La rabbia della mamma del ferito: «Non ha provocato nessuno»

La rabbia della mamma del ferito: «Non ha provocato nessuno»
di Melina Chiapparino
Domenica 24 Gennaio 2016, 09:43
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«È stato colpito senza aver provocato nessuno e senza potersi difendere». Le voci dei familiari e degli amici che affollavano la sala degenti dove è ricoverato Domenico De Matteo, si compattavano come in un coro quando sottolineavano che il giovane «non si è neanche riparato ma ha tentato solo di indietreggiare prima di essere trafitto dal coltello». Al primo piano dell’ospedale “Loreto Mare”, nel reparto di chirurgia, c’è stato un grande via vai di persone che ieri, fino a tarda sera, hanno voluto abbracciare il 23enne ed assicurarsi che il peggio fosse passato, consolando i suoi genitori che dalla scorsa notte non lo hanno lasciato solo un istante.

«Sono sotto shock e non riesco ancora a tranquillizzarmi sulle condizioni cliniche di mio figlio che ha rischiato di morire- ha detto con la voce commossa e provata Lina, 46enne mamma del ragazzo- mio figlio è stato vittima di un atto premeditato e che non si aspettava assolutamente perché non è il tipo di persona che si mette in situazioni del genere». L’ansia e la paura per una notte trascorsa tra preghiere e l’attesa dell’esito dell’operazione chirurgica, erano visibili come tracce sui volti segnati dei familiari di “Mimmo” che hanno raccontato di «un ragazzo solare, generoso e buono che da sempre aiuta in famiglia lavorando onestamente e prendendosi cura degli altri due fratelli, in particolare di Giacomo che è cardiopatico e ha bisogno di più attenzioni». Attorno al letto della vittima si accalcavano anche i tanti amici che facevano a turno, fuori il corridoio dell’ospedale, per salutarlo e portargli un pensierino, un cioccolatino oppure un bacio come la ragazza che la scorsa notte, ha scatenato l’ira del suo ex fidanzato e che ieri era accanto al 23enne.

«Domenico è amico di questa ragazza ed hanno cominciato a frequentarsi da un po’ per questo ieri sera si trovavano insieme ai baretti quando lui è stato aggredito» hanno detto gli amici descrivendo l’esatta dinamica dell’accaduto. «L’aggressore si è avvicinato a pochi centimetri da Mimmo come se niente fosse, andando dritto verso di lui - ha spiegato un’amica - con freddezza e velocemente gli ha dato una pugnalata all’addome senza che si fossero scambiati neanche una parola ed è stato così naturale nel farlo che all’inizio abbiamo pensato gli avesse dato un pugno». In pochi secondi, continua il racconto degli amici, la vittima si è accasciata a terra in una pozza di sangue e chi era con lui non ha perso tempo e lo ha subito portato nel vicino presidio di via Vespucci, telefonando poi alla madre.

«Quello che noi chiediamo assolutamente è giustizia - ha detto con fermezza Loredana, zia del giovane - non si può assistere a queste vendette inutili e a queste guerre dove i ragazzi rischiano la vita soprattutto Domenico non ha fatto nulla ed chi lo ha aggredito era andato lì preparato per farlo».
La vita del 23enne è descritta da chi lo conosce come quella di «un giovane che ha lavorato in una fabbrica di portafogli e che sta cercando di realizzare il sogno di affermarsi nel campo dell’abbigliamento, fondando un marchio insieme ad altri amici». Per il resto Mimmo, occhi grandi e fisico tatuato, ora non riesce a parlare per i dolori all’addome e si fa capire con grandi sorrisi per tranquillizzare parenti e amici. È «un ragazzo che ama lo sport ed il calcio, tifa il Napoli ma non è uno sportivo accanito - conclude la zia Loredana - la sua passione è viaggiare ma ora l’unica cosa che conta è che si è salvato».
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