lo ha minacciato alla scorsa udienza; e contro i presunti tombaroli di Civita Giuliana, la domus che tornando alla luce alle porte di Pompei.