«Sono sotto shock e non riesco ancora a tranquillizzarmi sulle condizioni cliniche di mio figlio che ha rischiato di morire- ha detto con la voce commossa e provata Lina, 46enne mamma del ragazzo- mio figlio è stato vittima di un atto premeditato e che non si aspettava assolutamente perché non è il tipo di persona che si mette in situazioni del genere». L’ansia e la paura per una notte trascorsa tra preghiere e l’attesa dell’esito dell’operazione chirurgica, erano visibili come tracce sui volti segnati dei familiari di “Mimmo” che hanno raccontato di «un ragazzo solare, generoso e buono che da sempre aiuta in famiglia lavorando onestamente e prendendosi cura degli altri due fratelli, in particolare di Giacomo che è cardiopatico e ha bisogno di più attenzioni». Attorno al letto della vittima si accalcavano anche i tanti amici che facevano a turno, fuori il corridoio dell’ospedale, per salutarlo e portargli un pensierino, un cioccolatino oppure un bacio come la ragazza che la scorsa notte, ha scatenato l’ira del suo ex fidanzato e che ieri era accanto al 23enne.
«Domenico è amico di questa ragazza ed hanno cominciato a frequentarsi da un po’ per questo ieri sera si trovavano insieme ai baretti quando lui è stato aggredito» hanno detto gli amici descrivendo l’esatta dinamica dell’accaduto. «L’aggressore si è avvicinato a pochi centimetri da Mimmo come se niente fosse, andando dritto verso di lui - ha spiegato un’amica - con freddezza e velocemente gli ha dato una pugnalata all’addome senza che si fossero scambiati neanche una parola ed è stato così naturale nel farlo che all’inizio abbiamo pensato gli avesse dato un pugno». In pochi secondi, continua il racconto degli amici, la vittima si è accasciata a terra in una pozza di sangue e chi era con lui non ha perso tempo e lo ha subito portato nel vicino presidio di via Vespucci, telefonando poi alla madre.
«Quello che noi chiediamo assolutamente è giustizia - ha detto con fermezza Loredana, zia del giovane - non si può assistere a queste vendette inutili e a queste guerre dove i ragazzi rischiano la vita soprattutto Domenico non ha fatto nulla ed chi lo ha aggredito era andato lì preparato per farlo».
La vita del 23enne è descritta da chi lo conosce come quella di «un giovane che ha lavorato in una fabbrica di portafogli e che sta cercando di realizzare il sogno di affermarsi nel campo dell’abbigliamento, fondando un marchio insieme ad altri amici». Per il resto Mimmo, occhi grandi e fisico tatuato, ora non riesce a parlare per i dolori all’addome e si fa capire con grandi sorrisi per tranquillizzare parenti e amici. È «un ragazzo che ama lo sport ed il calcio, tifa il Napoli ma non è uno sportivo accanito - conclude la zia Loredana - la sua passione è viaggiare ma ora l’unica cosa che conta è che si è salvato».