Il blitz finalizzato al contrasto dello sfruttamento di manodopera clandestina ed alla verifica dell’applicazione delle norme per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, ha portato alla luce una situazione agghiacciante. In un locale di 140 mq erano stipate macchine per cucire, dove lavoratori producevano a ritmi incessanti giacche per donna.
Diverse gli addebiti contestati. Il locale, (sulla cui destinazione d’uso sono in corso accertamenti) in affitto e, con contratto, è stato posto sotto sequestro. Così come sono stati messi i sigilli a tutte le macchine per cucire ed all’impianto per la produzione di abiti. Mentre l’imprenditore, di nazionalità pakistana, ma residente a Casandrino, si è visto notificare sanzioni penali per un totale di 275.753,60 euro. Contestati anche illeciti amministrativi per più di 40.000 euro.
Oltre naturalmente una denuncia a piede libero perché impiegava manodopera clandestina e perché costringeva i suoi dipendenti a lavorare in condizioni di scarsa igiene e sicurezza. L’operazione rientra in una serie di controlli che le forze dell’ordine stanno mettendo a segno sul territorio per contrastare il fenomeno del lavoro nero. Numerosa la presenza sul territorio di aziende che occupano extracomunitari in condizioni di semischiavitù per produrre a costi bassi.
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