Napoli ricorda Genny Cesarano
a due anni dalla sua scomparsa

Napoli ricorda Genny Cesarano a due anni dalla sua scomparsa
di Rossella Grasso
Mercoledì 6 Settembre 2017, 20:00 - Ultimo agg. 20:48
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Nel giorno di Genny Cesarano si spara ancora a pochi passi dal suo memoriale in piazza Sanità. Oggi ricadono i due anni dalla morte del dicisassettenne freddato giusto nella piazza durante una stesa. Genny si trovava lì per caso insieme ai suoi amici, salvi per miracolo. Sedici mesi dopo, grazie alla testimonianza del boss Lo Russo furono fermati i colpevoli: Genny era stato vittima innocente di un regolamento di conti tra clan, i sui assassini avevano sbagliato bersaglio. Oggi in quella piazza si gioca ancora a pallone, «Genny gioca con gli angeli», dice commosso suo padre Antonio.
 
 

Per ricordare suo figlio, Antonio Cesarano ha depositato un fascio di fiori. Presente alla cerimonia l'assessore ai giovani Alessandra Clemente e il presidente della  III Municipalità Ivo Poggiani. Al minuto di silenzio hanno partecipato tanti amici di Genny, suoi coetanei, che non vogliono dimenticare. Durante la messa in suo ricordo i ragazzi di piazza Sanità hanno esposto uno striscione: «Alcuni addii non sono per sempre, non sono la fine semplicemente. Significano: mi mancherai finché... non ci incontreremo di nuovo. I tuoi fratelli del Rione sanità».
 

«Essere qui oggi - ha detto Alessandra Clemente - deve essere un segnale forte: Napoli non abbassa la testa anche se si continua a sparare a due passi da qui. Noi crediamo che più forti delle pallottole siano le armi della cultura e delle opportunità date al territorio e alla dignità delle persone. Questo è un territorio chè è visibilmente cambiato rispetto a qualche anno fa. Gli spari fanno paura ma ci deve fare ancora più paura il rimanere fermi e oggi la memoria di Genny è viva e autentica per non dimenticare e combattere per il futuro».

«Su monumento per Genny - da detto il papà di Genny - c'è scritto in ludere, giocare. Mio figlio qui ci giocava a pallone come tutti. E proprio qui si deve continuare a giocare, a vivere. Qui i ragazzi devono essere tranquilli. Oltre a marciare per la memoria marciamo per i diritti di tutti».
 
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