La rabbia della vedova del tabaccaio ucciso nella stazione della metropolitana: ​«L’Anm non ci ha protetti»

La rabbia della vedova del tabaccaio ucciso nella stazione della metropolitana: «L’Anm non ci ha protetti»
di Paolo Barbuto
Venerdì 5 Luglio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 6 Luglio, 07:48
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Hanno pregato senza sosta dalla sera del 9 giugno fino a ieri mattina Daniela, Lucia e Alessia, la moglie e le figlie di Ulderico Esposito. Hanno pregato e hanno portato avanti il lavoro nella tabaccheria della stazione di Chiaiano perché hanno voluto rispettare l'accordo che impone l'apertura per consentire ai viaggiatori di comprare i biglietti. Assieme alle tre donne della famiglia Esposito si sono riunite in preghiera centinaia di persone del gruppo Cana della chiesa di San Giacomo a Calvizzano, luogo dove la famiglia Esposito ha trovato una famiglia di fede assieme al parroco, Don Ciro. In ospedale, poco dopo la morte del suo Ulderico, Daniela Manzi, la vedova, continua a conservare il sorriso: «È salito in cielo accompagnato dalle preghiere, sta bene, sta sicuramente bene Ulderico», dice senza piegarsi alla commozione.

Signora Daniela, suo marito ha mai ripreso conoscenza dal giorno dell'incidente?
«No, purtroppo no. Da quella sera è rimasto privo di coscienza. Non ci siamo salutati».
 
Lei è una donna forte. Mostra grande serenità.
«Mi sostiene la fede. Adesso cerco solo pace. Pace ma anche e soprattutto giustizia».

Chiede severità nei confronti dell'uomo che ha aggredito suo marito?
«Chiedo che la giustizia faccia il suo corso, che un magistrato chiarisca tutto quel che è successo e che applichi la legge nei confronti di chi ha colpito mio marito. Ma non è solo quella la giustizia alla quale faccio appello».

C'è qualcun altro che lei considera in qualche modo colpevole?
«No, per piacere, lo ripeto, non cerco colpevoli e nemmeno vendetta. Chiedo solo giustizia».

E chi altro coinvolge in questa vicenda?
«Penso a chi avrebbe potuto prevedere interventi per la sicurezza, a chi ha ascoltato le nostre richieste di tutela per la situazione di pericolo che quello straniero generava. Di fronte ai nostri appelli c'è stata solo grande strafottenza».

Si riferisce all'Anm alla quale vi siete rivolti in più occasioni?
«Mi riferisco all'Anm. Anche loro sono in qualche modo responsabili di ciò che è accaduto la sera in cui mio marito è stato colpito».

Non hanno preso in considerazione la vostra richiesta di protezione?
«Alla luce di quel che è successo è evidente che non hanno dato il giusto peso alle nostre preoccupazioni. Eppure di chiamate ne abbiamo fatte tante, abbiamo anche mandato il messaggio scritto che ci avevano chiesto di inviare. Ma adesso a che serve rivangare quel che è successo? Io spero solo che ci sia giustizia e adesso cerco semplicemente un po' di pace».

Come avete trascorso i lunghi giorni al capezzale di Ulderico?
«Con la preghiera, sia in ospedale vicino a lui, sia in chiesa assieme a tutta la nostra comunità che non ha smesso mai di sostenerci e di pregare assieme a noi per il mio Ulderico, un uomo capace di farsi amare da chiunque, una persona buona e dedita agli altri».

Davanti alla tabaccheria è un continuo viavai di persone affrante.
«Ecco, è la dimostrazione del bene che le persone volevano a mio marito. Lo so che tante persone, vedendo le serrande abbassate e il cartello che avvisa della morte di Ulderico si sono fermate, hanno avuto un momento di riflessione, hanno fatto il segno della croce. Questo significa tanto: è la rappresentazione del bene che il mio Ulderico aveva saputo seminare».

I funerali saranno celebrati alla chiesa di San Giacomo a Calvizzano?
«Per i funerali non abbiamo ancora potuto organizzare nulla. Il giudice ha disposto l'autopsia, adesso dovrà essere spostato al Policlinico per eseguire quell'esame, solo in seguito sarà possibile pensare alla cerimonia funebre. Anche se mio marito in questo momento starà sicuramente bene, ha raggiunto il Signore, e poi in un giorno particolare».

Perché è un giorno particolare?
«Perché il 4 luglio è Sant'Ulderico, il santo del quale mio marito portava il nome.

Ecco, io penso che proprio in questo giorno, quello in cui abbiamo festeggiato per tanti anni l'onomastico, quel santo sia venuto per accompagnare mio marito verso la nuova vita. Io sono certa che è così».

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